Una richiesta di confronto indirizzata direttamente al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini. Così l’ANGAMC -Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea- lancia il proprio appello a sostegno delle gallerie italiane, provate dalla prolungata chiusura di spazi espositivi e fiere.
La lettera, pubblicata sul sito dell’associazione, pone l’attenzione sull’attuale situazione che il mercato dell’arte si trova a fronteggiare e su quelli che saranno gli sviluppi futuri se non ci sarà un intervento pronto e radicale.
La prolungata chiusura ha inciso duramente sul bilancio delle gallerie italiane, molte delle quali sono aziende piccole, che purtroppo potrebbero non riaprire. A ciò si aggiunge l’assenza di fiere, che normalmente incidono per circa il 70% sul fatturato di una galleria, percentuale che rischia di andare del tutto persa almeno nel medio termine.
Si parla di un settore che conta circa 500 enti, per un totale di quasi 10.000 lavoratori tra artisti, galleristi, curatori e tutti gli altri attori. Un settore con ampie ricadute anche nel mondo del turismo, alberghiero e della ristorazione, già sofferente prima della pandemia per via di norme norme restrittive e anacronistiche rispetto al mercato internazionale.
Dalla lettera emerge come esenzioni, blocchi di mutui e utenze e propaga di imposte siano misure apprezzate ma non sufficienti. L’obbiettivo dell’ANGAMC, di più ampio respiro, va a toccare temi come la recisione dell’Art Bonus, dell’IVA primo mercato e delle importazioni, e del diritto di seguito.
Mauro Stefanini, presidente dell’associazione, firma l’appello con la convinzione che si debba al più presto pensare a una strategia da attuare non appena l’emergenza sarà terminata.