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60 anni d’Italia negli scatti di Gianni Berengo Gardin (accompagnati da testi d’autore). La mostra-omaggio a Milano

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Con sguardo tenero e discreto Gianni Berengo Gardin ha registrato i mutamenti di costume all’interno della società italiana, lasciando sempre la traccia di un amore innato verso il prossimo. In occasione dei suoi novant’anni, Forma Meravigli ospita Come in uno specchio. Fotografie con testi d’autore, in scena fino al 5 aprile 2020.

Quale laboratorio fotografico non ha almeno un suo scatto appeso al muro? Quale fotografo non possiede, incastrato nella libreria, almeno uno dei suoi volumi? (Anche perché ne ha pubblicati oltre 250 nel corso della sua carriera). Gianni Berengo Gardin, classe 1930, è l’occhio dietro ad alcuni degli scatti più iconici del Novecento. Dai due innamorati assorti in un lungo bacio su una panchina di Parigi alla corsa di una bambina in mezzo ai piccioni di una San Marco innevata,  passando per una famiglia che osserva le onde sul bagnasciuga del Lido: attimi di vita quotidiana, lento scorrere di un tempo reso eternamente presente dall’impressione su pellicola. Rigorosamente in bianco e nero.

Nel corso dei suoi sessant’anni di carriera, in cui è stato fotoreporter per le maggiori testate nazionali e internazionali, Gianni Berengo Gardin ha documentato i mutamenti di costume all’interno della società italiana, posando sempre uno sguardo colmo di speranza su ciò che considerava meritevole di una posa.

Gianni Berengo Gardin, Oriolo Romano, Lazio, 1965 © Courtesy Fondazione Forma

Per festeggiare i suoi novant’anni, gli spazi di Forma Meravigli a Milano ospitano la mostra Come in uno specchio. Fotografie con testi d’autore, titolo che prende spunto da uno degli scatti più noti dell’artista: un momento di routine in vaporetto, a Venezia, nel 1960, in cui luci e riflessi creano una composizione di scene i cui protagonisti sono uomini diversi, eppure uguali. Prodotta da Contrasto in collaborazione con Fondazione Forma per la Fotografia, l’esposizione racchiude sessant’anni di carriera del fotografo in 24 scatti selezionati da altrettanti curatori d’eccezione.

Ogni immagini, infatti, è accompagnata da un testo scritto da un personaggio dell’arte o della cultura il cui cammino ha incrociato quello di Berengo Gardin: dai registi Alina Marazzi e Marco Bellocchio agli architetti Stefano Boeri e Renzo Piano, passando per colleghi illustri quali Sebastião Salgado o Ferdinando Scianna. Non freddi testi critici, quindi, ma commenti a cuore aperto, ricordi intrisi d’emozione, pensieri genuini ad accostare fotografie che in fondo parlano già da sé.

Gianni Berengo Gardin, Milano, 1986 © Courtesy Fondazione Forma

Con le sue immagini, Gianni Berengo Gardin ha indagato la società italiana a 360°, documentandone bellezze e bruttezze, cambiamento e stallo, coerenze e contraddizioni. Con sguardo sincero e mai indiscreto, ha penetrato le intimità umane dimostrando sì rispetto per il prossimo, ma soprattutto amore. Come nello scatto che inquadra una famiglia alle prese con alcuni strumenti musicali in un campo rom di Trento, o quello trafitto dagli sguardi drammatici di uomini rinchiusi in un manicomio a Parma. O ancora, nelle fotografie più recenti che testimoniano l’oscena dirompenza delle grandi navi nella laguna di Venezia. Ogni fotografia è intrisa della presenza di Gianni Berengo Gardin, come se guardandola stessimo partecipando a una sua personalissima percezione del mondo, capace di arrivare dritta al cuore.

Gianni Berengo Gardin, Istituto Psichiatrico, Parma, 1968 © Courtesy Fondazione Forma

Informazioni utili

12 febbraio – 5 aprile 2020

Forma Meravigli, Via Meravigli 5, Milano

dal mercoledì alla domenica 11-20

intero 6, ridotto 4

 

*Gianni Berengo Gardin, In vaporetto. Venezia, 1960 © Courtesy Fondazione Forma

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