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L’Ultima cena di Leonardo si anima, la pittura prende vita grazie a 9 premi oscar…

L'ultima cena, Leonardo L'ultima cena, Leonardo
L'ultima cena, Leonardo
L’ultima cena, Leonardo

L’Ultima cena di Leonardo si anima, prende vita. Ciò che abbiamo sempre immaginato diventa realtà. Nove premi oscar, quattro artisti e un’unica opera: “The last supper: the living tableau” di Armondo Linus Acosta.

Vittorio Storaro, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, ognuno vincitore di tre premi Oscar (corrispettivamente per la cinematografia, la scenografia e la decorazione scenica), collaborano con Armondo Linus Acosta, creatore e regista del nuovo Cenacolo: “The last supper: the living tableau”. Un video di 9 minuti che dà vita al famoso fermo immagine. Un’opera d’arte nell’opera d’arte.

La scena è vuota. Una lente d’ingrandimento su una parte del paesaggio. Delle nuvole e degli alberi. I movimenti sono estremamente lenti e precisi. La telecamera si allontana, ed eccoci nella sala della cena. Con calma iniziano a presentarsi i personaggi, che non sono rallentati digitalmente ma sono gli attori stessi a muoversi a rallentatore. Di sottofondo una musica classica ci coinvolge ancor di più nella scena. All’ingresso di Gesù gli altri sono fermi, bloccati grazie a delle strutture di gesso ricoperte dai loro vestiti che riproducono le pose del dipinto. Solo gli occhi e la testa si muovono.

Gesù è al centro della tavola consapevole di quello che sarà il suo destino. E’ circondato dai 12 Apostoli (il regista ricopre il ruolo di Taddeo). Confusione, dubbi, angoscia, stupore sono solo alcuni dei sentimenti che traspaiono.

                                             

Un capolavoro illuminato da Vittorio Storaro e impreziosito dalla scenografia di Dante Ferretti e dal décor di sua moglie Francesca Lo Schiavo.

L’ultima sequenza del video è identica al dipinto. Un lavoro minuzioso per riprodurre fedelmente la sala, proprio come se fosse un film. Bisognava dare un senso prospettico alla ricostruzione architettonica del dipinto a muro. Storaro ha cercato di mantenere gli stessi rapporti numerici dell’opera originale.

“Ho cambiato il formato cinematografico seguendo la perfezione dell’immagine leonardesca….

….Purtroppo l’illuminazione del dipinto, così com’è ora a Santa Maria delle Grazie, è sbagliata, parte dal basso. Invece Leonardo usa una luce nordica, suffusa che dà un senso di equilibrio tra luminosità e oscurità, una luce naturale che viene da sinistra, c’è una grande finestra che illumina la parete e lui dà la sensazione che le figure siano parte di quel lontano paesaggio lombardo. Si parte da un raggio di sole che entra dalla finestra e a mano a mano la luce cambia, si modifica, dall’alba all’imbrunire.”

Un’alternarsi di luci e ombre che mettono in evidenza dettagli, figure e movimenti.

Tutte le linee prospettiche confluiscono nel centro, nella mente di Gesù e vanno oltre al dipinto. Nell’esaltazione della potenza divina, è proprio l’essere umano al centro di tutto.

Francesca Lo Schiavo, oltre ai vestiti di scena, si è occupata anche del difficile compito di riproduzione dell’ambiente tramite dei teli appesi al muro e stampati in 3D.

Il tableau vivant è l’introduzione di quello che doveva essere un film a cui stava lavorando Armondo Linus Acosta. Doveva essere proiettato all’interno e all’esterno di alcune basiliche, inclusa San Pietro, nel giorno della Pasqua. Il susseguirsi di eventi tragici, dovuti al coronavirus, hanno fatto annullare questo bellissimo evento. Il video diventa, secondo la produzione italo-belga-USA, un messaggio di preghiera e di speranza per tutti in questo momento.

Il video è disponibile in anteprima sul sito del Corriere della Sera e su Tv 2000, emittente del Vaticano.

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