Cosa c’entri il catalogo dei francobolli italiani corredati per di più di quotazioni mercantili, o supposte tali, nel nuovo sito di Filatelia di Poste Italiane non è affatto chiaro.
Non risulta infatti che Filatelia di Poste Italiane sia abilitata a commercializzare (il che significa vendere, ma anche acquistare sul mercato i prodotti che propone).
Oltretutto si tratta di quotazioni teoriche, tutte da dimostrare, che non trovano riscontro nella realtà mercantile sulla quale Filatelia di Poste Italiane non opera. Quantomeno al momento. Non solo, tali quotazioni potrebbero indurre qualche male intenzionato ad applicarle pari pari a inesperti collezionisti o ritenuti tali, quando si sa che non è così.
Espressione di gruppi o di singoli operatori commerciali i cataloghi attualmente sul mercato si mostrano, qualcuno più di altri, davvero generosi in fatto di quotazioni giustificandosi col fatto che si tratta di stime affidate ad esemplari in conservazione perfetta. Una quotazione che in non pochi casi è “pressoché” mentre sarebbe forse meglio stimare la qualità media e prevedere un adeguato plusvalore per quella “super”. D’altra parte basta controllare i prezzi che normali francobolli spuntano nelle vendite all’incanto per rendersi conto di come le quotazioni dei cataloghi siano ottimistiche.
Per non parlare delle informazioni tecniche. Del Gronchi rosa, per dire, certamente il più conosciuto francobolli della Repubblica che deve la sua fama al fatto di essere stato ritirato subito dopo la vendita, il lunedì di Pasqua del 1961, per via della cartina del Perù sbagliata, a parte la quotazione riportata (si è trattato di un errore che verrà corretto, assicurano da Poste Italiane) è indicata la tiratura di 1.113.000 esemplari. Dimenticando, elemento non proprio secondario, che il quantitativo venduto – e a suo tempo ufficializzato da Poste Italiane quando ancora era ministero – ammonta a 79.625 esemplari. Ben al di sotto, quindi della tiratura che induce a pensare corrisponda alla disponibilità del mercato.
Del tutto fuori posto, semplicemente perché non si tratta di un’emissione di Poste Italiane, quanto di un souvenir del Poligrafico inserito in una pubblicazione filatelica, il cartoncino Charles Chaplin del 1989.
Se proprio si voleva fare un catalogo dei francobolli d’Italia l’esempio da seguire era quello di incaricare un gruppo di esperti a redigerlo ed evitare quotazioni fuorvianti. Come era stato fatto nel 1923 con il Catalogo dei francobolli d’Italia, il primo edito nel nostro Paese.
D’altra parte commercianti ed editori di cataloghi possono uniformarsi a propria chiavi di lettura, che possono non essere certo condivisibili, ma sono personali e in quanto tali vanno rispettate, lo stesso non si può dire per Poste Italiane chiamate quantomeno all’ufficialità avuta in eredità e proprio per questo fa testo. I suoi giudizi in fatto di francobolli devono attenersi ai documenti ed essere scevri da qualsiasi considerazione o momentanea valutazione di parte.
Nel frattempo le maglie informative di Poste Italiane sembrano allargarsi. Una volta – ricorda una nota dell’Ansa – le immagini dei francobolli italiani venivano rese note con qualche giorno di anticipo rispetto all’emissione. Poi una disposizione ministeriale ha ingiunto che l’immagine venisse resa nota solo il giorno stesso di emissione. Ma ultimamente si registra qualche “fuga”’ anticipata. Sulla versione italiana di un famoso sito di vendite online (eBay) era infatti già comparso prima del giorno di emissione il francobollo dedicato al secolo di vita del Cagliari Calcio.
Adesso sono comparsi “in anticipo”’ i francobolli riguardanti Alberto Sordi e i 130 anni della Pasta Divella (emissione del 19 giugno). Anzi, di quest’ultimo francobollo compaiono persino in vendita buste con timbri in data 11 giugno, e quindi con una settimana di anticipo sulla data ufficiale di emissione. Le date anticipate non sembrano mai avere scaldato molto il cuore dei collezionisti ma qualche modesto sovrapprezzo lo ottengono.
Al fine di eliminare queste situazioni forse è giunto il momento di diffondere con largo anticipo le immagini dei nuovi francobolli. Come, d’altra parte, si fa quasi ovunque.