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Le dietrologie del mondo digitale. Tra Pikachu e frattali, Andrew Norman Wilson a Milano

Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 Lavender Town Syndrome, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 Lavender Town Syndrome, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan
Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 Lavender Town Syndrome, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan
Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 Lavender Town Syndrome, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan

Dal 3 dicembre 2019 al 1 febbraio 2020 Ordet ospita Lavender Town Syndrome, la personale di Andrew Norman Wilson (1983, California). La mostra, divisa in tre sezioni, analizza le dietrologie del mondo digitale e le conseguenze tangibili di fenomeni apparentemente virtuali.

Se è vero che l’arte indaga le dinamiche del nostro tempo, Lavender Town Syndrome sembra uscire direttamente dagli algoritmi di un computer. La prima sezione impiega un teleobiettivo Canon da 75 mm a 1500 mm sviluppato per i documentari naturalistici. Questo zoom incredibilmente esteso passa dalla veduta di un paesaggio urbano fino ai dettagli di un unico balcone della Marina City di Bertrand Goldberg, una singolare “architettura organica” a forma di foglia di loto nel mezzo del paesaggio urbano di Chicago, apparso in diversi film come Io, robot, Source Code, Il cavaliere oscuro e Transformers 3.

Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 Lavender Town Syndrome, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan
Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 Lavender Town Syndrome, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan

La seconda sezione impiega materiali generati da computer 8K fotorealistici comunemente utilizzati per rendering architettonici, videogiochi e nell’industria cinematografica. Questi “physically based rendering (PBR) sono commercializzati attraverso il database online Substance Source, in cui le superfici di metalli, plastica, rocce e altro vengono visualizzate in anteprima come forme sferiche.

La terza sezione è stata generata proceduralmente, utilizzando un software frattale sviluppato dall’ingegnere informatico Code Parade. Gli algoritmi frattali sono anch’essi comunemente usati in architettura, nei videogiochi e nei film, come Inception, Doctor Strange e Annihilation. Andrew Norman Wilson ha lavorato con Code Parade alla personalizzazione del software verso un iperrealismo cinematografico per riprodurre quelli che sembrano infiniti paesaggi 3D sintetici, tantop da apparire estranei per il corpo umano. La mostra include anche un’esatta replica di un Pikachu in cartapesta, apparso in una fotografia pubblicata su Reddit nel 2013 da un utente che affermava fosse stato realizzato dalla sua sorellina. Da allora l’immagine è diventata un meme accompagnato da didascalie come “Expectations / Reality” e “Kill me”.

Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 Lavender Town Syndrome, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan
Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 Lavender Town Syndrome, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan

La mostra costruisce attraverso media più disparati e mezzi digitali all’avanguardia un percorso all’interno dell’era digitale che stiamo vivendo. Ordet, lo spazio ospitante, è perfettamente in linea con tale direzione, dato che vuole essere una piattaforma di produzione artistica e culturale atta a promuovere nuovi e attuali modelli di ricerca.

Image 4, Image 5: Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 The Old Victrola, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan
Image 4, Image 5: Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 The Old Victrola, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan

Il canovaccio di questo percorso, più che espositivo scientifico, racconta la storia di un gruppo di artisti che abbandonano il mondo dell’arte per cimentarsi in un settore più produttivo: il Design. Resta da capire in che modo si intenda produttivo, se l’ambito sia quello economico o quello sociale, anche se la definizione pasoliniana di sviluppo non lascia alcun dubbio:

A volere lo “sviluppo” in tal senso è chi produce; sono cioè gli industriali […] che producono beni superflui.

Se dunque da un lato l’artista è improduttivo e vive un continuo senso di colpa verso la società, dall’altro il suo potenziale fine ultimo è l’arte stessa. Una riflessione che ovviamente cade se inquadrata nel sistema economico occidentale degli ultimi vent’anni in cui l’opera d’arte è una merce, ma che, se svincolata dal contesto, può dirci molto sul senso ultimo dell’Arte.

Image 4, Image 5: Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 The Old Victrola, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan
Image 4, Image 5: Andrew Norman Wilson, Z = |Z/Z•Z-1 mod 2|-1 The Old Victrola, 2019. Courtesy the Artist and Odret, Milan

Con questo progetto Andrew Norman Wilson si sofferma anche sulla differenza tra veridicità e verità, attribuendo alla prima una dimensione fortemente mediatica e legata al digitale. Quando suono, immagini, oggetti, computazione e corpi si legano, offrono nuove realtà che sono apparentemente poco concrete e molto virtuali. L’artista sfida quello che per Slavoj Žižek (Lubiana, 1949) è una “realtà svuotata dello zoccolo duro del reale, […] come il caffè decaffeinato odora di caffè senza pur esserlo”, rivendicando la possibilità di nuovi ibridi che avendo conseguenze reali, non possono esserne così distanti. In questo senso è esplicativo il titolo della mostra Lavender Town Syndrome, che allude a a una leggenda metropolitana secondo cui più di 200 bambini giapponesi sono stati indotti al suicidio da un particolare livello del videogioco per Game Boy Pokémon Red and Green. Molti altri si dice abbiano sofferto di emicranie o sangue dal naso o siano diventati violenti quando i genitori hanno cercato di togliere loro il gioco. Alcuni piansero finché non iniziarono a vomitare. In seguito, si determinò che questi incidenti furono causati dall’inquietante musica di sottofondo di Lavender Town, contenente un tono acuto non rilevabile per le orecchie degli adulti. La realtà virtuale, dunque, pur essendo ancora ben lontana dal mondo reale, ne modifica la struttura attraverso conseguenze molto più concrete di quanto pensiamo.

Andrew Norman Wilson

Lavender Town Syndrome

Ordet

Via Adige, 17

Milano

Opening martedì 3 dicembre, h. 18 – 21

4 dicembre 2019 – 1 febbraio 2020

mercoledì – sabato, h. 12 – 19 e su appuntamento

Via Adige 17, 20135 Milano

www.ordet.org

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