La proposta di Stéphane Distinguin, fondatore della società Fabernovel, specializzata nell’innovazione digitale, per finanziare grazie alla Gioconda il rilancio del mondo della cultura dopo il coronavirus
Al momento, ovviamente, è solo un paradosso. Anche se, vedendo quello di cui anche noi ieri scrivevamo, ovvero che l’Association of Art Museums Directors (AAMD) avrebbe dato il via libera allo smembramento delle collezioni permanenti per garantire liquidità ai musei americani, potrebbe non essere poi così lontano dalla realtà.
Da quest’altra parte dell’oceano arriva qualcuno che mette sul tavolo l’idea che la Francia potrebbe mettere in vendita la Gioconda, “per finanziare il rilancio di un mondo della cultura che altrimenti rischia di non sopravvivere al coronavirus”. Si tratta di Stéphane Distinguin, fondatore della società Fabernovel, specializzata nell’innovazione digitale con clienti del calibro di Le Monde, i taxi parigini G7 e Canal Plus. Che ha lanciato la sua bomba sulla rivista Usbek e Rica, ripresa anche in Italia dal Corriere della Sera con un’intervista.
Signor Distinguin, davvero vuole vendere la Gioconda?, domanda il quotidiano. “Penso che potrebbe essere un buon affare, da un punto di vista economico e anche culturale. A tempi straordinari, risposte inedite. II settore è a pezzi, la famosa eccezione culturale francese rischia di svanire, gli unici ad avere i mezzi per tentare qualche reazione sono i colossi americani, come Netflix, che da qualche giorno propone sulla sua piattaforma anche i film di François Truffaut”.
Il valore della Monna Lisa è inestimabile? “Possiamo provare ad azzardare un prezzo”, risponde Distinguin. “Diciamo come minimo cento volte il Salvator Mundi, sempre di Leonardo? Teniamo contro che l’Uomo vitruviano, fatto arrivare a Parigi per i 500 anni, è stato assicurato per un miliardo. Possiamo stimare che la Gioconda frutti al Louvre e indirettamente all’economia francese (tra merchandising, alberghi e biglietti aerei) grosso modo tre miliardi di euro l’anno. Cinquanta miliardi mi pare ragionevole, perché l’operazione abbia un senso bisogna chiedere una cifra enorme”.