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Alle origini del linguaggio cinematografico: Eugène Frey e João Maria Gusmão dialogano a Monte Carlo

Alphonse Visconti et Eugène Frey  Maquette de décor pour "La Walkyrie", Acte  III, 3ème et 4ème tableaux, ca. 1909  Maquette d’étude, crayon graphite et encre 37 x 60,5 x 60,5 cm  Monte‐Carlo Société des Bains de Mer en  dépôt permanent au NMNM, n°  D.2010.3.150  Photo : François Fernandez Alphonse Visconti et Eugène Frey  Maquette de décor pour "La Walkyrie", Acte  III, 3ème et 4ème tableaux, ca. 1909  Maquette d’étude, crayon graphite et encre 37 x 60,5 x 60,5 cm  Monte‐Carlo Société des Bains de Mer en  dépôt permanent au NMNM, n°  D.2010.3.150  Photo : François Fernandez
Alphonse Visconti et Eugène Frey  Maquette de décor pour "La Walkyrie", Acte  III, 3ème et 4ème tableaux, ca. 1909  Maquette d’étude, crayon graphite et encre 37 x 60,5 x 60,5 cm  Monte‐Carlo Société des Bains de Mer en  dépôt permanent au NMNM, n°  D.2010.3.150  Photo : François Fernandez
Alphonse Visconti et Eugène Frey, Maquette de décor pour “La Walkyrie”, Acte III, 3ème et 4ème tableaux, ca. 1909, Maquette d’étude, crayon graphite et encre, 37 x 60,5 x 60,5 cm, Monte‐Carlo Société des Bains de Mer en  dépôt permanent au NMNM, n°  D.2010.3.150  Photo : François Fernandez

Variations. I Décors lumineux di Eugène Frey presentati da João Maria Gusmão è la nuova mostra presentata dal Nouveau Musée National de Monaco. La curatrice Célia Bernasconi ha allestito un fitto dialogo tra il proto cinema di Frey e l’indagine di Gusmão sulle dinamiche del suo linguaggio. Dal 7 febbraio al 20 maggio 2020.

Non è tutta luce quella che brilla tra il cielo terso e il mare blu del Principato di Monaco. Dentro il Nouveau Musée National de Monaco si agitano ombre misteriose e affascinanti, che occupano gli spazi del museo per tutti i tre piani di Villa Palama, uno dei due edifici che costituisce il museo. Ma sopratutto affondano nei magazzini del museo, dove decine e decine di lastre di vetro – e altrettanti disegni preparatori – realizzate da Eugène Frey (1864-1940).

J. Demontrond, Eugène Frey et la machinerie des Décors lumineux, s.d. Photographie gélatino‐argentique, 27,8x22cm Collection NMNM, n°2004.25.3 Photo: Marcel Loli
J. Demontrond, Eugène Frey et la machinerie des Décors lumineux, s.d. Photographie gélatino‐argentique, 27,8x22cm Collection NMNM, n°2004.25.3 Photo: Marcel Loli

Sono i Décors lumineux, un complesso sistema di proiezioni luminose che combina tecniche fotografiche, pittoriche e cinematografiche, che consentivano di realizzare scenografie in molteplici varianti di colori, luci e forme sino ad incorporare immagini in movimento. L’esposizione recupera 100 di questi magici vetri e li affianca, oltre che a 300 opere su carta utilizzate come modelli e bozze, anche a moderne e contemporanee interpretazioni del medesimo fascino illusionistico. Il filo rosso sono dunque le illusionistiche variazioni di colori, luci e forme che se un tempo hanno dato vita, per esempio, ai teatri delle ombre, in tempi moderni si declinano in più o meno complesse opere d’arte. Le due dimensioni si integrano, spesso anche confondendosi, nell’allestimento armonico della curatrice della mostra Célia Bernasconi.

Eugène Frey Etude pour les Décors lumineux de "La Walkyrie", ca. 1909, Encre noire, gouache et photographies collées sur carton 15x21 cm, Monte‐Carlo Société des Bains de Mer
Eugène Frey, Etude pour les Décors lumineux de “La Walkyrie”, ca. 1909, Encre noire, gouache et photographies collées sur carton 15×21 cm, Monte‐Carlo Société des Bains de Mer

Proseguendo lungo il sentiero tematico dell’ombra, potremmo intendere questa esposizione come luce che illumina il cinema e genera due ombre opposte. La prima è quella che assume i contorni dell’origine del meccanismo cinematografico – i pièces d’ombres di Caran d’Ache; il teatro meccanico dell’artigiano orologiaio Emmanuel Cottier; il teatro delle ombre dell’artista Hans-Peter Feldmann e le performance di Lourdes Castro; i film di silhouette creati da Lotte Reiniger o Michel Ocelot; le esperienze fantasmagoriche di Georges Méliès, Alexandre Alexeïeff e Claire Parker e Jean Hugo. La seconda è quella che proietta il linguaggio cinematografico in una dimensione contemporanea dove, grazie ad una struttura narrativa ridotta all’osso, l’elemento tecnico emerge in maniera preponderante, legandosi in modo immediato a quel proto cinema ben esemplificato dalle opere di Eugène Frey.

Eugène Frey, Etude pour les Décors lumineux de Moïse,  ca. 1937, Crayon graphite, encre noire et gouache sur  carton, 32,4 x 42,5 cm, Monte-Carlo Société des Bains de Mer 
Eugène Frey, Etude pour les Décors lumineux de Moïse,  ca. 1937, Crayon graphite, encre noire et gouache sur  carton, 32,4 x 42,5 cm, Monte-Carlo Société des Bains de Mer

In mostra il principale interprete di questo linguaggio basilare è indubbiamente João Maria Gusmão (Lisbona, 1979), che invitato dal NMNM si è adoperato per creare delle installazioni che dialogassero, approfondendoli, i Décors lumineux di Frey. João Maria Gusmão (con il supporto di Paiva) ha elaborato così un’installazione scenografica composta da proiezioni multiple di diapositive modificate, sincronizzate nei diversi spazi di Villa Paloma in modo da rievocare le differenti tecniche di animazione utilizzate da Frey sotto forma di un «micro-cinema a luce continua».

João Maria Gusmão + Pedro Paiva  Sunset, 2017  Projection, projecteurs de diapositives 6x6  modifiés, mécanismes, filtres  Dimensions variables  Courtesy of the artists  Vue d’exposition “Green Orange”, 2017.  Sies + Hoke Gallery, Dusseldorf, Germany   Photos : Achim Kukulies. Courtesy: Sies +  Hoke, Dusseldorf 
João Maria Gusmão + Pedro Paiva,  Sunset, 2017 , Projection, projecteurs de diapositives 6×6  modifiés, mécanismes, filtres  Dimensions variables  Courtesy of the artists  Vue d’exposition “Green Orange”, 2017.  Sies + Hoke Gallery, Dusseldorf, Germany   Photos : Achim Kukulies. Courtesy: Sies +  Hoke, Dusseldorf

Su questi due binari le ombre aleggiano ininterrotte. Le vediamo danzare sul muro con le sembianze di oggetti stranamente affiancati (statuette, modellini, giocattoli, lattine) e messi a ruotare su giostrine artigianali; nascono misteriosamente dall’oscurità, grazie al necessario ausilio della luce, disegnando placide scene d’interni o immobili paesaggi immensi; si fanno protagoniste di narrazioni cristallizzate – impossibilitate nel procedere per mancanza di spazio, fisicità, volontà – ma allo stesso tempo infinitivamente evocative proprio perché prive di dettaglio, incline a prendere le sembianze di ciò che è – a un primo sguardo o a una profonda riflessione – vorremmo che queste fossero.

João Maria Gusmão + Pedro Paiva  Camera inside camera  Installation de chambre noire  Dimensions variables  Courtesy of the artists
João Maria Gusmão + Pedro Paiva  Camera inside camera  Installation de chambre noire  Dimensions variables  Courtesy of the artists

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