Concepita da Antonio da Sangallo detto il Vecchio, la costruzione fu avviata nel 1518 per venerare una più antica immagine miracolosa mariana, La Madonna col Bambino e San Francesco
È considerato uno dei massimi esempi dell’architettura italiana del Cinquecento. Raro esempio di edificio religioso italiano a pianta centrale, concepito da Antonio da Sangallo detto il Vecchio, la costruzione fu avviata nel 1518 per venerare una più antica immagine miracolosa mariana. Ovvero La Madonna col Bambino e San Francesco, attribuita al Maestro di Badia Isola, un artista di scuola senese vicino ai modi di Duccio di Buoninsegna. Parliamo del Tempio di San Biagio a Montepulciano, che riaprirà le sue porte a pellegrini e visitatori il 13 giugno, in conformità ai protocolli di sicurezza.
Il Tempio, situato appena fuori la città, costituisce una sintesi perfetta tra arte e fede, ambiente naturale e opera dell’uomo – misura e centro dell’Universo – devozione popolare e ingegno. Un monumento mirabile che contribuisce significativamente alla definizione di Montepulciano, “perla del Cinquecento”, in quanto palazzi, chiese, decori riflettono il Rinascimento maturo e si susseguono in una sorta di museo a cielo aperto.
L’invito ai visitatori è quello di calpestare quel prato, sagrato naturale, dove si erge il Tempio e varcare la soglia in travertino della Chiesa: come ha rilevato don Domenico Zafarana turisti o pellegrini, credenti o non credenti, entrando “gustino la soavità e la linearità di un edificio sacro, molto caro alla tradizione cristiana, che nei cinque secoli della sua storia non è stato soggetto se non a poche e rare modifiche che ne hanno conservate la bellezza estetica e l’efficacia stilistica. Non a caso – nel grande e centrale altare marmoreo, attorno al quale si sviluppa il complesso sacro – è iscritta quella frase cara ai Padri della Chiesa dei primissimi secoli dell’era cristiana: ‘Hinc Deus homo et homo Deus’. Qui, in questo luogo, grazie alla bellezza, Dio può diventare uomo”.
https://www.tempiosanbiagio.it/