Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Anna Capolupo
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
Le mie giornate non sono cambiate molto a dire il vero, passavo molto tempo in studio e continuo a farlo. Ho la fortuna di avere lo studio a due passi da dove vivo anzi sarebbe più corretto dire dove dormo. Esco la mattina con il cane e rientro la sera con il cane. In linea di massima la mia giornata non è cambiata, a parte non poter vedere persone a me care. Nel primo periodo della quarantena ho continuato a lavorare su cose già iniziate e che mi interessava approfondire, come la serie di Nature Morte su cui mi ero concentrata dalla residenza di New York lo scorso inverno.
Poi di solito non lavoro solo su una cosa, inizio diversi lavori contemporaneamente, sto anche attingendo dai miei sogni, particolarmente intensi durante questa quarantena e pieni di persone! Forse perchè mi mancano. Sto affrontando la figura, eterna assenza del mio lavoro passato, il corpo, il ritratto, dipingendola ad olio, ma credo che sarebbe successo indipendentemente dalla quarantena. Tutto è in fase di ricerca.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Lo spazio dello studio attuale è per me nuovo, perchè mi ci sono trasferita a metà Gennaio più o meno, quindi la quarantena mi sta dando modo di prendere confidenza con lo spazio più velocemente credo, con la luce, i suoni che lo circondano, i colori, il caldo, il freddo, ho ancora scatole di libri e materiale da sistemare. Tutto è sospeso. Il tempo è un concetto particolare in questo momento, sembra di averne tantissimo a disposizione ma poi non è effettivamente così.
Ci sono stati giorni in cui la mia concentrazione era bassissima, vuoi per le ansie del futuro che ha già un presente precario, vuoi per le mancanze, vuoi per le brutte notizie, per cui il tempo non mi serviva a niente, uno scorrere delle ore immobile, sembrava non avere molta importanza in questa situazione. Al silenzio sono abituata, passo molto tempo da sola, credo che sia proprio una condizione per me necessaria dello studio.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Oltre a dipingere il tempo lo impiego a leggere, soprattutto ho deciso che in quarantena non avrei comprato altri libri e cataloghi se non avessi letto prima tutti quelli che compro in maniera compulsiva e che restano parcheggiati per mesi. Mi sembra un ottima strategia per restare concentrata.
Poi guardo film, chiacchiero con il mio compagno, telefonate con amici e parenti, cucino, ascolto musica, ricamo, tutto sommato esattamente quello che facevo anche prima. Ma è una fortuna (come persona, prima che come artista), in questo momento tragico non essere coinvolta in prima fila in quest’emergenza sanitaria, anche se il virus ci ha travolti tutti…bisogna solo starsene buoni da qualche parte, va bene così.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
La prima cosa che farò quando finirà la quarantena sarà andare ad abbracciare i miei nipotini, che mi mancano da morire e poi chissà “come” ne usciremo da questa situazione e non “quando”…
