Donna libera già prima dell’emancipazione femminile, attrice trasgressiva in una società normativa, amante liberata dalle convenzioni. Attraverso estratti dai film e interviste, il documentario di ARTE presentato in anteprima esclusiva per ArtsLife ripercorre la vita e la carriera di Jeanne Moreau.
Sguardo languido, bellezza discreta, sorriso irresistibile. Un volto senza età già a vent’anni, una camminata unica al mondo, venuta alla ribalta sulle note di Miles Davis in Ascensore per il patibolo di Louis Malle. E poi, la prima a mostrarsi nuda nell’atto del piacere sessuale nello scandaloso Gli amanti, l’unica a saper trattenere in uno sguardo tutto il dolore di una donna ormai disillusa in La notte di Antonioni. Celebrata quale la grande dame del cinema francese, di Jeanne Moreau si è scritto e detto più di qualsiasi altra attrice connazionale (fatta eccezione, forse, per Brigitte Bardot). Nata a Parigi nel 1928, l’icona del cinema ci ha lasciati nel luglio di tre anni fa. Interprete tanto incisiva quanto versatile, nel corso della sua carriera ha preso parte a oltre 130 film, collaborando con i più grandi registi del Novecento: da Orson Welles a Luis Buñuel, da François Truffaut a Wim Wenders.
Ogni volta che me la immagino a distanza la vedo che legge non un giornale ma un libro, perché Jeanne Moreau non fa pensare al flirt ma all’amore. Così disse di lei François Truffaut, che la scelse per interpretare Catherine nel suo Jules et Jim, tratto dall’omonimo romanzo di Henri-Pierre Roché. In una scena memorabile del film, Jeanne Moreau intona Le Tourbillon, canzone scritta qualche anno prima per l’attrice da Serge Rezvani. Destinata a rimanere “tra amici”, divenne invece una hit del momento.
Il film Jeanne Moreau, l’emancipata di Virigine Linhart, presentato in anteprima per ArtsLife è disponibile su Arte in italiano.