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La bellissima storia di Clara Woods

CIAO, SONO CLARA, HO 13 ANNI, NON PARLO E FACCIO LA PITTRICE
La bellissima storia di Clara Woods

 

“Ciao, sono Clara. Ho 13 anni e non parlo, ma questo non mi ferma dal voler condividere la mia vita con il resto del mondo, attraverso la pittura. La mia mamma è brasiliana, il mio papà olandese-canadese, ma io sono cresciuta in Italia così capisco tre lingue. 

Al momento, Frida Kahlo è uno dei miei idoli.

Amo il gelato, non ho amici della mia età e questo è davvero uno schifo per me, voglio diventare mamma di tre gemelli e avere una piscina in casa.

Quando ero più piccola mi intrufolavo in cucina per rubare qualcosa da mangiare, ma ora che sono adolescente mi interessa di più la faccenda del Principe Azzurro.

Dipingere è il mio modo di condividere il mio mondo interiore. Io non credo di essere diversa: semplicemente, uso i colori al posto delle parole.

La mia vita è stata enormemente arricchita da quando ho cominciato la carriera artistica, e ora è importante per me usare la mia arte per dire che la vita può essere ricca, meravigliosa e stimolante che tu sia normale o diverso. Perché, a proposito: nessuno è un diverso.”

 

Questa lettera bellissima me l’hanno spedita i genitori di Clara Woods, dopo che ci siamo conosciuti dal vivo a Firenze qualche mese fa, mentre stavo presentando il nuovo libro di Andrea Concas. Erano venuti a vederci perché Clara ci seguiva sui social, e si divertiva.

Clara Woods è nata il 10 marzo 2006 a Firenze. I dottori hanno scoperto che ha avuto un ictus prenatale che l’avrebbe dovuta condannare ad una vita da vegetale. Dopo aver iniziato un programma di riabilitazione, ha sorpreso tutti con i suoi progressi, ma ha difficoltà con l’uscita di informazioni e non può parlare, leggere o scrivere anche se capisce tre lingue (italiano, inglese e portoghese).

C’è qualcosa di profondamente commovente e denso di speranza in questa storia. Proprio in questi giorni in cui il nostro problema più grande è diventato trovare il lievito madre per fare la pizza, è opportuno ricordarsi di chi fin da principio non ha avuto la nostra fortuna. È bene ricordarsi che esistono genitori straordinari che scoprono di avere forze assolutamente non consuete per reinventarsi. Per diventare resilienti (e per una volta la parola la si può adoperare nella sua accezione più corretta, non come una trita metafora).

Ci sono storie, come questa di Clara, che raccontano tanto. Di quanto si può essere veramente umani.

E infine, lasciatemi parlare anche di contenuto, di sostanza. Vedo mostre dalla mattina alla sera da oltre 15 anni. Quando Clara ha iniziato a seguirmi su Instagram ci ho fatto caso (non ho migliaia di follower e tendo a controllare chi mi segue). Sono andato a vedere i suoi lavori. Si capiva che c’era qualcosa di strano, di intrigante. Che al netto di una tecnica acerba e di una esperienza tutta ancora da costruire, vantavano una spontaneità devastante, violentissima.

Com’era quella di Picasso che avrebbe voluto saper dipingere come un bambino?

Ecco. La bambina è lei.

Ed è bravissima.

Ti auguro il meglio Clara. Sono orgoglioso di averti ospitato qui al Motel Nicolella, torna a trovarmi.

Un grande abbraccio.

PS: Anche io voglio la piscina in casa, ti capisco perfettamente.

 

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