Print Friendly and PDF

Autoprogettazione. Superare le distanze, istruzioni (d’artista) per realizzare opere d’arte in casa

Autoprogettazione Autoprogettazione
Autoprogettazione
Autoprogettazione

“Le crisi sono degli acceleratori esistenziali”. Così Bianca Trevisan, curatrice della Galleria Milano, esordisce parlando del progetto curatoriale online Autoprogettazione, promosso e sostenuto dalla Galleria Milano e nato durante la crisi da covid-19. In un momento in cui il mondo dell’arte si ritrova a dover rivedere il proprio rapporto col mondo e con se stesso e i suoi luoghi sono irraggiungibili, Bianca Trevisan, Nicola Pellegrini e Toni Merola, in collaborazione con Maria Chiara Salvanelli Press Office & Communication hanno portato l’arte alle persone.

Nell’aprile del 1974 il designer e artista Enzo Mari presentava, proprio alla Galleria Milano, la sua celebre mostra Proposta per un’autoprogettazione, dove offriva disegni progettuali e istruzioni per realizzare mobili di design nella propria abitazione. Atto rivoluzionario e politico che invitava il pubblico a sottrarsi alle logiche produttive dominanti, rinegoziandole e recuperando una dimensione più intima e autonoma. Da uno slittamento più esistenziale nasce Autoprogettazione. Oltre cento artisti offrono le proprie istruzioni per realizzare, con ciò che è a disposizione in casa, un’opera d’arte da loro ideata. Si rivalutano gli spazi in cui si vive, riscoprendoli e riscoprendosi, riconoscendo un’esigenza che si rivela necessaria.

Con materiali “bassi”, di riciclo o scarti del quotidiano che vengono di solito ignorati, ogni opera è un esercizio di meraviglia senza mai essere un’imposizione. In un mondo dell’arte considerato spesso elitario e distante, Autoprogettazione entra nelle case, crea una comunità (artistica e non solo) e sfida il discorso dell’autorialità e del valore dell’opera d’arte. Pur rimanendo opere d’autore, il pubblico partecipando, interpretandole e riprogettandole, rivede la propria visione, la propria esistenza. Un progetto continuamente in evoluzione che si riconnette a una lunga tradizione: da Marcel Duchamp a Fluxus, fino a esperienze espositive come Do It, ideata nel 1993 da Hans Ulrich Obrist.

Autoprogettazione rientra anche tra le iniziative della iper-citata, ma sempre attuale Arte Relazionale, che oggi ha di fronte la sfida più grande: superare le distanze e la bulimia di contenuti digitali che questa pandemia ha prodotto. Autoprogettazione è un’ottima risposta che crea incontri e dialoghi fertili, che non rimangono solo piccole isole felici del mondo dell’arte. È diventata una piattaforma di stimolo e scambio tra artisti, ma il progetto ha anche invaso degli interstizi tra il mondo dell’arte e un pubblico più ampio, che diventa finalmente partecipe senza sentirsi intruso o invitato “di cortesia”. Un luogo, seppur sempre virtuale di ritrovo, in un momento in cui si è scoperto quanto ritrovarsi sia un’occasione preziosa.

I progetti con tutte le istruzioni per la loro realizzazione sono pubblicati sul sito ufficiale autoprogettazione.com e sulla pagina instagram @autoprogettazione e ne vengono aggiunti di nuovi quotidianamente. Chi vuole condividere le proprie realizzazioni può postarle su Instagram con il tag @autoprogettazione e @galleria.milano e gli hashtag #autoprogettazione #galleriamilano #iorestoacasa #laculturanonsiferma.

Commenta con Facebook

Altri articoli