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Raymond Herisse. Censurato il ritratto commemorativo del giovane di colore ucciso dalla polizia, vergogna a Miami Beach

Rodney Jackson, Memorial to Raymond Herisse rimosso dal “ReFrame Miami Beach” sotto le insistenze della città di Miami Beach, che ha commissionato la mostra d'arte. Courtesy of the artist.
Rodney Jackson, Memorial to Raymond Herisse rimosso dal “ReFrame Miami Beach” sotto le insistenze della città di Miami Beach, che ha commissionato la mostra d’arte. Courtesy of the artist.

L’ACLU (American Civil Liberties Union) sta facendo causa alla città di Miami Beach (USA, Florida) per aver censurato il ritratto commemorativo di un uomo di colore ucciso dalla polizia. Rimosso il Memoriale in onore di Raymond Herisse. Il lavoro, di R. Jackson, è apparso come parte di una mostra a Miami Beach lo scorso maggio. L’American Civil Liberties Union ha citato in giudizio la città di Miami Beach per aver censurato il dipinto dell’artista Rodney “Rock” Jackson che raffigurava Raymond Herisse, un uomo di colore ucciso nel 2011 dalla polizia di Miami Beach.

ACLU Florida e ACLU Greater Miami sostengono che la rimozione forzata dell’opera d’arte, commissionata dalla città nel 2019 per il progetto “ReFrame Miami Beach”, è stata una violazione del Primo Emendamento riguardo la libertà di parola, perpetrata ai danni dell’artista. La causa è stata presentata a nome di R. Jackson e dei curatori Octavia Yearwood e Jared McGriff.

Il Memorial a Raymond Herisse è stato tra le opere esposte su Lincoln Road (la rinomata strada dello shopping) nell’ambito della mostra intitolata “I See You Too” durante il Memorial Day dello scorso weekend. Il giorno dopo l’apertura, i curatori hanno ricevuto una telefonata dalla città che chiedeva che il dipinto – o addirittura l’intero spettacolo – fosse rimosso. “Sono rimasto sbalordito”, ha detto R.Jackson in una conferenza stampa. “Poi sono diventato lentamente indignato. Non riuscivo a capire come un’immagine che avrebbe dovuto commemorare qualcuno potesse essere offensiva.”

Il testo a muro per il memoriale dedicato a Raymond Herisse, rimosso a seguito delle insistenze attuate dalla città di Miami Beach diceva: “Raymond Herisse era un ragazzo americano di origine haitiana di 22 anni. Fu ucciso dalla polizia di Miami Beach e dagli ufficiali di polizia della Florida presso Collins Avenue durante la Urban Beach Week nel 2012. La polizia sparò 116 volte ferendo 4 persone. 12 poliziotti parteciparono alla sparatoria. La polizia dichiarò che quel giorno Herisse era in possesso di un’arma da fuoco e che stava sparando dal suo veicolo, ma i successivi test balistici confermarono che quel giorno Herisse non aveva sparato. Le dichiarazioni degli ufficiali, dopo un attento esame, vennero trovate incoerenti, contraddittorie e lacunose sulle informazioni chiave. A seguito di questo fatto, la polizia di Miami Beach ha modificato le norme che regolamentano il rapporto con gli automobilisti. Le forze dell’ordine ora non possono sparare all’interno di un veicolo in movimento, a meno che all’interno del mezzo non vi sia un uomo armato o che questo spari per primo. Questo memoriale è in onore di Herisse, è qui per affermare che #blacklivesmatter e mette in discussione l’abuso di potere, la discriminazione raziale, la violenza e le aggressioni spesso presenti nelle interazioni fra polizia e cittadini afroamericani”.

Nella causa, l’ACLU denuncia la lunga storia di razzismo radicata a Miami Beach, citando la segregazione attuata dai suoi hotel e spiagge negli anni ’60. Herisse è morto durante il weekend del Memorial Day, noto localmente come Urban Beach Weekend, una festa ampiamente frequentata da giovani di colore. Alan Levine, avvocato dell’ACLU, ha dichiarato durante una conferenza stampa: “È un fine settimana caratterizzato da una massiccia presenza della polizia e da violenza raziale ed è motivo di critiche da parte di gruppi civili in tutta la Florida del sud”.

I curatori di ReFrame Miami Beach al posto del Rodney Jackson’s Memorial to Raymond Herisse hanno affisso questa frase a seguito delle insistenze attuate dal governatore della città per rimuovere l’opera. Photo courtesy of the artist.

Nell’incidente del 2011, la polizia ha sparato 116 colpi contro il veicolo in movimento di Herisse, ferendo a morte il ventiduenne. Gli ufficiali coinvolti non sono mai stati processati, ma la città ha pagato $ 87.500 alla famiglia di Herisse e ora proibisce alla polizia di sparare contro veicoli in movimento. A tal proposito, i curatori di ReFrame hanno pensato, in accordo col dirigente della città, Jimmy Morales, che il progetto potesse avere lo scopo di incoraggiare i partecipanti ad affrontare conversazioni difficili incentrate su temi quali anti-discriminazione e inclusione. “Il fatto che questa mostra, e in particolare il memoriale dedicato a Raymond Herisse sia stato censurato, ha dimostrato che la città non era disposta a collaborare con noi in buona fede, agendo nell’interesse di nascondere fatti sfavorevoli sulla polizia”, ha dichiarato McGriff alla conferenza stampa.

La denuncia sostiene che Dan Gelber, sindaco di Miami Beach e Morales, entrambi imputati nella causa, abbiano dichiarato di aver rimosso il lavoro perché non era di loro gradimento e quindi non avrebbero dovuto pagarlo. “Gli imputati diranno che questa non è censura”, ha detto Levine. “La verità è che il denaro pubblico non può essere assegnato in base al fatto che i funzionari pubblici approvino o meno il punto di vista di qualcuno”. Nella denuncia sono citati due precedenti legali basati sui diritti relativi al Primo Emendamento. Nel 1999, la corte decise contro l’allora sindaco di New York, Rudy Giuliani, che voleva sfrattare il Brooklyn Museum e la sua mostra “The Holy Virgin Mary” di Chris Ofili, che presentava fotografie di nudo e sterco di elefante. Decisione simile avvenne nel 1991 a Miami contro il Cuban Museum of Arts and Culture per l’esposizione di opere di artisti cubani non ritenuti sufficientemente anti-Castro. L’attuale causa chiede al tribunale di dichiarare la violazione del Primo Emendamento, provocata dall’insistenza della città sulla rimozione dell’opera d’arte. I querelanti chiedono anche danni monetari per un importo da determinare al processo. “Questo non è un evento isolato. I neri sono sorvegliati e monitorati anche fisicamente e la stessa cosa sta accadendo nello spazio delle idee, nella nostra mostra”, ha affermato il curatore McGriff. “Il fatto che i neri espongano le loro idee ed esercitino il loro pensiero è offensivo per alcune persone, e penso che sia quello che è successo qui”.

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