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Che rumore fa oggi il mondo: il progetto artistico di Stuart Fowkes aperto a tutti

Stuart Fowkes

Rumore

L’idea è venuta a Stuart Fowkes: creare una mappa interattiva con i nuovi e inediti rumori prodotti in questo momento difficile nelle città di tutto il mondo e non solo. Potrete così ascoltare la canzone Anti-Coronavirus in Senegal, gli applausi degli operatori sanitari, gli inni nazionali, i cori all’alba di Varsavia, la voce di una donna che legge delle storie ai propri figli; ma potete inviare anche voi un suono, ovunque vi troviate.

Sounds from the global Covid-19 lockdown è probabilmente il progetto artistico più commuovente e riuscito nella marea di quelli sorti in questo periodo di quarantena e lontananza forzata. Un modo per rendersi conto della globalità di quanto ci sta accadendo, della nostra partecipazione e della nostra sensibilità. Questo progetto recente è figlio di altro ben più ampio che Stuart Fowkes sta portando avanti ormai da diverso tempo. Il progetto originario ha lo scopo  mappare in maniera più ampia possibile tutti i rumori prodotti in ogni parte del mondo. E ora, in questo strano periodo,  Stuart ha deciso di far nascere qualcosa di parallelo: registrare questi nuovi rumori. Ora la fruizione di questa mappa dei “nuovi suoni” è quanto meno un modo per capire cosa siamo in questo momento: un silenzio intimo e inedito. In futuro sarà qualcosa che ci ricorderà meglio di ogni altra cosa il significato di questi giorni, sarà il modo migliore per ricordare quanto siamo stati e quanto siamo sempre e comunque fragili.

Stuart Fowkes

Il progetto è aperto tutti ed è piuttosto semplice partecipare: sul sito Cities and Memory, c’è un form da compilare, ma potete inviare la vostra registrazione utilizzando anche WeTransfer, Dropbox, OneDrive e altri link di download. E non ci sono restrizioni o limiti di sorta. Cercate qualcosa di vostro e unico, come il suono che fa una chitarra elettrica le cui corde sono pizzicate dalla neve o il rumore di un bambino che gioca a qualcosa di inventato da lui. Collettivo e globale è il virus così è questo progetto: uno specchio delle nostre differenze ma sopratutto di quanto siamo tutti uguali, fratelli del mondo.

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