Per la prima volta Il commissario Montalbano va in onda in assenza del suo padre letterario, il compianto scrittore Andrea Camilleri. Ma il giorno della trasmissione, il 9 marzo alle 21.30 su Rai1, mancheranno all’appello anche lo storico regista della serie Alberto Sironi, scomparso la scorsa estate, e il grande scenografo Luciano Ricceri, una carriera al fianco di registi come Ettore Scola e Giuliano Montaldo. E fu proprio Ricceri a scovare, nel lontano 1999 (anno della prima serie), le meravigliose location della Sicilia sud-orientale che sono ormai un luogo dell’anima per gli appassionati della fiction.
Eppure qualcosa nel Commissario Montalbano vive di vita propria e funziona a dispetto di tutto, dei lutti dei “padri fondatori”, della presa in carico della regia in corsa, da parte del protagonista Luca Zingaretti, e persino della fusione di due libri che costituiscono il plot della prima puntata: la trama del romanzo epistolare “Salvo amato, Livia mia” è stata modificata e unita a quella de “Il vecchio ladro”, per dar vita ad un capolavoro di sceneggiatura assolutamente credibile per linearità e senso poetico.
“Montalbano ha pregi e difetti, ma si muove bene nella vita. E rappresenta l’italiano medio”, diceva Camilleri in una delle sue ultime interviste, quando già non vedeva più ed era costretto a dettare i suoi romanzi. “Quello che mi piace di lui è una certa lealtà di fondo”, aggiungeva lo scrittore, “è difficile che si comporti in modo sleale, perfino con gli indagati. Cerca la verità, ma sa che spesso la sua, quella delle indagini, non corrisponde alla verità giuridica”.
Nel primo episodio, intitolato “Salvo amato, Livia mia”, vedremo il commissario e la sua squadra alle prese con temi di forte attualità: pedofilia, immigrazione, ma anche l’amore omosessuale e gli immancabili tradimenti di coppia. Nel secondo, “La rete di protezione” (tratto dall’omonimo romanzo e inonda il 16 marzo), si parla di terrorismo e cyber-bullismo; e di una troupe cinematografica che porta scompiglio nel paesino di Vigata. Oltre alle ambientazioni ragusanesempre più luminose, punteggiate di barocco siciliano, chiostri medioevali restaurati e meravigliose ville Liberty, gli spettatori ritroveranno i personaggi principali: da Mimì Augello (Cesare Bocci) a Fazio (Peppino Mazzotta), da Livia (Sonia Bergamasco) a Catarella (Angelo Russo), più un contorno di attori e caratteristi perfettamente inseriti nel contesto.Il primo episodio del Commissario Montalbano sarà visibileper la prima volta anche nei cinema, il 24,25 e 26 febbraio. Il ricavato degli incassi andrà in beneficenza all’ospedale Spallanzani di Roma e alla Onlus Ape dell’ospedale Sant’Andrea di Roma.
Ma qual è il futuro di Montalbano, ora che Camilleri, Sironi e Ricceri non ci sono più? Intanto la Rai ha scelto di mandare in onda solo due dei tre episodi inediti; il terzo lo tiene in serbo per la primavera del 2021, quando sarà ormai risolto il rebus di nuove riprese, che potranno avvenire o meno. Restano da girare l’ultimo romanzo di Andrea Camilleri pubblicato poco prima della sua morte, “Il cuoco dell’Alcyon” (maggio 2019), e “Riccardino” il romanzo ancora inedito e custodito gelosamente dall’editrice Sellerio, nel quale Montalbano esce di scena.
Sull’argomento, Luca Zingaretti alias Salvo Montalbano, non si sbilancia: “Vorrei prendermi del tempo. E, nel frattempo, celebrare degnamente questi tre nostri amici che amavano tanto la vita”. Mentre Carlo Degli Esposti di Palomar (che produce la fiction insieme alla Rai) commenta: “Montalbano non muore mai”. Per ora sappiamo che come minimo possiamo goderci altri tre nuovi episodi e chissà quante repliche. Mentre rileggiamo Camilleri.