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Pino Pinelli, la frattura del monocromo. Prorogata la mostra da A arte Invernizzi

Pittura G/BL VR/A, 1982, tecnica mista, dimensioni variabili
Pino Pinelli. Pittura G/BL VR/A, 1982, tecnica mista, dimensioni variabili

Il periodo germinale di fare arte di Pino Pinelli alla galleria A arte Invernizzi di Milano. “Frammentità”  è stata prorogata fino all’8 luglio

Sperimentare materie e supporti. Pino Pinelli sin dagli anni Settanta ha scelto un percorso di ricerca di riduzione cromatica nelle sue opere. La galleria A arte Invernizzi di Milano aveva inaugurato una sua mostra personale a fine febbraio, prima del lockdown. Ora l’esposizione è stata prorogata fino a luglio.

La poetica

La poetica di Pinelli è quella dell’apertura del quadro allo spazio reale. Dietro c’è la grande lezione di Lucio Fontana. “Io penso da pittore, non concepisco da scultore” racconta lo stesso artista in un video che illustra la mostra. Le “Pitture” (1987) sono esposte nella prima e nella seconda sala del piano superiore e guidano il visitatore all’interno di un percorso dal ritmo definito e tuttavia aperto, in cui la pittura emerge come un’entità libera dai vincoli del supporto della tela.

Pittura R.BL., 1986, tecnica mista, 135x350 cm
Pino Pinelli Pittura R.BL., 1986, tecnica mista, 135×350 cm

Questi lavori sono la naturale evoluzione di una ricerca iniziata a partire dagli anni Settanta; infatti già nei monocromi realizzati tra il 1973 e il 1975 – alcuni dei quali esposti al piano superiore della galleria dove è presente un lavoro del 1982 di 50 elementi che non si vedeva da quasi quarant’anni e dove il colore trionfa- Pinelli trasgredisce l’aspettativa sull’omogeneità della superficie dipinta e nebulizza il colore stendendolo sulla tela con l’areografo.

In questi lavori lo spazio occupato dalla pittura si espande dal centro dell’opera sino a sovrapporsi interamente alla superficie, che diviene il campo reale dell’azione e non è più solo il “luogo” della rappresentazione. Il processo di messa in crisi del supporto tradizionale porta, nella seconda metà degli anni Settanta, a una vera e propria frantumazione e frammentazione dell’unitarietà della tela. Pinelli inizia a creare delle nuove forme-supporto rivestite con tessuto dipinto in cui il colore diviene corpo, presenza fisica e reale immersa nello spazio.

Pittura GR, 1977, tecnica mista, 33x43 cm
Pittura GR, 1977, tecnica mista, 33×43 cm

Nelle sue “Pitture” il rapporto tra gli elementi e l’ambiente circostante acquisisce il valore di un’indagine sia spaziale che percettiva, come emerge nei lavori esposti al piano inferiore della galleria. Ogni frammento crea una diversa dinamicità rispetto alla superficie toccata e, nel proprio insieme, l’opera costruisce tracciati, percorsi e andamenti allusivi.

Scrive Giorgio Verzotti nel testo critico in catalogo

a pittura diviene indice di spazialità, diventa funzione di un’indagine spaziale che dinamizza le superfici toccate dall’intervento, che costruisce percorsi, andamenti, indica direzioni, allude a margini e confini e dunque a virtuali scompaginazioni e riassestamenti ambientali. […] Ad un al-di-là solo evocato però corrisponde un qui-e-ora altamente enfatizzato nella sua presenza al senso. Ciò si manifesta fin dall’inizio, col creare una pittura che scambia alcune delle sue caratteristiche decisive con la scultura. Nata da un fare concreto (pensare è fare e fare è pensare, è un po’ il motto dell’artista) l’opera dipinta viene sospesa nella dimensione ambigua del bassorilievo, sulla soglia fra due identità canoniche. E d’altra parte l’apertura allo spazio non avviene, non può avvenire, solo sulla dimensione del piano. La pittura ha un corpo plastico, attestato dall’atto costruttivo su cui si fonda, che si offre alla percezione”.

 

PINO PINELLI. FRAMMENTITÀ

20 FEBBRAIO – 6 MAGGIO 2020 (PROROGATA FINO ALL’8 LUGLIO 2020)
CATALOGO CON SAGGIO DI: GIORGIO VERZOTTI
A ARTE INVERNIZZI
VIA DOMENICO SCARLATTI 12
20124 MILANO
TEL. FAX +39 02 29402855
info@aarteinvernizzi.it
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