“Cos’è in definitiva una collezione? Un mondo dentro il mondo”. Così scriveva Marco Belpoliti in un articolo qualche anno fa. E non c’è frase più vera per descrivere una collezione filatelica.
Il bello della filatelia sono proprio le storie che i francobolli raccontano. Alberto Coda Canati, capo del dipartimento di Filatelia per la casa d’aste milanese Il Ponte dal 2016, ci spiega in questa intervista come nasce il collezionismo filatelico, alcune curiosità su francobolli rari e dai valori milionari e qualche consiglio su come iniziare una collezione filatelica.
Parlando o leggendo di francobolli, sicuramente molti sono incappati in questa frase: “Filatelia, re degli hobby e hobby dei re”. Ce la vuole commentare?
E’ un grande classico. La filatelia è la forma di collezionismo più diffusa al mondo, nota come tipico passatempo da regnante. Ormai non ci sono più Reali che collezionano. Un recente grande collezionista è stato Ranieri di Monaco che ha portato avanti una collezione significativa che adesso è esposta a Montecarlo. Un altro famosissimo collezionista è stato Re Giorgio V, che ha raccolto francobolli principalmente della Gran Bretagna e delle Colonie inglesi che è notevolissima e attualmente è la collezione della Regina Elisabetta. Ci sono francobolli molti rari e molto belli. Per citare altri Reali, Carlo II di Romania ha avuto una grande collezione e la regina Elena del Montenegro. Tra le grandi personalità non Reali, posso citare il presidente degli Stati Uniti Franklin Roosevelt.
Quale è il primo francobollo al mondo?
E’ il Penny Black. Fu ideato da Rowland Hill per conto del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda ed emesso il 6 maggio 1840.
Come e quando nasce il collezionismo filatelico?
Il collezionismo filatelico nasce verso il 1850-60 in Inghilterra e Francia. Poi rapidamente si espande un po’ in tutta Europa e negli Stati Uniti già dal 1870. Nel 1880 era già pratica diffusa in tutto il mondo. Parliamo di una tradizione che dura ormai da ben oltre 100 anni. L’espansione del collezionismo filatelico segue l’espansione dei francobolli. Si parte nel 1840 con il Penny Black In Inghilterra. Successivamente il cantone di Zurigo e poi il Brasile e già nel 1850 vengono emessi sul territorio italiano. E da lì in pochi anni un po’ tutti i Paesi del mondo hanno adottato il francobollo, che per l’epoca è stata una innovazione tecnologica molto significativa.
Si può parlare di filatelia antiquariale e filatelia popolare?
La filatelia come un po’ tutte le forme di collezionismo si divide per la quantità di studio che c’è dietro. Vi sono collezioni che valgono decine di migliaia di euro e altre che valgono 150 euro che però hanno richiesto molto studio e molta dedizione da parte del collezionista e quindi sono anche loro apprezzabili.
Quale è il fil rouge che lega una collezione filatelica?
Solitamente le collezioni sono di tre tipi: si fanno per Paese, per tematica o per argomento. Quella per Paese è la più frequente. Si tende a collezionare tutti i francobolli di un determinato Paese. Ad esempio chi colleziona quelli dell’Italia di solito cerca di farli tutti, la Repubblica, il Regno, gli Antichi Stati, le Colonie, le Occupazioni. C’è da divertirsi. Una collezione a tema invece non si focalizza sul Paese emittente, ma su un determinato tema. Ad esempio ci sarà chi acquisterà francobolli con treni, chi con i fiori o chi con i cani… Invece la collezione per argomento, è quella più di studio. Va a selezionare un determinato periodo storico o un determinato francobollo e attorno a questo ricrea tutto un discorso legato magari alla storia postale (che è lo studio delle lettere), una parte molto significativa del collezionismo dei francobolli. Si va a localizzare un periodo temporale ristretto in cui quel francobollo è stato usato. Le faccio un esempio. In asta da Il Ponte abbiamo venduto a 6 mila euro una lettera spedita da Roma il 21 settembre del 1870, il giorno seguente la presa di Porta Pia. E’ stata scritta da un militare con un testo bellissimo che descrive quello che era avvenuto il giorno prima. Se questa lettera fosse stata scritta 20 giorni dopo non avrebbe avuto tutto questo significato. Scritta in quella data specifica e con quel testo è diventata un oggetto di grande valore. Chi studia la presa di Porta Pia studia le corrispondenze spedite dai militari italiani prima e dopo l’evento. Quindi il valore storico di questa lettera era altissimo. Le faccio invece un altro esempio di collezione per argomento: quella legata alla storia dell’aviazione. Era d’uso trasportare delle lettere sia per collezionismo sia per vera e propria corrispondenza. Gli aviatori negli anni Venti e Trenta effettuavano tragitti molti rischiosi e portavano con sé delle lettere. Queste testimoniano il viaggio. Charles Lindbergh quando ha attraversato l’Atlantico da New York a Parigi ha trasportato delle lettere e sono degli oggetti che hanno un valore molto significativo.
Chi colleziona francobolli solitamente colleziona anche storia postale?
Non è detto. Sono due campi della filatelia abbastanza separati. Il collezionismo di francobolli è un tipo. Quello della storia postale è diverso. Normalmente chi fa l’uno non fa l’altro. Quando ci si concentra su uno di solito l’altro lo si lascia un po’ da parte perché sono due tipi di oggetti diversi.
E la numismatica come si colloca in relazione alla filatelia?
E’ luogo comune che siano legate. Ma i collezionisti di francobolli raramente collezionano anche monete. Parlo di collezionisti importanti, “avanzati”. Così anche i mercanti. Di solito sono esperti o dell’una o dell’altra.
I francobolli con gli errori hanno valori esorbitanti. E’ solo la rarità a fare il prezzo?
Sì. Il mercato della filatelia è bastato sulla legge della domanda e dell’offerta come per tutti i mercati. Un francobollo che ha un errore è più raro del suo omologo senza l’errore. C’è il caso clamoroso dell’Inverted Jenny, un francobollo americano di posta aerea di cui è conosciuto solo un foglio dove l’aeroplano è stampato al rovescio. Ha la testa in giù, sembra che stia volando al contrario. E’ un francobollo che in ottime condizioni supera il milione di dollari. Si vende molto facilmente. Perché è mitico. Ci sono dei francobolli che sono mitici e altri che lo sono meno. Come in tutti i settori ci sono i cosiddetti “Holy Grail”, e infatti rispetto ad altri francobolli americani dello stesso periodo con il soggetto capovolto, l’Inverted Jenny vale due o tre volte tanto perché è un mito. Per la storia che c’è dietro all’emissione.
E qual è allora il vero Sacro Grall della filatelia?
Il Sacro Grall in assoluto è il “One Cent Magenta” della British Guyana. Venduto a 9.800.000 dollari nel 2014 da Sotheby’s a New York . E’ un francobollo unico. Emesso nel 1856, si ritiene che ne esista un solo esemplare. In quegli anni i francobolli erano stampati localmente. Non arrivavano dall’Inghilterra. Ne hanno stampati pochissimi. Di questo valore, da “One Cent”, (esistono esemplari anche da 4 cent) ad oggi ce n’è uno solo. O hai quello o non hai la collezione completa delle colonie inglesi. E’ unico, incredibile. Esiste un altro mitico con errore, il “Treskilling Yellow”: si tratta di un francobollo svedese che è stato stampato in giallo anziché in verde. E’ un errore di colore. Vale milioni di dollari.
Quali consigli da esperto può dare ai neo-collezionisti? Dove documentarsi, a chi rivolgersi?
A chi si è trovato una collezione di francobolli già fatta, consiglio di non perdere tempo con cataloghi o cercando le quotazioni online. E’ più immediato rivolgersi a un esperto che in pochi minuti è in grado di dare una prima valutazione. Ci sono francobolli che assomigliano molto ad altri e l’occhio non esperto può sorvolare queste differenze. Magari può trovare online valutazioni da 7 mila euro mentre nella realtà ha una versione normale del francobollo che vale 30 centesimi.
Differenza tra francobolli nuovi e usati?
Normalmente quelli nuovi sono più rari. Anche se il “One Cent Magenta” è usato. Le più grandi rarità in assoluto della filatelia sono usate. Ma si parla di rarità incredibili. Anche il “Treskilling Yellow” è usato.
Quale tipologia di cliente contatta una casa d’aste come Il Ponte? Come funzionano le vostre aste?
Solitamente i nostri clienti sono famiglie che hanno ereditato collezioni più o meno importanti. Altri desiderano rinfrescare le loro collezioni e mettono in vendita collezioni che non curano più per poter comprare altre cose. Noi facciamo aste con un numero di lotti contenuto, sui 250 lotti. Di questi il 50% sono i lotti singoli molto selezionati per rarità o qualità e poi ci sono le collezioni che non vengono smembrate ma vendute in unico lotto con prezzi molto appetibili.
Ci racconta alcune aggiudicazioni a Il Ponte di cui ha un ricordo particolare?
Sei lettere trasportate dagli astronauti durante le missioni Apollo nello spazio e firmate dagli astronauti. Tutto il set completo ha fatto 120 mila euro! Un’altra vendita molto emozionante che ricordo è quella di una lettera partita da Parigi nel 1870 mentre era assediata dai Prussiani. Trasportata fuori città tramite una mongolfiera, è stata indirizzata tramite Londra verso il Sud Africa. Questa lettera partiva da 6.500 euro. Ma ne sono note solo due di lettere che hanno fatto questo viaggio in quel momento storico dell’assedio. La storia e la rarità ha fatto sì che sia stata venduta per 35 mila euro.
Come sta andando il mercato filatelico a livello nazionale e internazionale?
Risente un po’ della crisi dei consumi. Si sta settorializzando sempre di più. Per fare un esempio. Se negli anni ’90 c’erano 100 mila collezionisti che collezionavano anche oggetti “banali”, oggi ci sono solo 10 mila collezionisti ma di questi sono molto pochi quelli che collezionano cose banali. Quelli che scelgono la filatelia oggi sono molto attenti. Molto competenti. Un trend molto positivo da qualche anno è quello della storia postale. Le lettere riscuotono sempre più interesse oggi rispetto ai francobolli. Ci sono anche certe zone geografiche che hanno più successo rispetto ad altre. Le colonie inglese sono collezionate in tutto il mondo e la richiesta è molto alta.
Le tre regole per un buon investimento in filatelia
Qualità, storicità e prezzo.
Perché affidarsi a una casa d’aste?
Perché vende al prezzo di mercato. In asta il prezzo è più limpido.
FILATELIA E NUMISMATICA
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