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Waiting for the Sibyl: William Kentridge torna in mostra a MIlano

William Kentridge, Drawing for Waiting for the Sibyl (Trees and Spinning Fugures)
William Kentridge, Drawing for Waiting for the Sibyl (Trees and Spinning Fugures)

Waiting for the Sibyl and other histories è l’evocativo titolo della mostra che la Galleria Lia Rumma presenta a Milano. Protagonisti i disegni, le sculture e i video animati di William Kentridge. L’esposizione è visitabile, solo su prenotazione, dal 4 giugno 2020.

Le profezie delle Sibille erano oscure, come oscuri sono i disegni di William Kentridge. Non è sicuramente la ragione principale che ha spinto il disegnatore ad avvicinarci al tema, ma rappresenta d’altro canto un evocativo punto di contatto che ci consente di introdurre il nuovo e complesso progetto dell’artista. Waiting for the Sibyl è il titolo dell’ultima opera di Kentridge, commissionata dal Teatro dell’Opera di Roma, che l’ha presentata in anteprima mondiale lo scorso settembre, per affiancare Work in Progress (1968), l’unico lavoro teatrale concepito dallo scultore statunitense Alexander Calder.

A presentarla al pubblico è la Galleria Lia Rumma, che a Milano mette in scena (l’esposizione è visitabile dal 4 giugno, solo su appuntamento) Waiting for the Sibyl and other histories. Come già anticipato, il progetto è allineato alla poetica di Calder e ad essa si ispira, soprattutto per quanto riguarda il movimento e la rotazione. Nell’opera dell’artista sudafricano questi elementi sono evidenti nella rievocazione della figura della Sibilla, sacerdotessa che trascriveva gli oracoli sulle foglie di quercia. Dopodiché i vaticini, disperdendosi e ruotando al vento dell’antro di Cuma, confondevano i destini, diventando simbolo d’incertezza e del tempo incontrollabile che fluisce, muta e ritorna.

William Kentridge, Drawing for Waiting for the Sibyl (Female Figure Dancing)

La stessa poetica viene ripresa da Kentridge nel suo progetto, che si concretizza in un serie di disegni e sculture, oltre che in un video animato, elemento cardine della mostra. Protagonista di questo, ovviamente, la Sibilla, immaginata in chiave contemporanea come una danzatrice africana, in movimento sotto le composizioni vocali di Nhlanhla Mahlangu. Sulla sfondo pagine di libri, inchiostro, rami, foglie nere e altri elementi si scompaginano e rimescolano, restituendo un responso profetico esito di un implacabile algoritmo padrone del nostro destino. In questo paesaggio in bianco e nero, dominato dall’inevitabilità della sorte, l’uomo ritrova speranza solo in alcune immagini – alberi, foglie, oggetti animati, forme geometriche – che si distinguono per colore e vivacità.

L’allestimento – che al primo piano presenta i set di piccole sculture in bronzo come Lexicon (2017) e Paragraph I (2018), o le sculture d’acciaio e alluminio Leaf/Ampersand (2019), e Returning Leaf (2019) – cerca di assecondare il fil rouge del movimento e della trasformazione, assumendo forme e combinazioni diverse, secondo il punto di vista scelto dell’osservatore. Così come ha cambiato dimensione, per esempio, la sequenza di figure in bronzo Processione di Riparazionisti (2019). Le grandi silhouettes, ideate in scala monumentale alle OGR di Torino, vengono qui presentate in una forma ridotta ma altrettanto evocativa. Figure di operai e macchine fisse ma, allo stesso tempo, dinamiche e in movimento, che ricordano la nostra storia industriale, la migrazione verso il Nord per lavorare in fabbrica, e la fatica umana, temi universali cari a Kentridge.

William Kentridge, Drawing for Waiting for the Sibyl (It’s too late now)

Il secondo piano della galleria è riservato alla coinvolgente installazione video KABOOM! (2018), adattata dall’acclamata produzione teatrale The Head & the Load, presentata in anteprima alla Tate Modern di Londra nel 2018, che racconta la storia di circa due milioni di africani reclutati da inglesi, francesi e tedeschi durante la prima guerra mondiale in Africa.

The Head & the Load parla dell’Africa e degli africani della prima guerra mondiale. Vale a dire di tutte le contraddizioni e i paradossi del colonialismo, che sono stati alimentati e compressi dalla guerra. Parla di incomprensione storica (e di inudibilità e invisibilità). La logica coloniale nei confronti dei partecipanti neri si potrebbe riassumere così: ‘Per evitare che le loro azioni meritino un riconoscimento, le loro azioni non devono essere registrate’. L’obiettivo di Head & the Load è di riconoscere e registrare

 

William Kentridge

William Kentridge, Paragraph II

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