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TOP 10 artisti millennials. Le nuove star del mercato dell’arte, dalla Crosby a Fratino

AMOAKO BOAFO, “The Lemon Bathing Suit” 2019, (oil on unstretched canvas 205.7 x 193 cm) | Estimate £30,000 - 50,000. Venduto a £675,000. RECORD AMOAKO BOAFO, “The Lemon Bathing Suit” 2019, (oil on unstretched canvas 205.7 x 193 cm) | Estimate £30,000 - 50,000. Venduto a £675,000. RECORD
Njideka-Akunyili - Crosby BushBabies
Njideka-Akunyili – Crosby Bush Babies

In queste settimane lontani dalla frenesia di un evento dietro l’altro, abbiamo almeno l’occasione anche di fare un po’ d’ordine su quanto visto accadere negli ultimi 12 mesi. Ecco allora che, se andiamo a considerare i risultati nelle aste internazionali e cosa è andato sold out alle ultime fiere (quando ancora si svolgevano) potremo notare un’importante inversione di tendenza: dopo alcuni anni in cui il mercato si è focalizzato nel riscoprire artisti del passato ancora poco noti, ora una nuova generazione di artisti Millennials sembrano aver rapidamente conquistato il “momentum” del mercato.

Ecco 10 Millennials che dovreste tender d’occhio.

La domanda ora è, quali si riveleranno solo bolle e quali invece resisteranno a questa crisi e al mondo dell’arte post-epidemia?

1. JORDAN CASTEEL (Americana, 1989)

I graduati da Yale sono in genere rapidamente apprezzati nel mercato Americano, ma il successo di Jordan Casteel è stato confermato soprattutto sul rostro d’asta, dove lo scorso febbraio la sua opera “Mom” (2013) è stata battuta a £515,250 ($666,734), il doppio della stima iniziale e superando facilmente il precedente record del Marzo 2019 quando “Patrick and Omari” (2015) fu battuto a £299,250 ($392,915) da una stima di £40,000-60,000.

Del resto, nonostante la giovanissima età, l’artista del Colorado vanta già importanti mostre museali, come quella nella sua città natale al Denver Art Museum (2019) seguita dall’importante commissione per il programma dell’High Line di New York curato dalla nostra connazionale Cecilia Alemani, e un solo show al Studio Museum in Harlem lo stesso anno. In questo momento è il New Museum di New York a ospitare un suo solo show, che inaugurato poco prima che l’emergenza Covid-19 giungesse oltreoceano. Considerato questo rapido successo sia di mercato che a livello istituzionale, non sorprende se le opere della Casteel sono andate subito sold out nelle prime ore di preview di Frieze LA presso il booth dealer newyorkese Casey Keplan, che rappresenta l’artista fin dagli inizi della fortunata carriera, avendola presa sotto la sua ala subito dopo i primissimi show in un’altra galleria istituzione dell’ “emerging” nel Lower East Side, come Sargent and Daughters (2014).

JORDAN CASTEEL, “Mom,” 2013 (oil on canvas, 48 x 36 inches / 121.9 x 91.4cm). | Estimate £180,000-250,000. Venduta a£515,250 ($666,734) fees incluse. RECORD
Jordan Casteel (b. 1989) Mom signed and dated ‘2013 Jordan Casteel’ (on the reverse) oil on canvas 48 x 36in. (121.9 x 91.4cm.) Painted in 2013 VENDUTO GBP 515,250 STIMA GBP 180,000 – GBP 250,000 (CHRISTIE’S |London | 12 February 2020)

2. AVERY SINGER (Americana, 1987)

Oggi appena trentatreenne Avery Singer è sicuramente una delle artiste più desiderate della sua generazione, capace di attrarre l’interesse istituzionale e quello di mercato in egual misura. Dopo l’annuncio del suo ingresso nel fortunato roaster di Hauser& Wirth, la galleria ha fatto subito sold out delle sue opere nel solo booth a lei dedicato a Frieze LA, con prezzi fra i $85,000/ $495,000.

Il suo linguaggio è estremamente contemporaneo, con tele che sembrano degli schermi a metà fra videogame e cartoons, e realizzati con una tecnica a metà fra digitale e analogico, combinando brillantemente pittura, fotografia e CGI. In realtà, ben prima di questo successo commerciale, ancora giovanissima il talento della Singer è stato riconosciuto con mostre personali in importanti istituzioni come l’Hammer Museum di Los Angeles nel 2015 e Stedelijk Museum di Amsterdam nel 2016, quando entrò anche a far parte della “talent factory” di Gavin Brown. Nel frattempo il suo lavoro è stato presentato anche in importanti manifestazioni internazionali, come la New Museum Triennial (2015) e la XIII Biennale di Lione curata da Rugoff, che l’ha poi inclusa fra gli artisti dell’ultima Biennale di Venezia.

Sul secondo mercato il suo primo record d’asta risale al Maggio 2018, quando Fellow Trav-elers, Flaming Creatures (2013) fu venduto da Sotheby’s per $735,000, circa 6 volte tanto-rispetto la stima iniziale (senza contare che l’opera era stata originariamente venduta dalla galleria New Yorkese Greene Naftali per soli $20.000). Tuttavia, alcuni art advisor hanno riportato che a causa di una “intenzionale manipolazione”, e data la scarsa disponibilità di suoi lavori sul mercato, le opere della Avery vengono già offerte sopra il milione sul secondo mercato.

AVERY SINGER “Fellow Travelers, Flaming Creatures” 2013 ( acrylic on canvas86 by 132 in. 218.4 by 335.3 cm) | Estimate $ 80,000 - 120,000. Battuta a $735,000 fees incluse. RECORD
Avery Singer (B.1987) FELLOW TRAVELERS, FLAMING CREATURES; acrylic on canvas 86 by 132 in. 218.4 by 335.3 cm. Executed in 2013. STIMA 80,000 — 120,000 USD VENDUTO 735,000 USD (16 MAGGIO 2018 | SOTHEBY’S | NEW YORK)

3. LOUIS FRATINO (Americano, 1993)

Celebrato per il suoi ritratti maschili che ricordano un classicismo Picassiano, il giovanissimo artista americano ha subito incontrato successo anche oltre oceano, sostenuto da delle gallerie di riferimento come “talent-scout” quali Antoine Levi per l’Europa, e Sikkema Jenkins & Co. su New York.

Nello scorso anno decisiva è stata anche la sua inclusione in importanti group show a New York con focus sulla nuova figuratività pittorica, come They Gaze, James Fuentes Gallery New York (June 7 – July 19, 2019) e Them da PERROTIN, New York, NY (June 20 – August 16, 2019).

Ed è probabilmente proprio solo dall’anno scorso che l’artista sta emergendo più seriamente anche sul mercato, come abbiamo potuto notare dalla presenza frequente di suoi lavori in fiere, spesso sold out. Per quanto non si possano trovare ad oggi risultati né su Artnet né Artprice, ci sono tutte le premesse per poterci aspettare molto da lui nel prossimo periodo, probabilmente presto anche nel secondo mercato.

LUIS FRATINO, “Traveling Alone” 2019 ( painting, oil on canvas 101.6 x 76.2 cm ) | Presentato ad Art Basel 2019 da Sikkema Jenkins & Co. New York
LUIS FRATINO, “Traveling Alone” 2019 ( painting, oil on canvas 101.6 x 76.2 cm ) | Presentato ad Art Basel 2019 da Sikkema Jenkins & Co. New York

4. TSCHABALALA SELF (Americana, 1990)

L’artista nata ad Harlem nel 1990 ha iniziato ad essere oggetto di forte domanda fin dal 2016, quando il brillante “scopritore di talenti” Jeffrey Deitch incluse alcuni dei suoi lavori nel booth a Art Basel Miami, subito dopo la sua graduation alla Yale “talent factory”. Da lì l’ascesa è stata rapida e lo scorso Giugno 2019 l’abbiamo vista stabilire il suo record d’asta con “Out of Body” battuto a $382,000, superando di cinque volte la sua stima iniziale.

Dopotutto, nonostante l’età e la rapida carriera la Self è già in importanti collezioni di riferimento come la Rubell di Miami o i Mugrabi, il che sicuramente contribuisce a dar fiducia ai compratori. E se con non fosse abbastanza, il suo successo è stato ora consacrato anche istituzionalmente con un solo show all’ ICA di Boston, che fa seguito a “BodegaRun”, solo show prima presentato al Yuz Museum di Shangai (2018) e poi all’Hammer Museum di Los Angeles (2019). Vari fattori possono farci sperare che non sia solo una bolla, quella di Tschabalala Self.

La sua pratica si presenta infatti autenticamente fondata su memorie personali della comunità di Harlem, ma non lontana da un uso anche politico/narrativo delle arti applicate già esplorato da un’altro grande nome dell’arte femminile “black” come Faith Ringgold, negli anni ’80 con le sue “story quilts” di vita Afro Americana. Così, facendo come lei riferimento alle tradizioni dell’arte tessile Africana, a quelle delle quilt dei Nativi Americani, e collegandosi alla mission della scuola femminista californiana della Women house guidata da Miriam Schapiro e Judy Chicago (di cui anche la Ringgold faceva parte), la Self cuce insieme con perizia frammenti di tessuti a formare complesse situazioni psicologiche di un discorso identitario profondo, ed estremamente attuale.

TSCHABALALA SELF, “Out of Body” 2013, (oil and fabric collage on canvas 72 x 60in. (182.9 x 152.4cm.) | Estimate £40,000 - 60,000. Venduto a £ 371,250 ($382,000) Fees incluse. RECORD
TSCHABALALA SELF, Tschabalala Self (b. 1990) Out of Body oil and fabric collage on canvas 72 x 60in. (182.9 x 152.4cm.) Executed in 2015 VENDUTO GBP 371,250 STIMA GBP 40,000 – GBP 60,000 (CHRISTIE’S | LONDRA | 25 GIUGNO 2019)

5. NJIDEKA AKUNYILI CROSBY (Nigeriana, 1983)

Altra protagonista della cosiddetta “Diaspora Africana”, la Crosby ha creato per la prima volta un nome nella scena dell’arte statunitense partecipando ala prestigiosa residenza dell’Harlem Studio Museum nel 2012. Dopo di ciò, per lei è stata solo un’ascesa meteorica, facendo parlare di se quando giovanissima ricevette il prestigioso premio del Smithsonian American Art Museum (2014), ma soprattutto quando ha raggiunse il suo primo risultato a 7 cifre in asta nel 2016, presto superato poi dal seguente record con Bush Babies (2017) battuto a $3.4 milioni.

Oggi l’artista con base a Los Angeles è rappresentata da una mega galleria come David Zwirner a certificarne la qualità con il suo “brand”, come poi continua ad essere rappresentata in Europa da Victoria Mirò, che fu la prima a promuovere l’artista fin dagli inizi della sua giovane ascesa. Epico ma oggetto di critiche fu il suo intervento nel 2015  con un enorme cartellone esposto sull’appena inaugurato ultimo tratto della High Line di New York e commissionato dal Whitney Museum (Before Now After (Mama, Mummy, and Mamma) (2015), che per primo espose il suo lavoro al grande pubblico anche fuori dall’arte.

Come se non bastasse, nel suo cv vanta altre mostre museali come un solo show alla National Portrait Gallery di Londra e il Modern Art Museum di Fort Worth in Texas. Secondo l’Artnet Intelligence Report 2018 la Crosby era l’artista nata dopo il 1980 con il più alto fatturato in asta, con un totale di vendita accumulativo di ben $16.6 milioni. Ora questo totale è solo in crescita.

Njideka-Akunyili - Crosby BushBabies
Njideka Akunyili Crosby (B.1983). BUSH BABIES;   acrylic, transfers, colored pencil and collage on paper 72 by 60 in. 182.9 by 152.4 cm. Executed in 2017. STIMA  600,000 — 800,000 USD VENDUTO. 3,375,000 USD  (16 MAY 2018 | SOTHEBY’S | NEW YORK)

 

6. AMOAKO BOAFO (Ghana, 1984)

Dopo che lo scorso 13 febbraio la pittura ancora fresca di The Lemon Bathing Suit (2019), è stata aggiudicata a $880,000 (11 volte l’iniziale stima di $65,000) a Phillips Londra, è stata subito una “caccia aperta” per opere di Amoako Boafo all’ultima Frieze Los Angeles, dove la galleria londinese Allison Jaques aveva già venduto tutti i disegni che aveva disponibili dell’artista ben prima che Felix Art Fair aprisse al Roosevelt Hotel – anche perché offerti ancora al loro prezzo originario di mercato primario (£30.000/50.000).

Stessa storia all’ultima Armory New York a marzo per le opere presentate da Robert Project (dove i prezzi erano già maggiori) e prima ancora a dicembre a Art Basel Miami, nel solo booth dedicatogli dalla galleria di Chicago Mariane Ibrahim, fra le prime a scoprirlo e lanciarlo seriamente, contando anche sul supporto della ricca comunità di collezionisti di colore in città. In realtà, sebbene il suo mercato sia forte soprattutto negli States, l’artista del Ghana ha avuto un percorso inusuale rispetto ad altri artisti contemporanei africani di successo internazionale, avendo scelto di studiare a Vienna, dove ancora oggi vive e lavora. D’altro canto, Boafo è oggi già incluso in collezioni di riferimento come la Rubell, oltre a essere importanti collezioni museali come quella dell’Albertina Museum a Vienna e del CCS Bard College Hessel Museum of Art.

AMOAKO BOAFO, “The Lemon Bathing Suit” 2019, (oil on unstretched canvas 205.7 x 193 cm) | Estimate £30,000 - 50,000. Venduto a £675,000. RECORD
AMOAKO BOAFO, The Lemon Bathing Suit signed, inscribed and dated ‘AMOAKO M BOAFO 2019 KING’ centre right oil on unstretched canvas 205.7 x 193 cm (80 7/8 x 75 7/8 in.) Painted in 2019. STIMA £30,000 – 50,000 VENDUTO £675,000 (LONDON | PHILLIPS | 13 FEBRUARY 2020)

7. NICOLAS PARTY (Svizzero, n.1989)

Risplende ora come i colori brillanti dei suoi colorati personaggi, questa giovane star Svizzera, Nicolas Party, che ha già fatto un bel po’ di strada dai suoi inizi di carriera nella scena graffiti di Losanna, sua città natale. Attualmente Party ha due importanti solo show negli States: uno presso la fondazione privata con base a Chelsea, la Flag Foundation, mentre l’altro ha appena inaugurato durante la Frieze art week nella spettacolare sede di Hauser & Wirth Los Angeles, a seguito del suo ingresso nella scuderia della prestigiosa galleria lo scorso giugno. Il successo di Party è confermato in modo inequivocabile anche dai suoi risultati in asta (già +52 solo negli ultimi 2 anni), raggiungendo presto risultati sulle 7 cifre. Il suo attuale record d’asta è stato segnato a Christie’s Hong Kong lo scorso novembre, quando l’opera Rocks (2016) venne battuta alla straordinaria cifra di $1,120,677 superando il suo precedente record con Landscape (2015) aggiudicato da Phillips a maggio 2019 per $608,000.

Solo il tempo ci saprà dire se questa “bolla color pastello” scoppierà.

Del resto le sue quotazioni in rapida crescita in asta, e la disponibilità costante di opere sul mercato, stanno incentivando soprattutto i “flippers” ad acquistare, con la certezza di poter vendere dopo poco.

Tuttavia l’artista ha già ideato uno stratagemma, per contrastare almeno parzialmente questo fenomeno: in queste ultime mostre Party ha infatti creato interi ambienti di pastello in cui vengono inglobate le sue opere. Intese quindi come opere totali, queste comprendono dei “murales” fatti di pastello realizzati ad hoc e vicini ai Wall Drawings di Sol Lewitt, molto più “effimeri, e quindi chiaramente più difficili da rivendere nel secondo mercato.

NICOLAS PARTY, “Rocks”, 2016, (pastel on canvas, 220 x 100 cm.) | EstimateHKD 4,100,000 - 5,000,000. Venduto a HKD 8,765,000 ($1,120,677). RECORD
NICOLAS PARTY (B. 1980) Rocks signed and dated ‘Nicolas Party 2016’ (on a label affixed to the reverse of the frame) pastel on canvas 220 x 100 cm. (86 ¾ x 39 ¼ in.) Executed in 2016 STIMA HKD 4,100,000 – HKD 5,000,000 VENDUTO HKD 8,765,000 ($1,120,677) (CHRISTIE’S | Hong Kong | 23 November 2019 )

8. JULIE CURTIS (Francese, n.1982)

In appena un paio di anni l’artista francese con base a New York Julie Curtis è passata dal vendere sotto i $10.000 in qualche spazio indipendente, a una crescita straordinaria delle sue quotazioni anche di 10 volte tanto, come dimostrato dal suo ultimo record d’asta a novembre da Christie’s, quando Pas Du Trois (2018) è andato per $423,000, quasi quadriplicando il suo precedente record realizzato con Princess (2016)battuto appena pochi mesi prima per $106,250. Tuttavia, in una recente intervista l’artista millennial si è detta “terrorizzata” da questa rapida ma “tragicomica” crescita, probabilmente consapevole del rischio di una bolla creata solo da flippers, che potrebbe scoppiare altrettanto rapidamente, compromettendo la sua carriera sul lungo termine.

Dopo tutto, se consideriamo l’enorme entusiasmo che sta riscontrando sul mercato questa nuova generazione di pittura figurativa, i lavori della Curtis dai contorni accentuati quasi cartoon ma anche con un tono di intrigante surrealismo che molto deve agli “Chicago Imaginist” (es. Roger Brown), hanno uno stile perfetto per ciò che il mercato sta cercando ora, dopo il successo del suo precedente datore di lavoro KAWS (la Curtis ai suoi inizi lavorava infatti come assistente presso il suo studio).

A dicembre Whitecube ha annunciato poi la rappresentanza congiunta dell’artista con la galleria New Yorkese Anton Kern. La ciliegina sulla torta a consacrare, per ora, la sua afferma-zione sul mercato internazionale.

JULIE CURTIS, “Pas Du Trois”, 2018 ( oil, acrylic and vinyl on canvas, 48 x 60 in. , 121.9 x 152.4 cm.) | Estimate $ 100,000 - 150,000. Venduto a $423,000Fees incluse. RECORD
Julie Curtiss (b.1982) Pas de Trois signed, titled and dated ‘Julie Curtiss Pas de trois, 2018’ (on the reverse) oil, acrylic and vinyl on canvas 48 x 60 in. (121.9 x 152.4 cm.) Painted in 2018. VENDUTO USD 423,000 STIMA USD 100,000 – USD 150,000 (CHRISTIE’S | New York | 14 November 2019)

9. LOIE HOLLOWELL (Americana, 1983)

Presentata in uno degli show inaugurali per il nuovo mega spazio a 5 piani di PACE Gallery a Chelsea, New York (insieme a David Hockney e Alexander Calder), l’artista americana Loie Hollowell è presto diventata una delle millennials più richieste sul mercato oggi. Sexy, con un stile optical colorato, ma con una certa presenza tattile e fisica che le fa emergere dal muro, le sue opere sono in realtà ricche di riferimenti alla recente storia dell’arte, prima fra tutte a Georgia O’Keeffe.

Pare ora lontano il suo primo solo show nella piccola galleria del Lower East side gallery Feuer Mesler (2016), quando le sue opere più grandi venivano vendute a un massimo di $6.000/$8.000.

Del resto, dobbiamo tener conto che la fortuna volle che una delle prime ammiratrici dell’artista sia stata Fairfax Dorn, fondatrice della fondazione texana Ballroom Marfa, la quale la introdusse poi a suo marito, nientepopodimeno che il fondatore di PACE Gallery, Marc Glimcher.

Presto la Hollowell si trovò così offerta da quest’ultimo una rappresentanza globale, dopo averla testata con un primo solo show nella sede della galleria a Palo Alto (2017), con prezzi sui $30.000. Nei suoi successivi show presso la sede di Hong Kong e di Londra i prezzi erano già saliti a $50.000. Oggi, lavori minori raggiungono già i $200,000 in asta, mentre il suo recente pezzo da record “Lady in Green” (2014) è volato a £359,250 GBP Premium ( $442,153) lo scorso Ottobre 2019 da Christie’s Londra. Data la notevole domanda ma la limitata disponibilità di opere nel mercato, nelle transazione private di secondo mercato il prezzi di richiesta possono essere oggi anche maggiori, in genere attorno e non minori ai $300,000.

LOIE HOLLOWELL, “Lady in Green” 2014 (oil on canvas 64 x 48in. 162.6 x 121.9cm.) | Estimate £ 50,000 - 70,000. Venduto a £359,250,00 ($442,153). Fees incluse. RECORD
Loie Hollowell (b. 1983) Lady in Green signed and titled ‘Loie Hollowell “Lady in green” (on the overlap); signed again and dated ‘Loie Hollowell 2014’ (on the reverse) oil on canvas 64 x 48in. (162.6 x 121.9cm.) Painted in 2014 VENDUTO GBP 359,250 STIMA GBP 50,000 – GBP 70,000 (CHRISTIE’S | London | 4 October 2019)

10. VAUGHN SPANN (Americano, n.1992)

Un’altra star super emergente e recentemente uscita da Yale è il millennial Afroamericano Vaughn Spann, la cui popolarità è cresciuta rapidamente, soprattutto dopo che uno dei suoi riconoscibili dipinti l’arcobaleno è stato incluso nello show inaugurale del nuovo Rubell Museum in Miami, aperto durante l’ultima Art Basel Miami a dicembre.

Poco dopo, Almine Rech ha annunciato un suo solo show nella galleria di New York, dove protagoniste erano le sue dense textures materiche, e gli iconici “X painting” con riferimenti alla discriminazione razziale.

La mostra da Almine Reich fa in realtà seguito ad altri importanti solo show nel 2019, come quello a Kaikai KiKi, Tokyo ( lo spazio di Murakami) e in un’altra galleria importante scopritrice di talenti ”black” come la Los Angeliana Night Gallery.

Sempre nel 2019 Spann aveva inoltre preso parte ad una nuova (ma già molto apprezzata) residenza curata da Titus Kaphar’s (NEXT HAVEN RESIDENCY), risultata poi in un fortunato group show alla Tilton Gallery di New York, ma soprattutto era stato incluso nel group show firmato Gagosian, Domestic Horror, organizzato durante la settimana di Frieze e TEFAF spring nello spazio in Park Avenue, New York.

Le sue opere sono già anche in collezioni museali importanti come quella del Pérez Art Museum di Miami, dell’ High Museum of Art di Atlanta, oltre ad alcune corporate collections come quella di UBS e di Credit Suisse. Non per nulla, quindi, Forbes l’ha incluso nei top 30 under 30 sezione Art & Style 2020.

Se i suoi prezzi in galleria si aggirano ora fra i $20,000 e i $90,000, a seconda delle misura, al momento Vaughn Spann ha visto solo una delle sue opere passare in asta in una Online Sale di Philips nel 2019, dove la stima è rimasta disponibile solo su richiesta, come poi anche il risultato.

E’ pero probabile che lo vedremo presto nuovamente sul rostrum, se la sua fama e prezzi continueranno a crescere nel prossimo anno.

VAUGHN SPANN, “DALMATIAN NO. 6 (DesertStorm)”, 2018, polymer paint and fabric on canvas 70 x 70 in. (177.8 x 177.8 cm. | Risultato e Stima su richiesta.
VAUGHN SPANN, “DALMATIAN NO. 6 (DesertStorm)”, 2018, polymer paint and fabric on canvas 70 x 70 in. (177.8 x 177.8 cm. | Risultato e Stima su richiesta.

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