Il tema della Fuga in Egitto trova nuova declinazione a Cremona, dove due tele ritraenti il riposo della sacra famiglia durante il viaggio vengono messe a confronto. Sono entrambe di Orazio Gentileschi e sono protagoniste di una mostra inedita: Orazio Gentileschi. La fuga in Egitto e altre storie, dal 19 ottobre al 2 febbraio alla Pinacoteca Ala Ponzone.
Una fuga disperata, pericolosa per una coppia sola con un bambino: un deserto da attraversare, una strage da cui allontanarsi. Re Erode aveva appena ordinato la morte di tutti i bambini sotto i due anni quando in sogno un angelo avverte del pericolo Giuseppe. Così il falegname organizza in fretta il viaggio con Maria e Gesù, travolti dagli eventi e costretti a cercare rifugio in Egitto. Circa una decina di giorni di viaggio, percorsi con gambe veloci e fiato sospeso lungo distanze amplificate dal caldo e dalla paura. Torneranno circa due anni dopo, dopo che la morte di Erode pone provvisoria tranquillità attorno alle sorti del bambino. A raccontare questa vicenda, tra gli evangelisti canonici, è solo Matteo. Questo ha destato l’interesse di studiosi e artisti, che si sono spesso interrogati sulla veridicità dell’episodio e sul significato che ricopre all’interno della narrazione biblica.
Una particolare sfumatura di questo viaggio lontano dal Giudea è quella del riposo: piccolo momento di pace, istante di serenità sospesa, precaria, ma necessaria durante un cammino di tormenti. Caravaggio e un caravaggesco, in particolare, si sono distinti nel rappresentare pittoricamente questo momento così singolare. Facciamo riferimento a Orazio Gentileschi, a cui sono attribuiti almeno quattro dipinti raffiguranti la scena. Due di queste versioni vengono riunite dal 19 ottobre al 2 febbraio a Cremona: una proveniente dal Kunsthistorisches Museum di Vienna e la seconda di collezione privata. La Pinacoteca Ala Ponzone offre così l’opportunità di godere della vista simultanea delle due opere, dove lo spettatore avrà l’ideale ruolo di uno specchio indagatore: posto nel mezzo delle due, avrà infatti l’opportunità di valutarne simmetrie e diverse sfumature, rimandi e significative variazioni. Alle due opere saranno inoltre affiancate altri lavori tra dipinti, sculture, avori, incisioni che raccontano di questa fuga affascinante e misteriosa. La storia stessa delle due grandi tele ridonda di questo travagliato tema.
Una di queste appartenne a George Villiers, primo duca di Buckingham. Ma la caduta di Re Carlo I d’Inghilterra provocò anche quella del suo potente ministro e la sua “Fuga in Egitto” venne messa all’asta da George Cromwell ad Anversa nel 1646. Finì nelle collezioni dell’arciduca Leopoldo Gugliemo, per il suo castello di Praga, e infine al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Anche la seconda versione non ebbe pace. Dopo vari passaggi, nell’Ottocento il dipinto finì anch’esso nella collezione dei Duchi di Buckingham, a sostituire il gemello finito a Praga. Riproposto sul mercato, entrò a far parte della collezione di Paul Getty a Malibu e oggi è uno dei tesori di una collezione privata di Mantova. Diventa quindi ancora più significativo per Cremona che, per la prima volta nella storia, le due versioni “Buckingham” del Riposo durante la fuga in Egitto vengano esposte vis a vis proprio nella città lombarda.