Stiamo per cambiare il calendario, l’anno nuovo si avvicina e la giostra fieristica è pronta a ripartire. Tra i primi a presentarsi al 2020 c’è lo storico evento newyorkese The Armory Show, presente dal 1994 come fiera di riferimento per l’arte del ventesimo e ventunesimo secolo. Programmata dal 5 all’8 marzo, l’organizzazione ha diramato l’elenco dei partecipanti a questa edizione: in totale gli espositori sono 178, provenienti da 31 paesi.
Continuando a dare un’occhiata ai numeri, sono ben 120 le gallerie che quest’anno faranno ritorno a Mahattan, Piers 90 and 94, tra cui 303 Gallery (New York), Sean Kelly (New York, Taipei), Victoria Miro (London, Venice), Galerie Templon (Paris, Brussels) e Zeno X Gallery (Antwerp). Si aggiungono poi 30 espositori debuttanti e 28 che ritornano dopo un periodo di assenza, tra cui Brooke Alexander (New York), Galerie Isabella Bortolozzi (Berlin), Carbon 12 (Dubai), Carpenters Workshop Gallery (New York, London, Paris, San Francisco), Chambers Fine Art (New York), Gagosian (New York, Los Angeles, San Francisco, London, Paris, Rome, Le Bourget, Basel, Athens, Geneva, Hong Kong), Garth Greenan Gallery (New York), Pippy Houldsworth Gallery (London), Kasmin (New York), Simon Lee Gallery (London, New York, Hong Kong), Barbara Mathes Gallery (New York), Night Gallery (Los Angeles), e Richard Saltoun (London). Spicca, inoltre, un buon numero di italiane: APALAZZOGALLERY di Brescia, A arte Invernizzi di Milano, Kaufmann Repetto di Milano (e New York), Galleria d’arte maggiore G.A.M. di Milano, Mazzoleni di Torino (e Londra), P420 di Bologna, Lia Rumma di Napoli e Milano e Vistamare di Pescara.
L’edizione 2020 sembra configurare la propria ossatura attorno alle numerose esposizioni tematiche e solo show tenuti all’interno di Galleries, la sezione principale della fiera. Tra questi, gli highlights da segnalare sono sicuramente la Simon Lee Gallery (Londra, New York, Hong Kong), con un’esplorazione della bidimensionalità della pittura, proponendo interpretazioni eccezionali per mezzi e materiali di artisti come Donna Huanca, Claudio Parmiggiani e Toby Ziegler; un’installazione di collage del poliedrico artista Jonas Mekas, presentata da APALAZZOGALLERY (Brescia); un’indagine di sculture e disegni di Mel Kendrick alla David Nolan Gallery (New York); una presentazione di opere dell’artista pionieristica multimediale Hannah Wilke alla Ronald Feldman Gallery (New York); Jeffrey Deitch (New York, Los Angeles), con un’installazione interattiva che comprende nuovi dipinti e sculture di Austin Lee; il recente corpo di sculture di Leonard Drew, realizzate con porcellana e legno cinesi realizzate durante il soggiorno dell’artista in Cina, presentato da Pearl Lam Galleries (Hong Kong, Shanghai, Singapore).
La sezione Presents si occuperà invece di esporre le gallerie emergenti, mentre Perspectives, la sezione più recente ad essere stata inaugurata, è dedicata al materiale storico rivisto attraverso un obiettivo contemporaneo e riunisce sia espositori affermati che emergenti. A cura di Nora Burnett Abrams (Mark G. Falcone Director, Museum of Contemporary Art di Denver), Perspectives: Past as Present mostrerà una serie di progetti che evocano i primi anni della fiera, quando gli espositori erano soliti proporre progetti audaci, grintosi e persino stravaganti. Tra i progetti che promettono di emergere c’è sicuramente la selezione di opere di Jana Vander Lee alla Inman Gallery (Houston); le opere di Joseph Cornell, Philip Guston, Robert Indiana e Giulio Paolini alla Barbara Mathes Gallery (New York), presentando il classicismo come fonte vitale per gli artisti contemporanei; la summa del lavoro di Pierre Soulages presso ARCHEUS / POST-MODERN (Londra); alla Susan Sheehan Gallery (New York), una presentazione di opere di Vija Celmins, Jasper Johns, Brice Marden e Ed Ruscha che furono prodotti da studi di stampa a guida femminile a metà degli anni ’80, mettendo in evidenza il lascito rivoluzionario di incisori femminili; una presentazione di Aminah Brenda Lynn Robinson presso ACA Galleries (New York) esplora i primi lavori dell’artista, uniche per la commistione tra esperienze profondamente personali e altre universalmente condivise. Presente l’italiana Montrasio di Milano e Monza.
Focus, curata da Jamillah James (Curatore, Institute of Contemporary Art, Los Angeles), prende invece in considerazione le modalità attraverso le quali gli artisti costruiscono una versione del mondo e del sé in cui i confini tra realtà e finzione sono indistinti. Preso come a tutto, Focus: Another time, another place interroga una storia quando il presente è in costante accelerazione e le persone e le comunità hanno necessità di raccontare le loro esperienze.
Platform, una sezione curata da Anne Ellegood (Direttore esecutivo, Institute of Contemporary Art, Los Angeles) che offre agli artisti l’opportunità di realizzare installazioni su larga scala e lavori site specific. I progetti su larga scala riflettono su come le tecniche di satira e caricatura sono state storicamente utilizzate nell’arte e nella letteratura come strumenti di critica sociale.