Todd Haynes, il regista di Carol, torna al cinema con un film sullo scandalo DuPont, Cattive acque. Al cinema dal 20 febbraio
Todd Haynes, dopo il flop di Wonderstruck (2017) torna al cinema con Cattive acque, un film che racconta la vera storia di Robert Bilott (interpretato da Mark Ruffalo), l’avvocato ambientalista protagonista di una battaglia legale durata 19 anni contro il colosso industriale DuPont. Dal 20 febbraio nelle sale italiane.
Dai produttori di Green Book e Il caso Spotlight, arriva al cinema la nuova pellicola del regista di Carol e Lontano dal Paradiso, nel cast troviamo Mark Ruffalo (Foxcatcher, Il caso Spotlight, I ragazzi stanno bene), Anne Hathaway (Il diavolo veste Prada, Les Misérables) e Bill Pullman (Vice, La battaglia dei sessi) e Tim Robbins (Mystic River, I Protagonisti).
Billot socio dello studio legale Taft Stettinius & Hollister LLP, è diventato (suo malgrado) un attivista, denunciando i pericoli causati da una sostanza chimica che ha contaminato per anni un’intera comunità rurale. Un caso di corruzione e una battaglia che ha avuto il suo massimo impatto mediatico nel gennaio del 2016 in seguito della pubblicazione da parte del New York Times di un articolo firmato da Nathaniel Rich, che descriveva nel dettaglio l’operato dell’avvocato di Cincinnati Rob Bilott. Articolo da cui è tratta la sceneggiatura del film, firmata da Matthew Michael Carnahan (Leoni per agnelli, World War Z).
L’inchiesta è arrivata a colpire il gigante industriale DuPont, responsabile di aver deliberatamente avvelenato migliaia di cittadini americani tramite lo smaltimento di scorie tossiche nelle falde acquifere.
Robert Bilott nella sua estenuante battaglia legale contro il colosso della DuPont ha rappresentato 70mila cittadini dell’Ohio e della Virginia, la cui acque potabili sono state contaminata dallo sversamento incontrollato di PFOA (acido perfluorooctanico). Grazie a uno studio tossicologico sulle vittime, il più ampio per campioni raccolti mai realizzato, Bilott riuscirà a dimostrare i rischi per la salute associati alla contaminazione delle acque.
Haynes con Cattive Acque sembra muoversi in un territorio che gli è poco consono, confeziona il film con estremo rigore e sobrietà, senza rinunciare a una raffinata ricerca estetica. La fotografia di Edward Lachman (Carol, I’m Not There, Erin Brockovich), sodale di Todd Haynes, e le scenografie contribuiscono a restituire un clima livido e opprimente, adatto al film d’inchiesta. La vicenda è al limite dell’incredibile, a tratti agghiacciante, ma il film non si concede grandi slanci e resta perennemente in una zona grigia, ben confezionato ma mai realmente palpitante. C’è un assenza di vitalità in quest’opera, che sembra nata più dalla volontà di cavalcare un genere piuttosto che dall’esigenza di raccontare una storia.