Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Andrea Grotto
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
La mia giornata ultimamente si svolge quasi del tutto sulla poltrona di casa. Dico quasi perché, nei limiti imposti dal decreto, riesco a correre quasi ogni giorno intorno alla casa. Non potendo andare in studio e non potendo neanche ordinare i materiali che mi mancano (pare che i colori non siano beni di prima necessità) ho adattato il lavoro alla situazione spostandolo dallo studio al computer. Una delle cose più difficili, sopratutto all’inizio, è stato il cambio di passo, il portare tutto all’interno, dentro casa, dentro una stanza, dentro un computer. Non mi volevo fermare perché non riesco ancora a rassegnarmi del tutto alla sospensione e quindi mi sono dovuto inventare dei riti per scandire la giornata senza avere il sentore di averla persa.
Uno dei miei impegni più grandi è la scuola che soprattutto ora prende davvero molto molto tempo. Tutto ciò che prima si svolgeva in un laboratorio, con interventi pratici e orali ora si svolge in casa attraverso vari Devices e la cosa non aiuta per niente. Una delle cose positive di questa situazione di relazioni a distanza sono alcune lezioni online che sto organizzando grazie alla disponibilità di alcuni amici artisti, fotografi e grafici; Francesco Malutta, Cristiano Focacci Menchini, Veronica De Giovannelli, Enej Gala, Stefano Maniero e Veronica Maccari che hanno accettato di incontrare virtualmente alcune delle miei classi per raccontare il loro lavoro, la loro ricerca e il loro percorso. Un’occasione per rivedersi e contribuire alla crescita dei ragazzi che forse più di noi stanno vivendo una situazione davvero instabile. Un altro scambio intenso ed importante di questa quarantena è stato un continuo dialogo e scambio di idee con Giada Pellicari attorno al progetto #Artistsinquarantine, un progetto di mostra su Instagram nato nelle prime ore del blocco, dalla necessità di affermare che nonostante tutto, le relazioni continuano ed è ancora possibile camminare. Il progetto ha coinvolto 12 artisti molto diversi tra loro ma orchestrati con entusiasmo da Giada. Lavorando solo da computer quindi sto costruendo una nuova serie di immagini che stanno cercando una forma, un supporto e una collocazione.
Non mi sbilancio molto su questa nuova serie perché è una novità anche per me e la sto indagando ma per ora gli esiti mi piacciono e li sto trovando interessanti… vediamo cosa succederà. Parallelamente sto portando avanti sempre il disegno che è una colonna portante della mia ricerca attraverso cui sto progettando nuovi dipinti e sculture in cui sarà presente fisicamente anche il fuoco. Un elemento primordiale che sto indagando da alcuni anni e a cui mi sento davvero molto legato.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Direi che lo Spazio in questo momento è un concetto che ho dovuto metabolizzare a più riprese. Dove vivo io a Schio (VI) lo spazio non manca, il paesaggio è molto bello e le montagne sono onnipresenti ovunque si guardi. La natura in questo momento sta imponendo la sua presenza in modo inesorabile e forse proprio per questo motivo, la permanenza in cattività sta creando, almeno in me, uno stato di insofferenza particolare. Quindi non solo lo spazio di lavoro si è stravolto ma anche lo spazio visibile oggi ha cambiato identità.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Sto leggendo molto perché in questo periodo non riesco a scrivere, mi risulta difficile e confusionario per cui preferisco disegnare e leggere. Ho appena finito “Il colore del buio” di Alessandro Carrera, un libro bellissimo e carico di riflessioni fondamentali per noi pittori. Contemporaneamente ho riletto “Fare un fuoco” e “Colui che perse la faccia” di Jack London, uno dei miei scrittori preferiti di sempre. Da poco ho iniziato a leggere “Il giro del giorno in ottanta mondi” di Julio Cortazar, una raccolta di follie davvero nutrienti il tutto sempre con la musica, che non manca mai.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Credo che la prima cosa che farò sarà caricare tutto in macchina e finalmente trasferirmi con mia moglie nella nostra nuova casa, dove finalmente riavrò il mio studio e credo che cercherò di rimettere le cose al loro posto per poter riprendere il lavoro fisico, la pittura e la scultura. Poi credo che andrò in montagna, in silenzio.