Dopo aver ospitato i Mondiali nel 2014 e le Olimpiadi nel 2016, nel 2020 Rio de Janeiro è stata la prima capitale mondiale dell’architettura. L’UNESCO nomina Copenhagen la Capitale Mondiale dell’Architettura del 2023.
Dall’era vichinga, villaggio di pescatori, ad oggi, Copenhagen, la capitale della Danimarca ne ha fatta di strada. Con le sue pittoresche casette colorate affacciate sull’acqua e i suoi numerosi spazi verdi, ha vinto il titolo di città più verde del mondo nel 2014 ed oggi si appresta a divenire faro dell’architettura del futuro.
Sembra una città utopica Copenhagen, con i suoi giardini pensili diffusi in tutta la città, rifugio temporaneo per gli uccelli migratori e per gli insetti impollinatori. I danesi poi, praticano l’agricoltura urbana, molto più sostenibile perché riduce il costo dei prodotti e l’inquinamento dovuto al trasporto delle merci. Entro il 2025 la città si è posta l’obiettivo di arrivare a zero emissioni, grazie al sapiente uso dell’energia eolica, delle biciclette, il cui numero supera quello delle automobili e di una rete di trasporti efficientissima. E poi c’è CopenHill, il futuro dello smaltimento sostenibile. Lo studio di architettura Bjarke Ingels Group ha progettato un termovalorizzatore capace di trasformare la spazzatura in energia elettrica. Oltre ad essere una forma sostenibile di utilizzo dei rifiuti (rilascia una minore quantità di CO2, produce energia e suddivide i rifiuti riciclabili da quelli da incenerire), CopenHill è provvisto di una pista da sci artificiale di oltre 600 metri, di una parete da arrampicata, di un bar e di un ristorante. L’impianto, costato 670 milioni di dollari, brucia 400 mila tonnellate di rifiuti all’anno e fornisce elettricità ed acqua calda ad oltre 62 mila abitazioni e 160 mila appartamenti.
Thomas Vonier – presidente dell’UIA – ha definito Copenhagen una città “capace di offrire al mondo un fantastico contrasto nel modo in cui l’architettura aiuta le principali città globali ad affrontare le diverse sfide della vita urbana del 21° secolo”.
Vonier ha inoltre aggiunto: “L’attuale pandemia di COVID-19 ci mostra come l’architettura e il design possano aiutarci ad adattarci in tempi di crisi e a cambiare il futuro in meglio. […] L’architettura può aiutare le comunità a recuperare e ricostruire, applicando lezioni che aiutano a evitare future catastrofi sanitarie e ambientali. L’architettura è una grande forza per il bene sociale quando progettiamo e costruiamo responsabilmente”.
Dal 2 al 7 luglio 2023, il Congresso mondiale degli Architetti radunerà circa 15.000 professionisti, che discuteranno attorno al tema di “Futuri sostenibili – Non lasciare nessuno indietro”. Natalie Mossin – presidente UIA 2023 CPH e copresidente della Commissione UIA sugli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite – ha dichiarato che “l’obiettivo è democratizzare l’architettura e rispondere ai bisogni sociali attraverso l’architettura, proteggendo al contempo il pianeta”.