Se a partecipare sono stati 4.282 fotografi provenienti da 125 paesi, ad arrivare in finale, solo 44, provenienti da 24 paesi (tra cui anche l’Italia). Il World Press Photo 2020, il più importante concorso di fotogiornalismo, si appresta a nominare i vincitori di quest’anno.
I vincitori saranno annunciati il prossimo 16 aprile nella tradizionale cerimonia ad Amsterdam, ma nel frattempo il World Press Photo ha annunciato i finalisti di questa 63° edizione del premio. Come ogni anno il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955, mette in palio diversi premi, tra cui i due più rilevanti: il tradizionale World Press Photo of The Year e il World Press Photo Story of the Year, che premia il fotografo la cui creatività visiva e abilità hanno prodotto una storia con eccellenti editing e sequenza fotografici, su un grande evento o una questione di rilevanza giornalistica del 2019.
World Press Photo of The Year
I sei candidati al World Press Photo of The Year sono: Mulugeta Ayene di Associated Press (AP) con la foto di una donna che si butta in faccia un mucchio di terra raccolta dal luogo dove è precipitato il Boeing della Ethiopian Airlines, in Etiopia; Farouk Batiche di Deutsche Presse-Agentur con un’immagine che ritrae scontri in Algeria tra manifestanti e polizia; Yasuyoshi Chiba di Agence France-Presse con un momento delle manifestazioni in Sudan per chiedere un governo civile e non militare; Tomasz Kaczor per il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza con la foto di una ragazza da poco risvegliata dallo stato catatonico causato dalla sindrome da rassegnazione; Ivor Prickett del New York Times con la foto di un combattente curdo che riceve una visita dalla fidanzata in un ospedale da campo; e Nikita Teryoshin con la foto di una fiera di armi negli Emirati Arabi Uniti.
World Press Photo Story of the Year
I finalisti per il World Press Photo Story of the Year sono invece: Nicolas Asfouri dell’agenzia AFP per il suo lavoro sulle proteste ad Hong Kong; di nuovo Mulugeta Ayene di AP per un lavoro più ampio sui parenti delle vittime a bordo del Boeing precipitato in Etiopia e il francese Romain Laurendeau per un lungo reportage sui giovani algerini e sulla loro importanza nell’ispirare le rivolte dello scorso anno.