Print Friendly and PDF

A quanto pare è uscito uno degli album più belli di sempre

Fiona Apple Mandatory Credit: Photo by Fairchild Archive/Penske Media/Shutterstock (6061511f) Fiona Apple Standard Sounds Fiona Apple Concert, New York

Fiona Apple

É di Fiona Apple e si intitola Fetch the Bolt Cutters. Uscito poco meno di un mese fa, precisamente venerdì 17 aprile, ha raccolto un’infinita di recensione entusiaste, tra cui un 10 (il voto più alto possibile) da Pitchfork, una delle riviste musicali più influenti al mondo, che aveva riservato questa votazione ad album come “OK Computer” e “Kid A” dei Radiohead a “My Beautiful Dark Twisted Fantasy” di Kanye West passando per “I See A Darkness” di Bonnie Prince Billy.

In verità tutti gli album di Fiona Apple sono stati accolti dalla critica musicale sempre con molto entusiasmo dal primo Tindal che gli valse il disco di platino, uscito nel 1996, quando la cantante aveva solo diciotto anni, fino a The Idler Wheel… la penultima fatica, uscita ben otto anni fa. Per Fetch the Bolt Cutters la gestazione è stata piuttosto lunga, il periodo di lavorazione è durato ben cinque anni, anche se probabilmente ne è valsa la pena. Poi va anche ammesso che probabilmente il clamore mediatico scatenatosi dopo la recensione di Pitchfork ha sicuramente aiutato l’album a diventare ancora più virale, con tutti i pro e i contro di questa condizione. Ci sono state le classiche polemiche del tipo perchè per Fetch the Bolt Cutters 10 e per Kendrick Lamar un misero 9.3 all’uscita di To Pimp a Butterfly? Ecc.. ecc…Ovviamente anche il mondo della musica e la relativa critica non è immune a teorie del complotto, strane macchinazioni, più o meno veritiere e tutto quanto.

Fiona Apple
Mandatory Credit: Photo by Fairchild Archive/Penske Media/Shutterstock. Fiona Apple Standard Sounds Fiona Apple Concert, New York

Ma tralasciando il clamore del sopracitato dieci in pagella, che in fondo lascia un pò il tempo che trova, l’album ha effettivamente avuto un riscontro piuttosto unanime. Andando a vedere le varie recensioni tutte paiono abbastanza convinte di trovarsi davanti a qualcosa di davvero speciale: Il quinto disco di Fiona Apple è illimitato, una sinfonia selvaggia del quotidiano, un capolavoro irremovibile. Nessuna musica è mai stata suonata in questo modo (Pitchfork) È un ascolto inebriante – e uno dei suoi migliori album (NME); Fetch The Bolt Cutters è uno degli album più umani usciti negli ultimi tempi, ed è proprio nelle sue imperfezioni che sta la sua bellezza (DeerWaves); «Prendete le tronchesi, sono stata qui fin troppo», recita il testo del brano che dà il titolo all’album e che esprime il desiderio di Apple di liberarsi da un personaggio in cui è stata costretta e in cui non si riconosce, di uscire da una qualche prigione, insomma di reagire. Ed è la sensazione liberatoria che trasmette quest’album senza regole, anzi, con delle regole tutte sue (Rolling Stone). Quindi anche se ormai in quest’epoca in cui le grandi testate sembrano avere sempre meno influenza ed è il contenuto a fare l’autorevolezza dell’autore e non il contenitore, in cui tutti possono dire la propria, in cui si affanna tra migliaia di webzine più o meno piccole, più o meno sul pezzo, Fetch the Bolt Cutters sembra aver messo tutti d’accordo. Poi ci sarà la prova del tempo a mettere veramente alla prova quest’album, ma a questo ci penseremo più in là.
Ah, visto che ci sono dico anche io la mia: mi fa schifo, è insopportabile questo album. Non so come può essere piaciuto a così tante persone, davvero. Nah, non è vero, stavo scherzando. É una vera bomba.

 

Commenta con Facebook