150 opere, 18 collezioni, 8 sezioni, tutti i migliori artisti contemporanei. XNL Piacenza Contemporanea inaugura la sua attività espositiva – con sede nell’ex edificio industriale Enel – con una mostra d’eccezione. LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI. Collezionismo italiano contemporaneo riunisce dall’1 febbraio al 24 maggio 2020 la straordinaria doppia testimonianza – artistica e collezionistica – della grande arte che è stata, è e sarà.
La rivoluzione siamo noi esclama il titolo della “prima biennale del collezionismo europeo”, come viene più volte definita dal curatore Alberto Fiz e dal sindaco di Piacenza la mostra che inaugura oggi e si protrae fino al 24 febbraio 2020. Rivoluzione che si distende in svariate sfumature come un prisma al sole: rivoluzione per Piacenza che si apre in modo deciso al contemporaneo; rivoluzione per l’ex stabilimento Enel che assume, tra un misto di nostalgia e spirito avveniristico, il nome di XNL (Ex Enel); rivoluzione per lo spirito del collezionista italiano, che salvo rare eccezioni ha sempre preferito un approccio più riservato, nel suo mostrarsi totalmente al pubblico; rivoluzione, in un senso metaforico-astronomico, anche per le opere d’arte, che dopo essere passate dall’artista e dal collezionista, concludono finalmente il ciclo arrivando al pubblico.
Il titolo trae origine da un’opera di Joseph Beuys – dalla forte carica politica, paragonabile a un moderno e solitario quarto stato che esalta il ruolo dell’artista nella società – poi rivisitato da una scultura di Cattelan (presente in mostra), dove l’artista ammette la sua sconfitta appendendosi penzolante da un gancio. Lo slogan subisce un ulteriore slittamento di senso, aderendo al ruolo centrale che i collezionisti hanno sempre e ovunque ricoperto – ma soprattutto in Italia, dove il primo museo di arte contemporanea è stato aperto nel 1980 circa e tutt’ora scarseggiano istituzioni adeguate – nel sostenere gli enti pubblici nella promozione culturale contemporanea. Ruolo che oggi viene consacrato dall’apertura di musei e fondazioni private, oltre che alla promozioni di mostre come quella in questione.
La mostra, per l’appunto, emula una carica rivoluzionaria – pensiamo, figurandoceli come opere, ai personaggi della Libertà che guida il popolo di Delacroix – per densità e carica emotiva: tre piani (oltre a qualche pezzo dislocato per l’edificio e uno addirittura sul tetto) e 150 lavori che assumono i contorni di un’asserragliata immersione nella storia dell’arte occidentale dal secondo dopoguerra in poi. I 18 collezionisti – Collezione Agiverona; Collezione Alt, Bergamo; Collezione Consolandi, Milano; Collezione De Iorio, Trento; Collezione Ernesto Esposito, Napoli; Collezione Floridi, Roma; Collezione Giuliani, Roma; Collezione Gori-Fattoria di Celle, Pistoia; Collezione La Gaia, Busca; Collezione Emilio e Luisa Marinoni, Lurago Marinone; Collezione Mattioli Rossi; Collezione Mazzolini, Bobbio; Collezione Nomas Foundation, Roma; Collezione Claudio e Maria Grazia Palmigiano, Milano; Collezione Pierluigi e Natalina Remotti, Milano/Camogli; Collezione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Collezione Giuliana e Tommaso Setari, Parigi/Bruxelles, Collezione Gemma De Angelis Testa, Milano – che si sono esposti hanno messo in discussione le proprie raccolte, composte da opere di grandi artisti moderni e contemporanee.
Una concessione sulla fiducia al curatore Alberto Fiz, che ha “smontato e rimontato le collezioni come un hacker”, visionando e selezionando le opere che più si adattassero alle 8 linee guida emerse durante la fase preparatoria e che oggi scandiscono il percorso espositivo. Complicità, Domestiche alterazioni, Rovesciare il mondo, Enigma, L’altro visto da sè, Controllare il caos, Esplorazioni, Spazi di monocromia: queste le sezioni scelte per rappresentare da una parte il ruolo del collezionista e il suo rapporto con l’artista, dall’altro per evidenziare le principali tematiche con cui gli artisti si sono confrontati e continuano a confrontarsi. I medium si disperdono in svariate declinazioni – fotografia, dipinti, installazioni, sculture – e riempiono totalmente lo spazio a disposizione, lasciando oscillare il visitatore nel limbo tra lo spaesamento e la visione antologica dell’arte degli ultimi 60 anni.
Giorgio Morandi, Alberto Burri, Lucio Fontana, Fausto Melotti, Robert Morris, Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Mario Merz, Keith Haring, Gerhard Richter, Daniel Buren, William Kentridge, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone questi alcuni dei nomi più altisonanti che catalizzano ormai da tempo l’interesse del collezionismo mondiale e che a Piacenza trovano un’inedita e particolare collocazione a fianco di artisti più contemporanei quali Ghada Amer, Sislej Xhafa, Roberto Cuoghi, Urs Fischer, Zang Huan, Tobias Rehberger, Thomas Hirschhorn, Teresa Margolles, Zanele Muholi.
Qui un piccolo riassunto delle sezioni e degli artisti inclusi.
Complicità
Il percorso si apre con la complicità, ovvero con la dialettica tra collezionista e artista che si esplicita attraverso una serie di “ritratti – dediche” che coinvolgono i collezionisti e gli artisti.
Gli artisti: Eduardo Arroyo, Elizabeth Aro, Barry X Ball, Jake and Dinos Chapman, Clegg & Guttmann, Matteo Fato, Thorsten Kirchhoff, Luigi Mainolfi, Alessandro Mendini, Helmut Newton, Niki de Saint Phalle, Michelangelo Pistoletto, Alice Ronchi, Thomas Struth.
Domestiche alterazioni
L’ambiente della casa e tutto ciò che ad essa è collegata, dall’arredamento al cibo, subisce una profonda trasformazione con effetti ironici e paradossali.
Gli artisti: Mario Airò, Ghada Amer, Paolo Canevari, Loris Cecchini, Wim Delvoye, Gintaras Didziapetris, Stefania Galegati, Petrit Halilaj, Huang Yong Ping, Yayoi Kusama, Aldo Mondino, Adrian Paci, Athena Papadopoulos, Pino Pascali, Bruno Peinado, Giulia Piscitelli, Paola Pivi, Martha Rosler, Sam Samore, Armando Testa, Richard Wentworth, Tom Wesselmann.
Rovesciare il mondo
Il titolo prende spunto da un’opera di Lara Favaretto (Mondo alla rovescia) sul tempo sospeso ma si estende a questioni sociali e politiche di fondamentale importanza che spaziano dal cambiamento climatico alla questione migratoria.
Gli artisti: Marina Abramović, Francesco Arena, Georg Baselitz, Berlinde de Bruyckere, Alberto Burri, Jimmie Durham, Lara Favaretto, Paolo Grassino, Thomas Hirschhorn, Carsten Höller, Invernomuto, Teresa Margolles, Paul McCarthy, Mike Nelson, Katja Novitskova, Mimmo Rotella, Robert Rauschenberg, Ed Ruscha, Sisley Xhafa.
Enigma
Il mistero insondabile è il filo rosso che lega la ricerca dei collezionisti e l’indagine degli artisti.
Gli artisti: Magdalena Abakanowicz, Matthew Barney, Alighiero Boetti, Sophie Calle, Francesco Clemente, Giorgio de Chirico, Gino De Dominicis, Flavio Favelli, Dan Flavin, Gloria Friedmann, Andrea Galvani, Emilio Isgrò, Anish Kapoor, Joseph Kosuth, Osvaldo Licini, Allan McCollum, Marisa Merz, Giorgio Morandi, Robert Morris, Shirin Neshat, Ahmet Öğüt, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Alessandro Pessoli, Emilio Prini, Andres Serrano, Alexandre Singh, Gilberto Zorio.
L’altro visto da sé
“Ciò che conta per noi è di far la prova della nostra esistenza” scrive Jean Baudrillard nel pamphlet che dà il nome a questa sezione dove i destini degli artisti e dei collezionisti s’incrociano in una serie di lavori che vanno oltre la semplice rappresentazione
Gli artisti: Vincenzo Agnetti, Vanessa Beecroft, Maurizio Cattelan, Mario Ceroli, Enzo Cucchi, Günther Förg, Francesco Gennari, Nan Goldin, Zhang Huan, Ilya Kabakov, Alex Katz, Mike Kelley, Barbara Kruger, Myriam Laplante, Sarah Lucas, Marcello Maloberti, Robert Mapplethorpe, Marzia Migliora, Yasumasa Morimura, Zanele Muholi, Luigi Ontani, Tony Oursler, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Jaume Plensa, Thomas Ruff, Julian Schnabel, Cindy Sherman, Kiki Smith, Franco Vaccari, Marcella Vanzo, Francesco Vezzoli, Bill Viola.
Controllare il caos
La sezione propone modelli linguistici differenti che hanno come elemento unificante quello di esprimere l’energia vitalistica insita nella materia attraverso un’azione che, di volta in volta, può essere differente
Gli artisti: Ben, Daniel Buren, Tony Cragg, Piero Fogliati, Lucio Fontana, Ellen Gallagher, Keith Haring, Damien Hirst, Jannis Kounellis, Sol LeWitt, Mario Merz, Tatsuo Miyajima, Fabrizio Plessi, Hisachika Takahashi.
Esplorazioni
Un percorso che rappresenta un ulteriore elemento d’intersezione tra la ricerca dei collezionisti e quella degli artisti: il viaggio.
Gli artisti: Giovanni Anselmo, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Corrado Bonomi, Chiara Camoni, Roberto Cuoghi, Nicola De Maria, Luciano Fabro, Urs Fischer, Piero Gilardi, Andreas Gursky, Mona Hatoum, Francesco Jodice, William Kentridge, Richard Long, Claudia Losi, Fausto Melotti, Giuseppe Penone, Gianni Pettena, Gianni Piacentino, Tobias Rehberger, Gerhard Richter, Tomás Saraceno, Thomas Struth, Andy Warhol, Erwin Wurm, Andrea Zittel.
Spazi di monocromia
L’ultima sezione si sviluppa attraverso una fondamentale serie di lavori sulla monocromia proposti nella sede della Galleria Ricci Oddi.
Gli artisti: Stefano Arienti, Marco Bagnoli, Barry X Ball, Domenico Bianchi, Enrico Castellani, Alberto Garutti, Mimmo Jodice, Wyatt Kahn, Wolfgang Laib, Piero Manzoni, Fabio Mauri, Pietro Roccasalva, Remo Salvadori, Mario Schifano, Gregor Schneider, Ettore Spalletti, Luca Vitone.