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Abel Ferrara interpreta il Galata Suicida. A Roma l’intensa performance dai versi di Gabriele Tinti

Abel Ferrara al Museo Nazionale Romano Abel Ferrara al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps- Courtesy Mauro Maglione
Abel Ferrara legge i versi di Gabriele Tinti accanto la statua del Galta Suicida al Museo Nazionale Romano di PAbel Ferrara e Gabriele Tinti al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps Courtesy Mauro Maglionealazzo Altemps
Abel Ferrara legge i versi di Gabriele Tinti accanto la statua del Galta Suicida al Museo Nazionale Romano di PAbel Ferrara e Gabriele Tinti al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps Courtesy Mauro Maglionealazzo Altemps. Courtesy Mauro Maglione

Incredibile performance del tormentato regista che ha declamato i versi poetici di Gabriele Tinti ispirati dal Galata Suicida di Palazzo Altemps

Le statue oggi vengono vilipese e offese, ma non si può censurare l’arte. Le sculture hanno una voce alla quale rispondere e da incarnare non con la violenza, ma con la poesia.

Con queste parole il poeta Gabriele Tinti ha introdotto l’intensa interpretazione di Abel Ferrara che ha letto alcuni suoi versi  poetici dedicati al Galata Suicida, proprio accanto alla splendida scultura di Palazzo Altemps, di fronte a un ristretto numero di fortunati giornalisti e fotografi a causa delle necessarie misure di distanziamento in chiave Covid-19.

Chi ha avuto la fortuna di visitare le meraviglie di Palazzo Altemps conosce bene l’intensità di questo capolavoro della statutaria classica, posto al centro della grande sala che ne prende il nome. L’impatto è travolgente, a tratti terrificante. Un’opera complessa nella forma così come nella sua essenza.

Nata per essere contemplata da più angolazioni, questa splendida copia romana del I secolo a.C. deriva da un originale bronzeo di Epigono del 230-220 a.C. circa. Nella sua versione originale doveva celebrare la vittoria dei greci sui Galati avvenuta sul fiume Caico nel 240 a.C.

Si tratta infatti di una parte di alcuni gruppi scultorei che avevano come soggetto gli sconfitti Galati, un tempo collocati nella terrazza del santuario di Athena, come ringraziamento alla Dea per la storica vittoria. Noto come Donario di Attalo – dal nome del re di Pergamo Attalo I – il monumento trionfante è andato perduto e possiamo solo ipotizzarne la maestosa bellezza che dominava l’Acropoli, grazie alle copie romane marmoree giunte sino a noi, come il Galata Suicida. Nella replica romana – conosciuta anche come Galata Ludovisi in quanto ritrovata negli scavi dell’omonima villa di Roma – raffigura con grande realismo e plasticità, un guerriero celtico nell’atto di trafiggersi con una spada  mentre con un gesto di forza mista a  pietà  sorregge il corpo ormai quasi esanime della compagna.

Il Galata Suicida

Così come l’avvitamento del busto del guerriero permette una pluralità di vedute, l’opera si presta al tempo stesso a una doppia lettura. Nell’intenzione del re Attalo I, se da un lato, la fierezza del muscoloso guerriero, pronto a togliersi la vita pur di non cadere nelle mani dei vincitori, doveva esaltare la forza e il valore del nemico barbaro, dall’altro, tutto questo riconoscimento era in realtà funzionale a esaltare ancor di più la gloria della vittoria.

Qualcosa deve non aver funzionato però nelle intenzioni del re di Pergamo, almeno nella sala di Palazzo Altemps che ospita la copia romana del Galata Suicida. Forse perché decontestualizzato, in realtà a dominare la scena non è la celebrazione di una vittoria o la fierezza di un guerriero ma il dramma umano dell’avvicinarsi di una morte tragica e assurda.

Ed è proprio su questo dramma che Gabriele Tinti ha dato voce e poesia agli  ultimi respiri di vita del guerriero. Se la scultura ha una funzione narrativa, i versi del poeta di Senigallia, hanno una forte connotazione evocativa di quell’eterno combattimento che è la vita.

Siamo stanchi di trascinarci
in questa notte senza scampo.

Coraggio! Lasciateci crepare!
Ce n’è abbastanza da dissanguare

il vostro campo, queste terre
consacrate alla sporcizia,

queste viscere e le guerre
fradice, d’autunni rovinati.

Più a fondo andremo! Più a fondo
seppelliremo i nostri sogni

con i vostri. Li racconteremo
alla luce della luna. In quel cimitero

laggiù faremo festa, ancora per un po’
potrò cantare quella triste canzone.

Canti di pietra” rientra nel più complesso “Rovine”, progetto di Tinti che raccoglie una serie di letture dal vivo di fronte alla statuaria classica, che ha visto coinvolti negli ultimi anni alcuni importanti attori. Ricorderete certamente l’impressionante performance di Kevin Spacey dello scorso anno accanto l’iconico Pugile di Palazzo Massimo a Roma,  nella sua prima apparizione pubblica dopo lo scandalo a sfondo sessuale che aveva investito Hollywood nel 2017.

Kevin Spacey
Fotogramma dal video

Il malinconico reading del pugile stremato dall’ultimo combattimento, non poteva trovare migliore interpretazione in Spacey e nella sua complessa vicenda umana. Così come la morte maledetta del Galata Suicida, si sposa perfettamente con le vicende tormentate dei personaggi di Abel Ferrara nelle sue metropoli infernali. E poi, impossibile non fare una sorta di parallelo- con tutte le differenze del caso- con il suo film dedicato agli ultimi giorni di vita Pier Paolo Pasolini.

Abel Ferrara e Gabriele Tinti al Romano di Palazzo Altemps
Abel Ferrara e Gabriele Tinti al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps. Courtesy Mauro Maglione

Oltre ad Abel Ferrara e Kevin Spacey, lo scrittore e poeta appassionato di classici ha coinvolto altri grandi attori – Malcolm McDowell, Joe Mantegna, Marton Csokas, Robert Davi, Burt Young, Vincent Piazza, Franco Nero, Enrico Lo Verso, Luigi lo Cascio e Alessandro Haber) – e alcuni dei maggiori Musei al mondo come sono il Metropolitan di New York, il J. Paul Getty Museum ed il LACMA di Los Angeles, il British Museum di Londra, il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo e di Palazzo Altemps, la Gliptoteca di Monaco i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo Archeologico di Napoli e molti altri ancora.

“Rovine” è stato insignito del Premio Montale fuori di casa 2018 per la poesia ed è stato recentemente scelto per celebrare il riallestimento delle collezioni del Getty Villa.

Gabriele Tinti a Palazzo Altemps
Gabriele Tinti posa vicino il Galata Suicida. Courtesy Mauro Maglione

In particolare, è proprio di Tinti la prima audio guida poetica museale al mondo presentata dal Museo Nazionale Romano in occasione della Giornata Mondiale della Poesia (21 marzo 2021) con i suoi testi e le letture di Marton Csokas, Alessandro Haber, Franco Nero e Kevin Spacey. La contaminazione di diverse discipline in ‘Rovine’ permette una contemplazione più profonda e consapevole delle opere d’arte, in particolare di quelle della statutaria classica.

E nel prossimo futuro chi lo sa, forse un altro capolavoro potrebbe parlarci dal passato con la voce tenebrosa di un altro grande attore del presente. Come si è lasciato sfuggire Tinti durante una sua intervista ad Icon riferendosi alla performance di Abel Ferrara a Palazzo Altemps: “Magari, il prossimo obiettivo, sarà proprio uno dei suoi attori feticcio, Willem Dafoe

Già definiti invece, altri progetti futuri. Nel 2020 è prevista l’uscita della sua nuova raccolta di poesie in collaborazione con l’artista Roger Ballen per i tipi di Powerhouse Books (New York). Sempre nel 2020 l’editore Eris Press (Londra) raccoglierà in un volume il progetto “Rovine”.

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