Dopo il tour mondiale in collaborazione con Amnesty International, l’irriverenza di Max Papeschi si abbatte sul ventennio fascista nel gioiello razionalista di WeGil, il nuovo hub culturale di Trastevere, per svelare la banalità del male e i paradossi del Capitalismo globale
Già prima di varcare la porta d’ingresso del WeGil, il nuovo hub culturale a Trastevere, si capisce bene il concept di HIC SUNT LEONES,, il nuovo progetto espositivo di Max Papeschi, uno degli artisti più irriverenti della scena contemporanea italiana.
Ad accogliervi dal terrazzino dello storico palazzo di Trastevere con le sue forme architettoniche razionaliste, troverete infatti la sagoma di Topo Gigio in tenuta marziale con le braccia sui fianchi.
È dunque una sorta di incipit di una serie di opere che nel cortocircuito tra bene e male, rassicuranti figure della nostra infanzia e demoni della nostra paura, trova nella dissacrante ironia, la chiave per svelare la banalità del male.
In questa mostra in particolare, ispirato evidentemente dal “contenitore” – il gioiello dell’architettura razionalista (ex GIL) che ha riaperto al pubblico nel 2017 – il suo umorismo caustico si concentra prevalentemente sulla parodia del ventennio fascista.
L’esposizione raccoglie un video d’arte realizzato in collaborazione con Maurizio Temporin, cinque stampe realizzate con il collage digitale e due cut-out figures, ultima frontiera installativa di Papeschi. Non mancheranno anche alcuni iconici lavori passati e il video d’arte It’s All DEVO, sempre in collaborazione con Maurizio Tamporin, creato per l’omonimo brano di Gerald Casale, cantautore statunitense dei DEVO.
Curata da Gianluca Marziani, la mostra è la prima dopo il tour mondiale di Welcome to North Korea, un progetto culturale-umanitario realizzato in collaborazione con Amnesty International dove arte digitale, performance e installazioni multimediali presentano al mondo il lato oscuro della dittatura di Kim Jong Un.
Del resto, di questa contaminazione di vari linguaggi creativi che oggi sembra l’unica via d’uscita di un’arte contemporanea relegata a un ruolo marginale nella società, l’artista è non solo un pioniere ma in qualche modo anche l’esempio vivente. Prima di approdare nel mondo dell’arte contemporanea, poteva già contare su una serie di importanti esperienze in vari ambiti creativi – teatrale, televisivo e cinematografico – nella veste di autore e regista.
È stato il primo a portare la digital-art nel nostro paese quando solo a parlarne molti addetti ai lavori inorridivano chiusi – per non dire asserragliati – nelle loro torri d’avorio. Ora è considerato a tutti gli effetti uno dei vari medium dell’arte contemporanea, e nella poetica di Max Papeschi è funzionale a creare scenari allegorici dove l’evocazione di figure a noi familiari nascondono messaggi subliminali che ridicolizzano le nostre paure e svelano tutti i paradossi del Capitalismo globale.
La mostra è promossa dalla Regione Lazio, organizzata da LAZIOcrea in collaborazione con la Fondazione Maimeri e l’art director Flavia Vago e prodotta da GV Srl.
Informazioni
HIC SUNT LEONES di Max Papeschi
WEGIL – Largo Ascianghi, 5, Roma
Dal 22 luglio al 30 agosto 2020
tutti i giorni ore 10 – 19
Chiusura 15 agosto 2020
Biglietto: Intero 6 euro; ridotto 3 euro
Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente e per i possessori di LAZIO YOUth CARD che offre opportunità e agevolazioni agli under 30 residenti o domiciliati nella Regione Lazio.
Acquisto biglietti online su www.liveticket.it/wegil
Info: www.wegil.it; info@wegil.it
tel. 334 6841506 (tutti i giorni ore 10 -19)