Dalla Russia a Firenze: il Museo Stibbert ospita 27 opere di artisti contemporanei russi che testimoniano il legame secolare tra la pratica artigianale toscana – legata alla lavorazione delle pietre dure – e quella russa. Spirito russo, dal 24 aprile al 30 settembre 2020.
Firenze e la Russia sono collegate da un ponte di pietre preziose eretto più di 200 anni fa. Al tempo Firenze era la patria dell’arte e dell’artigianato, la cui tradizione legata al mondo delle pietre andava costruendosi dal 1588, quando Ferdinando I de’ Medici fondò l’Opificio delle Pietre Dure. Nacque così una particolare pratica artistica connotata dall’utilizzo di materiali preziosissimi votati alla creazione di sculture, reliquari, tavoli, mobili, fregi e vasi. Negli anni la tecnica si aggiornò fino a dividersi in due filoni distinti: da una parte il commesso fiorentino (raffigurazione a intarsio di pietre dure di motivi decorativi, paesaggi, ritratti e scene di vario genere ricavati dalla pittura), dall’altra la glittica, ovvero la lavorazione delle pietre dure a tutto tondo, successivamente composte tra di loro a costruire un disegno unitario. Di questa secolare tradizione si invaghì lo zar Nicola I, in visita a Firenze, dove successivamente inviò un proprio artigiano per apprendere l’arte dai maestri toscani.
Una passione e un’arte che, in territorio russo, da lì in poi non si sono più esaurite, evolvendosi e mutando forma, sempre tenendo però presenti le origini fiorentine. Con questo spirito, alimentato da secoli di storia, 27 opere contemporanee di artisti russi arrivano a Firenze al Museo Stibbert. Spirito russo, in programma dal 24 aprile al 30 settembre, porta così i capolavori della collezione Shmotev – organizzazione no profit fondata nel 2019 con l’obiettivo di promuovere il lavoro dei moderni maestri russi – nel capoluogo toscano.
Agata muschiata, diaspro, selce, ematite, pietra di quarzite ferruginosa, legno pietrificato, marmo di Gazgan, corniola, occhio di tigre, calcedonio, metallo, solo alcuni dei preziosi materiali che si susseguono all’interno del percorso espositivo suddiviso in sette capitoli: le pietre dure a Firenze, illustri precedenti; personaggi della storia russa; l’infanzia, i giochi e le attività nella Russia Antica; eroi di fiabe e leggende; lo «spirito» russo nell’arte ottocentesca; visioni delle steppe asiatiche; la magia delle pietre dure e la loro lavorazione.
Alla fine tecnica artigiana di lavorazione delle pietre si aggiunge inoltre il carico narrativo e contenutistico che le opere posseggono, contraddistinto dal racconto di eroi e personaggi legati alle fiabe e alle leggende russe. Da San Giorgio, la cui eroica figura è inserita nello stemma di Mosca come santo patrono della città, alla raffigurazione della caccia con il falco, considerata la scuola preparatoria per gli uomini d’arme; dallo Sterlizo, guerriero dotato di armi da fuoco, a Ivan il Terribile, una delle figure più controverse e complesse della storia russa. Da Ermak, un militare cosacco conquistatore della Siberia, a scene di gioco come lo slittino o attività che vedono impegnate in azioni quotidiane fanciulle che portano fascine o acqua, pastorelli, giullari e suonatori, nomadi e demoni. Personaggi epici come Svjatogor e Mikula; il trionfo della giustizia sul male irrazionale con Dobrynja Nikitič e il drago; Il’ja Murometz, eroe guerriero più conosciuto e amato insieme a personaggi controversi come Koščej e Baba-Jaga; grandi amori come la storia di Lel’.