La Kasa dei Libri di Milano propone un lettura inedita della Divina Commedia, rappresentata attraverso le illustrazioni di Salvador Dalì. Un’occasione per approfondire in un sola volta l’opera dantesca e la figura dell’artista spagnolo, ancora oggi in grado di catalizzare l’attenzione. La mostra è visitabile fino all’1 marzo.
A pochi passi dalla fermata della metro milanese di Gioia si trova la Kasa dei Libri, uno spazio di tre piani che ospita parte dell’immensa collezione (che consta in totale di 30mila volumi) di Andrea Kerbaker. Non si tratta di una biblioteca, ma di “un luogo di incontro dove i libri possano essere sfogliati, letti e vissuti”, come si legge nella loro locandina. I visitatori possono consultare prime edizioni e osservare dediche di personaggi come Oriana Fallaci o Dino Buzzati, del quale si può persino trovare la patente, lasciata probabilmente per distrazione tra le pagine di Un amore.
È in questo luogo che, a partire dal 15 gennaio fino al 1 marzo, è possibile visitare la mostra Me ne faccio un Baffo. I libri di Salvador Dalì, a cura dello stesso Andrea Kerbaker, a ingresso libero e gratuito. 100 illustrazioni della Divina Commedia realizzate dal celebre artista spagnolo sono distribuite sui tre piani della casa, secondo un percorso ascendente ispirato direttamente al poema dantesco (al primo piano troviamo l’Inferno, al secondo il Purgatorio e al terzo il Paradiso). L’ultimo piano è dedicato a un approfondimento del personaggio di Dalì, ponendo sempre al centro il tema del libro. È interessante il fatto che si siano voluti abbracciare diversi aspetti della sua produzione artistica, rispecchiando così la sua poliedricità. Oltre a un’introduzione generale sulla sua figura tanto eccentrica, con i suoi baffi, la passione per le forme bizzarre e per i rinoceronti, si trovano tre sezioni: il Dalì scrittore, Dalì internazionale e Dalì illustratore.
Le illustrazioni per la Divina Commedia gli vennero commissionate in occasione del settecentesimo anniversario della nascita di Dante (il 1965) dall’Istituto Poligrafico dello Stato italiano. Tuttavia, dato il polverone sollevato dal fatto che l’opera fosse stata affidata a un artista non italiano, la pubblicazione venne presa in mano dalla casa editrice Adriano Salani di Firenze. È proprio da questa edizione che sono state estrapolate le pagine illustrate presenti alla mostra della Kasa, fissate su dei pannelli che si integrano con la disposizione degli scaffali dei libri. Sotto ciascuna immagine è apposto un verso della Commedia che si riferisce alla scena rappresentata. In apertura troviamo la scena in cui Dante si trova disorientato nella selva oscura e vede di fronte a sé “Il dilettoso monte”.
Proseguendo, si possono notare rappresentazioni sia delle pene, come quella che affligge Avari e Prodighi, sia dei personaggi principali che popolano l’Inferno, come Cerbero o Lucifero. Notevole è la rappresentazione di quest’ultimo: un mezzobusto terrificante dalla testa ripiegata verso il basso, con il volto rugoso, trafitto da un osso e in procinto di divorare il penitente. Dante e Virgilio sono posti in basso a sinistra, rappresentati su scala piccolissima, come si può notare anche in altre illustrazioni. Salendo, si passa al Purgatorio. Spiccano qui una Vergine Annunziata dall’espressione malinconica, la scena dell’incontro fra Dante e Beatrice, il pentimento di Dante e Dante purificato, una figura senza volto che si scorge da un’incavatura del corpo di un angelo. Nel Paradiso cambiano il supporto e la disposizione delle opere, le quali pendono dall’alto sospese su dei fili. Qui trionfano gli angeli, San Pietro, Cacciaguida e altri personaggi illustri.
Ma il Dalì illustratore non si è dedicato solo alla Divina Commedia. In una delle sale al terzo piano, infatti, è possibile sfogliare edizioni di Don Chisciotte, la Bibbia e persino il Pater Nostrum, le cui pagine sono abbellite dai disegni dell’artista. Interessante è anche la sala a fianco che rappresenta il carattere internazionale di Dalì. Qui troviamo opere scritte dallo stesso artista e provenienti da diverse parti d’Europa (come Germania, Spagna, Olanda). All’interno vengono costantemente proiettati corti che hanno al centro la poetica di Dalì, come ad esempio spezzoni tratti dal film Un Chien Andalou, dell’amico Buñuel. Curiosa è anche l’esposizione di alcune bottiglie da lui progettate che mostrano anche le sue capacità di designer, così come la presenza di un ricettario da lui redatto, Le diner de Gala, una delle sue molteplici bizzarrie.
Nel complesso si tratta di un’esposizione adatta a un pubblico non necessariamente di intenditori sia per l’organizzazione molto intuitiva del percorso espositivo che per l’universalità del tema: la rappresentazione della Divina Commedia. Ma, soprattutto, colpisce l’idea di una fruizione diversa della pittura, trasmessa dall’oggetto libro, molto più accessibile e meno “distante” rispetto a un dipinto esposto all’interno di una galleria d’arte.