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Il paese immobile come le piazze di De Chirico. La riflessione di critici e filosofi nel video del MiBACT

Giorgio de Chirico, Piazza d'Italia, 1950-51

Cosa ci aspetta là fuori quando tutto questo sarà finito? Su invito della direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma Cristina Collu, critici e filosofi hanno indagato la pittura di Giorgio de Chirico in relazione al tempo della sospensione che stiamo vivendo in questi giorni.

Le piazze italiane, ormai vuote e immobili da oltre un mese, molto hanno in comune con le piazze metafisiche di Giorgio de Chirico, custodite alla Galleria nazionale. Il progetto Piazze d’Italia, ideato dalla direttrice Cristina Collu, si propone di indagare l’arte di Giorgio de Chirico in relazione al tempo della “sospensione” e del “disorientamento” che stiamo vivendo in questi giorni di isolamento.

Sono quelle piazze che, in un continuo gioco di analogie e rimandi tra arte e realtà hanno ispirato i testi di Gabriele Simongini “Il presagio delle Piazze d’Italia”; Fabio Benzi “Le Piazze d’Italia e Gli archeologi; Paolo Picozza “Le Piazze d’Italia, La metafisica ai tempi del Coronavirus”; Marcella Cossu “La visione pittorica di Giorgio de Chirico”; Franco Purini “In attesa della arti”; Franco Rella “Nel tempo senza tempo”; Valerio Paolo Mosco “Piazze d’Italia”; Valeria Lupo “Le Piazze d’Italia di de Chirico e le città del silenzio” ; Massimo Licoccia “La piazza dell’architetto e dell’artista”; Andrea Cortellessa “La natura convalescente” e Anton Giulio Onofri “Roma città chiusa”.

Ne risulta una riflessione profonda sulle sensazioni di isolamento e disorientamento che stiamo vivendo. Ma anche un’indagine sul tempo, in cui le giornate sembrano immobili e ripetitive.

 

Giorgio de Chirico, Piazza d’Italia, 1950-51

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