Il regista Yorgos Lanthimos ritorna a ispirarsi al mondo animale per sviluppare la sua regia concettuale. L’occasione è il video promozionale di Gucci per la campagna primavera-estate 2020, dove una paradossale presenza equina rimanda a un film del regista, The Lobster, e si fa simbolo dei valori del brand. Carisma e libertà, su tutti, emergono dal sottofondo musicale – Everybody’s Talking di Harry Nilsson – e dal taglio dettato da Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci.
Che Yorgos Lanthimos avesse un particolare rapporto con il mondo animale era chiaro fin dai tempi di The Lobster. Se nella pellicola del 2015 la componente bestiale era limitata al ruolo di distopica prospettiva, nel lavoro che il regista greco ha ideato per Gucci gli animali, in particolare i cavalli, convivono pacificamente con l’uomo. Anzi, lo seguono in ogni istante della giornata, ricoprendo ruoli analoghi alle modelle che accompagnano. La situazione è surreale, ma contiene il suo aspetto grottesco grazie a una cura nella messa in scena molto fine che lo rende elegante, in qualche modo in linea con il marchio che pubblicizza.
Il mondo equestre gioca da sempre un ruolo centrale nell’immaginario di Gucci e in questo caso si prende la scena libero da cavalieri o altri tipi di restrizioni. Fieri nonostante le situazioni improbabili in cui si ritrovano – per esempio seduti su una sedia al tavolino (ovviamente in un parcheggio) – i cavalli si fanno simbolo di una spensieratezza ritrovata, grazie alla quale riescono a mantenere un’impostazione elegante nonostante la quotidianità a loro aliena. Superato lo spaesamento iniziale, il video diretto da Lanthimos propone una visione conciliante del rapporto tra uomo e natura, sospeso in una dimensione sognante e quasi scanzonata. Vediamo infatti i cavalli recarsi all’autolavaggio, prendere comodamente un aereo o agitare la criniera sotto il tramonto in spiaggia.
Tutt’altra cosa rispetto all’atmosfera angosciante di The Lobster, dove gli uomini e le donne single vivono rischiando di diventare animali se non trovano un compagno. Nonostante il disallineamento emotivo, il film e il video sembrano però ironicamente allacciarsi seguendo il filo delle due vicende: che i cavalli non siano altro che il risultato della trasformazione di alcuni individui incapaci di stringere una relazione? Si tratta certamente di un passaggio eccessivo e probabilmente sbagliato, ma la tentazione di intraprenderlo nasconde un ulteriore svolgimento interessante. Accettata l’idea che ogni cavallo celi un uomo, è necessario considerare che in The Lobster i personaggi hanno facoltà di scegliere il loro animale preferito per la loro eventuale trasformazione in caso di fallimento. Da questa sovrapposizione di opere dobbiamo concludere che nel video tutti desiderino il cavallo più di ogni altra cosa e lo scelgono come destinazione per la loro metamorfosi. Tutti desiderano il cavallo, tutti desiderano Gucci. Poco importa allora delle quattro zampe e del sorriso equino, in questa visione assurda non c’è niente di più importante che accompagnarsi a un cavallo. Nemmeno in salotto o in piscina è possibile fare a meno dell’animale da compagnia più diffuso nell’alta moda. È un animale più versatile di quanto si possa pensare.