Intervista a Tatum Rush, l’alchimista R’n’B con i suoi Drinks Alchemici: “nella nostalgia c’è qualcosa di molto contemporaneo”
Tatum Rush, all’anagrafe Giordano Rush Tatum, è un artista e producer italo-svizzero-americano che si presenta per la prima volta in lingua italiana con quattro brani raccolti in un EP intitolato Drinks Alchemici. Un lavoro che raccoglie la nostalgia degli anni 60’, il cinema di Godard, il futurismo e la moda e li rimescola a un ritmo tra r’n’b e il pop contemporaneo.
Pochi giorni fa, l’artista ha rilasciato su Bandcamp due remix di “Chimera” e “Spettri” a cura di Clemente Gatto e Gabriele Canuti. Le due tracce saranno disponibili in freedownload per due settimane (fino al 6 maggio) attraverso la pagina Bandcamp di Eroi Elettrici.
A riprova dell’eterogeneità dei suoi progetti, Tatum Rush offre al suo pubblico, in aggiunta ai due remix, stickers olografici che riproducono gli artwork studiati e realizzati dall’artista Davide Cascio, oltre che la possibilità di acquistare addirittura un live privato e direttamente a casa tua. Dimostra di essere un artista sempre più originale e, per questo prezioso, per il panorama italiano e chi meglio di lui può presentare se stesso.
Ciao Giordano, raccontami un po chi sei. Da dove vieni? Dove sei ora?
Sono Tatum Rush sono musicista, produttore e tante altre cose. Sono uomo di mondo, sono italiano americano vivo attualmente sul lago di Ginevra e in questo istante mi trovo in un bosco in compagnia di amici a tirare con l’arco. Voilà.
Almeno voi non siete in quarantena forzata, mi sembra di capire…
Siamo in quarantena soft, se non fosse per la quarantena sarei forse in qualche terrazza a bere uno spritz. E invece, siamo in un bosco a tirare con l’arco.
Tatum Rush è il tuo alterego teatrale, ma quanto è lontano da Giordano?
Potresti pensare che è lontano perché c’è il personaggio, il velo e un nome che suona strano. Tatum Rush in realtà è il mio nome, mi chiamo Giordano Tatum Rush. Tatum è il mio secondo nome, Rush è il mio secondo nome. Diciamo che sotto quel punto di vista è una variante di qualche grado di differenza da ciò che sono io veramente.
Basta mettermi una cosa in testa solo per entrare nel personaggio, ma rimango comunque io.
Parliamo di Drinks Alchemici, un progetto con un’estetica e una poeticità precisa: le avventure erotiche anni 60’, la Provenza, le minigonne, i viaggi onirici e metafisici, la Lugano dai bicchieri di cristallo vista lago. Ci leggo un interessante nostalgia, forse un rifugio in un tempo passato anche sembra forse migliore.
Se c’è una nostalgia, è una nostalgia piuttosto ottimista. Non è una nostalgia per dire che era meglio ieri, non posso dire che soffro un’ansietà contemporanea, il mio quotidiano me lo creo io in un modo che mi sta bene. Diciamo che è una nostalgia futuristica, perché solo oggi siamo in grado di entrare in contatto con delle estetiche che sono state create ieri.
Nella nostalgia c’è qualcosa di molto contemporaneo nel fatto di poter giocare con gli elementi che sono di ieri in modo più libero che mai.
E non pensi che in questa ricerca l’italiano possa essere una sorta di limitazione per la tua musica?
L’italiano è una nuova lingua per me in un certo senso, non ho mai registrato e pubblicato qualcosa in italiano. Riscoprirlo è stato come un colpo di ispirazione che mi ha aperto nuove porte. Non è in ogni caso finita lì, ho tanti progetti musicali abbastanza diversi e non vuol dire che non farò mai più qualcosa in inglese o in francese, o chissà in un’altra lingua ancora.
L’italiano comunque è stato più un’apertura, un anti-limitazione in un certo senso.
Con Spettri e Chimera mi hai fatto sognare le gambe nude e il sole sulla pelle, di mettermi a ballare sul molo sorseggiando vino bianco e cassis. Con questo re-pack anzitutto quale altra storia vuoi raccontarci?
Questo repack racconta una storia nascosta, un retroscena successo ancora prima di pubblicare questo EP. Gestisco una micro label a Lugano con un amico pazzo e fuori di testa, una label caotica con 4 pagine Facebook e tutto marketing laterale. Tempo fa ho fatto sentire a questo amico i brani che poi avrebbero composto l’ep e lui nel suo disordine, secondo me un po’ geniale, aveva commissionato ai suoi artisti di farne dei remix.
Dopo un po’ di tempo è arrivato da me con una decina di remix dei miei pezzi che allora non erano ancora usciti.
Con un po’ di distanza ho ripreso in mano questo materiale e questi due in particolare, Spettri e Chimera, mi sembravano particolarmente degni di essere pubblicati. Abbiamo quindi seguito la filosofia di questa label: creare qualcosa di prezioso e limitato.
Inoltre, abbiamo chiesto a vecchio amico, che lavora nel campo dell’arte visiva e contemporanea, di farci delle pochette e degli artwork. Quindi li abbiamo stampati su sticker olografico per poterli mandare a chi li volesse collezionare. Una cosa un po’ più fisica.
Nell’EP come in questi due remix la presenza di sonorità r’n’b è dominante e finalmente si comincia a sentire sempre più in lavori italiani, come il tuo. Quali pensi possano essere le prospettive di questo genere in Italia?
Penso a come si è evoluto negli Stati Uniti negli ultimi 5 anni, è diventato enorme. Prima di Frank Ocean forse non c’era tutto questo hype anche in Italia. Non lo so se in Italia potrebbe seguire un percorso simile, anche se in Italia succede quello che succede negli Stati Uniti con un leggero ritardo. Non sono un oracolo, ma spero che evolva bene perché l’energia che si porta appresso è qualcosa che va ballato, molto sensuale e pieno di amore, tutte cose che mi piacciono molto.