Un femminile per Bene: Carmelo Bene e le Ma-donne a cui è apparso. In libreria il volume di Vincenza Di Vita che indaga la mistica femminile nella poetica beniana
Un’indagine sul femminile in Carmelo Bene, nella sua opera e nella sua poetica: questo l’obiettivo di Un femminile per bene: Carmelo Bene e le Ma-donne a cui è apparso di Vincenza Di Vita (edito da Mimesis), volume che indaga il lavoro di un rivoluzionario del teatro (e del cinema) sotto una nuova luce.
Su Carmelo Bene si è sempre scritto tanto (e bene), con molte pubblicazioni sostenute anche dallo stesso autore, finito anche al Maurizio Costanzo Show a dibattere sul concetto stesso di classicità. Bene difatti è stato un divulgatore consapevole e attento della sua poetica, fornendo chiavi di lettura che a oggi restano ancora le più valide.
Il lavoro di Vincenza Di Vita prende il via nel 2011 come uno studio sul rapporto di Bene con il sacro, nell’accezione più ampia riguardante l’aspetto rituale, poi sfociato in una riflessione biopolitica e infine al femminile in Carmelo Bene.
Ogni capitolo del libro è preceduto da una citazione tratta da Notre-Dame-des-Fleurs, il romanzo d’esordio di Jean Genet. L’indagine proposta in Un femminile per Bene è caratterizzata dalla scelta di privilegiare la dimensione attoriale e autorale di Carmelo Bene attraverso una riflessione che incrocia la sua biografia e la sua poetica sotto l’ottica del sacro (del rituale)
L’Opera di Carmelo Bene si è nutrita della mistica cristiana e di horror fantascientifico dando vita a travestimenti e narrazioni grottesche. Il suo teatro e il suo immaginario attinge della letteratura dei classici, dal teatro biomeccanico di Mejerchol’d e dall’avanguardia contemporanea italiana e europea.
Da queste (ri)letture Bene trae un corpus di pulsioni vitale e mortifere al contempo dove i generi si contaminano tra loro, al pari di virulente patologie.
«Tutto il misticismo è altissimamente femminile più che
maschile, non parlo dei dottori della Chiesa come Teresa d’Avila parlo di tutto il misticismo» (Carmelo Bene – Maurizio Costanzo Show 1990-1994-1995)
Un immaginario multiforme ma coesissimo sorretto da alleanze artistiche, poetiche e filosofiche che hanno reso il suo teatro un (meta)luogo con radici solidissime ma – contemporaneamente – incollocabile, se non altrove.
Nelle sue opere si rincorrono gli echi di Jules Laforgue, Lautréamont, Schopenhauer, Stirner, Nietzsche e Heidegger, gli esiti artistici di Francis Bacon, Gian Lorenzo Bernini, Borromini e Burri, le pagine autori come di Hugo, Joyce, James, Poe, Tarchetti, le visioni di Freud, Lacan, Deleuze, Foucault, Derrida, Klossowski e Cioran.
Un femminile per bene ripercorre l’opera (e la vita, impossibile scinderle) di Carmelo Bene, prediligendo quelle “pagine” legate al femminile beniano, in un’analisi dettagliata e complessa che restituisce l’incredibile ricchezza dell’universo beniano, un mondo letterario dove tòpoi letterari (Amleto, Pinocchio…) sono presi in prestito per un’operazione di demistificazione della coscienza.
Vincenza Di Vita, classe 1983, è dottore di ricerca in Performance Studies. Ricercatore e studiosa di teatro, poeta, giornalista e critico teatrale, dramaturg, collabora con fondazioni e compagnie teatrali. Ha diretto e ideato eventi e riviste; è docente in discipline dello spettacolo dal 2013 in università e istituti di alta formazione in Italia e all’estero. Giurata di premi teatrali internazionali, ha pubblicato diversi contributi nell’ambito degli studi culturali.