Giovedì 13 febbraio apre a Milano Bianchi Zardin Contemporary Art, nuovo spazio per l’arte nato dalla collaborazione tra Gaia Bianchi e Andrea Zardin. La prima mostra, visibile fino al 4 aprile 2020, è una personale di Brigitta Rossetti.
Gioventù e professionalità si uniscono nella nuova collaborazione tra Gaia Bianchi e Andrea Zardin. Dall’iniziativa dei due giovani protagonisti dell’arte contemporanea milanese nasce così Milano Bianchi Zardin Contemporary Art. L’inaugurazione, fissata per giovedì 13 febbraio, è la tappa iniziale di un percorso che guarda alla promozione dei giovani talenti, sia italiani che internazionali.
Come primo progetto espositivo viene presentata la personale di Brigitta Rossetti, che fa dell’osservazione del mondo e della relazione tra parole e immagini uno dei tratti principali della sua poetica. Pitture figurative, astratte, installazioni e opere in cui si mescolano più tecniche: questi gli ingredienti che vanno a costituire una mostra dove la commistione tra i media – e le differenti relazioni che questi stringono con lo spettatore – diviene metafore di concetti come incrocio, mescolanza e infine trasformazione.
Gli stivali di Peter Pan, l’istallazione realizzata con materiali di riuso che dà il titolo alla personale, rappresenta un invito ai visitatori a compiere un viaggio sconosciuto, alla ricerca della propria identità. Mentre ci domandiamo se l’isola che non c’è sia un problema fisico o metafisico, piano piano si apre in noi la consapevolezza di uno spazio interiore dove si cela la nostra identità.
Il dialogo si innesca anche in altre circostanze, come nelle opere Lost Spring e La stessa isola di prima, dove Brigitta Rossetti immerge lo spettatore all’interno di quel dialogo, tra elementi naturali e artificiali, che caratterizza il legame tra l’uomo e l’ambiente. Si prosegue con Incomprenhsibile, un’istallazione che consiste in un giogo, oggetto ridipinto e riconvertito a una nuova funzione che sta a sottolineare che ciò che sembra non è ciò che è, suggerendoci la possibilità di cambiare prospettiva sulle cose.
La mostra si conclude con l’istallazione astratto-figurativa I sogni di pietra. Brigitta Rossetti mette dunque al centro di tutta la sua ricerca artistica l’essere umano, che pur non essendo raffigurato nelle sue opere, è protagonista.