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Spettacolo di Utopia. Da Burri a Mollino, il magico dialogo tra arte e design trasforma Tornabuoni a Parigi

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Utopia, arte e design, Tornabuoni (valentin le cron)

Un sontuoso dialogo tra arte e design italiano del dopoguerra, in una parola: Utopia. L’architetto Charles Zana negli eleganti spazi industriali tirati a lucido della Tornabuoni Art di Parigi, in pieno Marais, ha dato vita a un’esposizione meravigliosa, una sinfonia al limite dell’utopico. Tanto è calzante la corrispondenza precisa ed elegante tra le opere che si alternano tra le sale e le pareti. Un dialogo il cui nome è stato ispirato alla lampada “Utopia” creata dall’architetto Nanda Vigo nel 1970. Una lampada iconica, a forma di cornice, che trasforma lo spazio vuoto al suo interno in un’immagine fatta di luce.

Come ci racconta Zana: “In “Utopia” voglio mostrare come i diversi movimenti d’avanguardia italiana hanno sconvolto la storia dell’arte e del design del ventesimo secolo”. “Questa incredibile effervescenza creativa di artisti e architetti nata all’indomani della seconda guerra mondiale, ha dato vita a forme visionarie che non erano mai state viste prima. Ecco perché ho sognato questo progetto come se fosse un’utopia.”

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Attraverso circa quaranta abbinamenti di opere d’arte e design, dove mobili, dipinti e sculture dialogheranno, “Utopia” offre un’esplorazione originale delle relazioni tra i più grandi artisti e architetti italiani dagli anni ’50 agli anni ’80 al fine di rivelare le comuni aspirazioni e lo spirito sperimentale di questa generazione visionaria che ha cercato di re- immaginare l’Italia del dopoguerra.

Zana ha trasformato la storica residenza parigina di Tornabuoni in una serie di saloni intimi che creeranno “coppie” di opere d’arte ed oggetti di design.

La sua messa in scena creerà scenari immaginari che porranno domande come “E se Giorgio De Chirico ed Ettore Sottsass parlassero lo stesso linguaggio metafisico? Lucio Fontana e Carlo Mollino condividessero una simile ricerca per l’assoluto?”

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“Utopia” mette in luce per la prima volta i legami tra molti artisti e designer: Gino Sarfatti e Paolo Scheggi, Carlo Scarpa e Dadamaino, Enrico Castellani e Nanda Vigo, Michele de Lucchi e Alberto Burri, solo per citarne alcuni. In omaggio ad Alessandro Mendini, scomparso quest’anno, la mostra presenterà alcuni pezzi emblematici del designer, tra cui la sua famosa Poltrona di Proust (1978).

Che siano collegati da una simile visione del tempo, da una preoccupazione per il ruolo dell’uomo nella natura e nello spazio o da un comune vocabolario poetico che collega il sacro e il profano, queste coppie di architetti e artisti italiani riveleranno in “Utopia” la loro straordinaria capacità di sconvolgere i confini tra arte e design.

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