Palazzo Cipolla a Roma si prepara ad ospitare Ahmed Alsoudani, artista iracheno naturalizzato americano che esorcizza il dolore attraverso l’arte. Dal 26 marzo al 20 settembre 2020.
Nelle opere di Alsoudani dallo spazio amniotico delle forme proliferanti emerge potente uno stato parossistico di delirio reale, concreto, che empaticamente coinvolge e travolge lo spettatore “
Gabriele Simongini
La bozza è un’opera incompleta, o forse è un’opera danneggiata. Nella sua mancanza di completezza essa apre alle interpretazioni più distanti, lasciando intravedere nelle ombre dei disegni suggeriti il segreto spezzato del suo contenuto. Sono un rimpianto, sono un rimorso, sono un dolore. Nell’esplorazione di questo sentimento angosciante si muove l’arte di Ahmed Alsoudani, americano di origine irachena che di questo ha fatto una poesia.
La mostra In Between, a cura di Mary Angela Schroth, raccoglie circa una quarantina di opere dell’artista dal 2004 ad oggi, tra cui, oltre a nuovi e inediti dipinti provenienti dal suo studio, anche una selezione di importanti opere su carta e una più recente scultura in bronzo dipinto. Essa segna, tra l’altro, il debutto assoluto dell’artista nella città di Roma, dopo la sua partecipazione nel 2011 alla 54° Edizione della Biennale di Venezia all’interno del Padiglione iracheno.
Dal 26 marzo al 20 settembre 2020 a Roma, Palazzo Cipolla, l’esposizione esplora la potenzialità dell’arte di spingersi oltre le barriere fisiche e sociali, rivolgendosi all’uomo tramite un linguaggio universale. Ideata insieme alla Marlborough Gallery, è promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e traccia la parabola dell’artista dal 2004 a oggi.
Mosso personalmente dai conflitti in atto nel suo paese, i primi lavori di Ahmed Alsoudani interpretano l’orrore della guerra attraverso il segno della grafite e del carbone sulla tela grezza. Il passare del tempo e la distanza dall’Iran lo conducono poi ad una più modulata e mediata esplorazione del dolore, forse più intima ma non meno tormentata.