Non si perde tempo al Complesso Monumentale della Pilotta di Parma: dal 3 giugno infatti si entra nel vivo della “fase 3” con la mostra “Fornasetti Theatrum Mundi”, fino al 14 febbraio 2021.
Non si perde tempo, certo; ma ci si perde nel tempo. O meglio, il tempo si perde, si annulla nel perfetto e riuscitissimo dialogo tra il design contemporaneo di Fornasetti e l’architettura (e le opere) seicentesche del Complesso.
Spesso capita di assistere a mostre in cui si cerchi il contrappunto tra sedi museali (e opere in esse contenute) risalenti a secoli fa e opere moderne, ma raramente con un risultato così armonico. Il merito va senza dubbio al fatto che l’opera di Fornasetti non solo sia assolutamente al di fuori da ogni concetto legato a mode o tendenze per questioni estetiche, ma soprattutto alla caratteristica di insistere su quanto di più archetipale e atemporale esista: ovvero, l’utilizzo dei Simboli.
I visi e gli occhi, le mani e ancora i soli, le lune: sempre ci sono stati e sempre ci saranno, e il tratto di Fornasetti riesce a riprodurli con una risoluzione che – a seconda di come la si voglia guardare, o da come sia contestualizzata – può ricordare statue classiche, come invece un Magritte. E la forza dei simboli raffigurati, privati da ogni obbligata funzione spaziale come da ogni orpello che possa circondarli, si ritrova in completa purezza.
Barnaba Fornasetti, continuatore dell’arte e dell’atelier del padre Piero e curatore – assieme a Valeria Manzi e Simone Verde – della mostra, sostiene infatti:
Mio padre aveva questo legame con l’antichità che lo portava a fondersi con tutti gli stili in cui le sue opere si immergevano, forse proprio in quanto avversario degli stilemi e delle tendenze. Fornasetti si adatta in qualsiasi contesto si cali, sia esso un arredo Impero o disegnato da Le Corbusier. Gli dona anzi una forte identità: Philippe Starck sosteneva che in un ambiente, in particolare se minimalista, metti anche solo una teiera di Fornasetti, improvvisamente diventa tutto Fornasetti”
Fornasetti, insomma, è coerente con tutto; anzi, rende tutto coerente con sé, cambia lo spazio-tempo del contesto in cui lo si pone: lo rende il proprio spazio, e ne annulla il tempo.
Il Theatrum Mundi è un concetto metaforico sviluppato in tutto il pensiero occidentale, a partire dal Mito della Caverna di Platone, che influenzò anche – tramite i neoplatonici – il pensiero cristiano. Esso prevede che “tutto il mondo sia un palcoscenico” – per dirla con Shakespeare – in cui ogni persona recita il suo ruolo, avendo Dio – o il Fato – come Sommo Autore.
Dopo un lungo periodo in cui i cambiamenti sociali e culturali a cavallo tra il diciottesimo e il ventesimo secolo tornarono a porre il focus sull’opposto concetto di libero arbitrio, il Theatrum Mundi tornò in auge con le riconcettualizzazioni effettuate da autori come Brecht, Artaud, Beckett, oltre che coi situazionisti e con Baudrillard.
Conobbe forte popolarità nel periodo barocco – a cui risale il Teatro Farnese, cuore della mostra, che fu però edificato sul modello del teatro classico, la stessa struttura architettonica da cui nasce l’idea del Theatrum Mundi formulata dal retore neoplatonico Giulio Camillo (1480-1544). L’utopia di Camillo collocava all’interno del teatro vitruviano figure e simboli disposti secondo un ordine preciso, con l’idea che questo funzionasse come una sorta di mente artificiale, attribuendo all’immaginazione la facoltà di comprendere, ricostruire e interpretare il mondo. Un’idea profondamente affine alla creatività di Fornasetti: ancora una volta, al di là del tempo.
“La Cultura Batte il Tempo”, recita peraltro il claim di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020; e la Cultura è anche e soprattutto bellezza, armonia e capace gestione dell’interazione tra esperienza, tradizione e visionarietà. Caratteristiche utili per vincere sui limiti temporali, ma oggi più che mai importanti per battere il tempo in cui stiamo vivendo, ricordando come il design sia arte non solo da contemplare ma da vivere e usare; e ritrovare le opere di Fornasetti nel contesto del Theatrum Mundi che stiamo vivendo in questi giorni appare rassicurante, perché permette di sottolineare una continuità con la classicità e con le nostre tradizioni che diventa più che mai utile in un’epoca di cambiamenti radicali obbligati. Servono nuove visioni, ma accompagnate da antiche e solide certezze.
Fornasetti Theatrum Mundi
Complesso Monumentale della Pilotta
Piazza della Pilotta 3, Parma
parma2020.it