Dr. Martens lancia una nuova capsule collection per l’estate 2020 con l’anfibio 1460 e la scarpa 1461 riempiti di corone, teschi, ossa e numeri romani del celebre graffitista
Converse addobba le sue All Star con le Brillo Soup, le Tomato Soup e i Flowers di Andy Warhol? Vans customizza calzature, t-shirt e tavole da surf con i coloratissimi manga di Takashi Murakami? Chi si ferma è perduto. Ed ecco allora che uno storico competitor dei due brand come Dr. Martens, che ha piazzato i suoi anfibi ai piedi di generazioni di adolescenti e oltre, batte il suo colpo sulle scena dell’incontro fra fashion e arti visive.
E lo fa scegliendo un personaggio trasversale, capace di affascinare il mondo ufficiale dell’arte, ma anche i giovani più ingaggiati socialmente. E autore di iconografie che sembrano nate per cavalcare le forme di comunicazione più attuali, simboli semplici e diretti ma spesso carichi di pregnanza anche politica. Parliamo di Jean-Michel Basquiat, il mitico graffitista emerso nei primi anni ’80 nel Lower East Side di New York, assurto a icona della scena artistica alternativa e poi anche della high society grazie alla collaborazione con lo stesso Warhol, prima di morire per un’overdose di eroina nel 1988 a neanche 30 anni.
Dr. Martens celebra dunque il talento di Basquiat con una nuova capsule collection lanciata proprio in questi giorni per l’estate 2020. Con due dei suoi modelli più celebri – il mitico anfibio 1460 e la classica scarpa 1461 – che riproducono particolari dei dipinti Dustheads e Pez Dispenser e della cover per l’album “Beat Bop,” di Rammellzee e K-Rob. Corone, teschi, ossa e numeri romani. In particolare le scerpe 1461 incorporano l’iconografia di Dustheads (1982), una delle opere più celebri di Basquiat, che battè il record d’asta per l’artista quando fu venduta per 48,8 milioni di dollari da Christie’s New York nel 2013.
