Opere poetiche ed effimere che hanno un impatto sulle menti, ma non sulla natura. Con il motto From street to Land, l’artista Saype ha portato i suoi messaggi di speranza dal cemento alle superfici erbose. La sua storia nella web serie di Arte in italiano Ginnastica culturale.
Se in generale la street art è tra le forme d’arte più immediate e accessibili, la pratica di Saype si spinge ancora oltre. Infatti, anche se le sue opere si godono dall’alto, sono gigantesche, si fondono completamente con il contesto in cui sono inserite senza avere un impatto sulla natura e scompaiono naturalmente nell’arco di qualche mese. Saype, nome d’arte di Guillaume Legros, ha forgiato una pratica artistica a cavallo tra la street art e la Land art, che per originalità e carattere ecologico lo ha inscritto all’interno del panorama artistico internazionale. Non solo: nel 2019 l’artista è stato considerato da Forbes tra le personalità under 30 più influenti nel campo dell’arte e della cultura in Europa.
Dopo diversi progetti di street art classica, nel 2013 inizia l’esperienza pionieristica dei Foot murales attraverso la pittura su erba. Saype inventa una nuova forma d’arte 100% biodegradabile: dipinge con pigmenti naturali (utilizza il carbone per creare il nero e le proteine del latte per il bianco) mescolati ad acqua e olio di lino. Grazie a una tecnica che trasforma il paesaggio senza danneggiarlo, l’artista ha la possibilità di trasmettere messaggi importanti comprensibili a tutti, dal tema delle migrazioni all’emergenza climatica. Puntualmente le sue opere guadagnano visibilità mediatica in tutto il mondo, da Qu’est-ce qu’un grand homme? del 2016 al progetto Beyond walls, tutt’ora in corso: braccia che si intrecciano creano una catena umana che parte dal Champ-de-Mars per arrivare fino in Costa d’Avorio.
Anche durante l’emergenza sanitaria Saype ha fatto sentire la propria voce con Beyond crisis: nei prati vicino a Leysin, una bambina guarda l’orizzonte dopo aver disegnato un girotondo le cui forme ricordano quelle del COVID-19.