Com’è cambiata la vita degli artisti durante la quarantena? Come sono mutate le loro abitudini, il loro sentire, il loro lavoro?
L’aria sospesa, gli spazi dilatati, i silenzi, il fluire sordo del tempo. L’attesa pervasa di un chiarore surreale e indefinito che scandisce le vite della quarantena. Abbiamo chiesto a una serie di artisti di raccontarci lo scorrere del tempo dalle proprie case, trasformate in temporanei atelier. La vita di un artista ai tempi della pandemia.
I tempi di Alessandro Pessoli
Come passi la giornata, dove e come dipingi ora?
Ho provato a dipingere a casa, dopo giorni dedicati a spostare materiale dallo studio al garage di casa e altri a mettere a posto, ho realizzato che era troppo difficile trovare la concentrazione per fare qualcosa. Troppe distrazioni, rimanere tutto il giorno a casa con i miei figli Teti e Atomo, e Sonia, mia moglie, divideva il tempo in tanti piccoli pezzetti, un continuo caotico iniziare e non finire cose.
Qui a Los Angeles per fortuna possiamo muoverci, non si viene fermati dalla polizia come in Italia quindi sono tornato nel mio studio. Cerco di venire in studio la mattina presto e solitamente ritorno a casa verso le 3/4 del pomeriggio.
Sto dipingendo figure di uomini con lunghe braccia che raccolgono o proteggono un fiore. Una di queste figure è diventata una crocifissione mentre l’altra è un Adamo a pois.
Tempo, Spazio, Suono. Concetti ricalibrati, relativi, riformulati…
Los Angeles è diventata molto più silenziosa, normalmente si sentiva il rumore costante delle highway, un rumore di sottofondo che non cessava praticamente mai, ora che il traffico è molto diminuito arrivo al mio studio in soli 10 minuti mentre prima ci voleva almeno mezzora.
Dopo anni di code e rallentamenti cronici è straniante fare le stesse strade senza doversi continuamente fermare, è impressionante constatare quanto spazio occupano le auto, le strade sono enormi, lo spazio di Los Angeles ancora più vasto, in questo aspetto la vita è normale adesso non prima del covid 19.
Leggere, scrivere, riflettere, altro…
Quando non dipingo o faccio ceramica c’è la vita familiare che con la quarantena è diventata più intensa, prima rimanevo in studio tutto il giorno, stavo con la mia famiglia solo la mattina molto presto e la sera, in effetti durante la settimana il tempo passato insieme era molto poco.
Adesso andiamo spesso in bicicletta nelle strade vicino a casa, facciamo giochi insieme, il resto del tempo lo passo a cercare di mettere ordine la casa e il giardino, ma è una battaglia persa in partenza.
Prima cosa che farai quando finisce la quarantena?
Probabilmente passerò ancora più ore nel mio studio, comunque ho promesso ad Atomo di portarlo a pescare ma credo che faremo un bella festa nel nostro giardino.