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L’arte come evocazione: i disegni postmoderni di Enzo Cucchi in mostra a Roma

Enzo Cucchi, esponente del movimento della Transavanguardia, è in mostra a Roma alla Galleria Aleandri Arte Moderna.

L’estetica postmoderna, a cui Lyotard e Derrida dettero spessore filosofico, e che in Italia trovò terreno fecondo nelle plaghe dell’arte, grazie all’impegno fattivo di Achille Bonito Oliva e di Renato Barilli, propugnava, tra i suoi canoni, l’abolizione dello spazio euclideo e della finzione prospettica. A riconsiderarla oggi, nei tempi grami che ci capita di attraversare, tra pandemia e “distanziamento sociale”, e che ratificano il trionfo di Euclide inchiodandoci responsabilmente allo spazio fisico e alle sue ineludibili convenzioni numeriche, questa dottrina ci sembra una chimera. Ma tra arte e vita, si sa, lo iato è invalicabile.

Calzata la mascherina d’obbligo, ci avviamo di buona lena, tra i vicoli del Ghetto, verso la Galleria Aleandri Arte Moderna per rifugiarci tra i disegni visionari di Enzo Cucchi. Il pittore marchigiano, con un occhio ai corregionali Scipione e Licini, e l’altro  ai  maestri del Rinascimento Masaccio e Piero della Francesca, è stato protagonista della Transavanguardia (con Chia, Paladino, De Maria e Clemente), il movimento teorizzato da Bonito Oliva sul finire degli anni ’70 – tributario del Manierismo cinquecentesco – che, in opposizione alla visione darwinistico-evoluzionistica delle  grandi Avanguardie, mirava a recuperare gli stilemi e le tecniche del passato attualizzandoli con l’espediente mnemonico della citazione e con il suggestivo precetto del “nomadismo culturale”.

Enzo Cucchi, Predicatore n. 2, 2020

Ad attenderci in galleria, una trentina di disegni a matita, resi eccentrici dalla sovrapposizione, mediante collage, di frammenti realizzati a penna, e denominati Strimpelli Sabatali; nove grandi carte eseguite appositamente per  la mostra, chiamate Predicatori ; e infine Re Mago, una scultura in bronzo dal gusto arcaico. “Nella visione postmoderna –  ci spiega il gallerista-  l’artista, con la propria sensibilità, le proprie percezioni, la propria memoria è come una spugna, e tutto ciò che assorbe viene rovesciato di getto nell’opera d’arte con una finalità puramente evocativa: un processo che ricorda la scrittura automatica dei surrealisti”.

Seguiamo i piccoli disegni avvicendarsi agilmente sulla parete più ampia e lasciar affiorare, immaginalmente, come la proiezione bidimensionale di uno spazio irregolare, peregrino, sostanziale alle figure che accoglie, quasi una emanazione o un secreto di queste più che un algido contenitore di forme. Una concezione dello spazio, questa, già teorizzata da Bonito Oliva nel suo libro L’ideologia del traditore. Salutiamo nostalgicamente l’arte e torniamo sulla strada; e, con piglio da agrimensori, misuriamo con gli occhi i confini prescritti dal “distanziamento sociale”.

Enzo Cucchi, Predicatore n. 6, 2020

Enzo Cucchi
Il Re Mago, i Predicatori e gli Strimpelli Sabatali
a cura di Mario Finazzi

22 maggio – 31 luglio
Galleria Aleandri Arte Moderna
Piazza Costaguti 12, Roma
www.aleandriartemoderna.com

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