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La cartomante di Fellini, un ritratto privato tra i set e il fascino per il soprannaturale 

La cartomante di Fellini

La cartomante di Fellini

La cartomante di Fellini, un ritratto privato del regista della Dolce Vita, tra i set dei suoi capolavori e il fascino per il soprannaturale

Su Federico Fellini si è detto e scritto di tutto. Numerosi i documentari che raccontano il mondo del mitico regista della Dolce Vita –  a breve in arrivo anche Fellini degli spiriti diretto da Anselma Dell’Olio – innumerevoli i libri. Si aggiunge alla fornita bibliografia a lui dedicata La cartomante di Fellini (fresco di stampa per Baldini+Castoldi), un volume ricchissimo di aneddoti e retroscena gustosissimi (dal set dei suoi film, ma non solo) raccontati da Marina Ceratto Boratto, figlia di Caterina Boratto, attrice che il Maestro aveva “riscoperto” per 8 1/2 (la signora delle terme).

“La verità è che era un genio, ma a volte era anche un po’ stronzo. Ma perché si finiva sempre per perdonarlo?”. La quarta di copertina, con questa citazione, dà subito il tono racconto: non è una biografia, non è un’agiografia, non è un libro scandalo (anche se…). Il libro restituisce il ritratto di un uomo complesso e pieno di contraddizioni ma, per Marina Ceratto, Fellini è soprattutto un poeta, affascinante e circondato da un’aura magica e, nonostante le profonde inquietudini e gli incubi che lo turbavano, pieno di gioia di vivere. È questa l’energia che si respira sul set dei suoi film, dove l’autrice ci porta. Il racconto parte proprio da 8 1/2, dove i due si sono conosciuti, lei allora ha 16 anni ed è in visita alla madre impegnata nelle riprese della scena dell’harem. Pare che Fellini insistette molto per convincere Marina a girare una piccola particina nella pellicola, ma lei – per non fare dispiacere al padre – rifiuta. Caterina ha ripreso a recitare di nascosto: il marito (molto cattolico) è gelosissimo; Marina la Dolce Vita lo ha visto di nascosto, confessandosi poi il giorno dopo. Il cinema la affascina ma non è il suo sogno, alle luci della ribalta Marina preferisce il giornalismo: è il mondo febbrile Teatro 5 di Cinecittà a interessarla, diventa un’attenta osservatrice, silenziosa e arguta. Cede alle lusinghe di Fellini solo qualche anno dopo, per il documentario Block-notes di un regista.

È proprio durante un pranzo con la troupe di 8 1/2, in una pausa dalla riprese, che il regista parla per la prima volta a Marina di Magda Fabi, la veggente che vedeva il futuro in preda a spettacolari trance, suggerendo però – per non spaventarsi – di rivolgersi alla più quieta e meno teatrale Gina, la maga di fiducia di Giulietta. Nasce così un’amicizia nel segno dell’occulto, dello spirituale e dell’inconscio: a unirli l’oroscopi e il destino.

Fellini e il dal mondo dei sogni, della psicoterapia e della divinazione. Ogni mattina appena sveglio il regista appunta scrupolosamente i sogni fatti, perché durano pochissimo. Una volta a settimana, poi, ha un appuntamento segreto con Ernst Berhard, psicoterapeuta junghiano berlinese, nonché astrologo e lettore di I-Ching. Lo stesso Federico tutti i giorni si mette a tirare le monetine consultando il libro degli I-Ching “per cercare il vaticinio dello spirito del mondo”.

A rivelarlo a Marina è stata, molti anni dopo, Lucia Alberti, maga viennese moglie di Guido, ideatore del Premio Strega assieme ai Bellonci. Fellini frequenta Berhard dal ’61 al ’65, in quel periodo il regista si ritira spesso a scrivere in una villa di Manziana perché Berhard ne aveva una poco distante sul lago di Braccianoquando, fino a quando un infarto stronca la vita dello psicoterapeuta. Due sogni premonitori annunciano al regista l’imminente dipartita del suo guru.

La cartomante di Fellini

 

Federico era umbratile, un po’ saturnino, poteva dimenticarsi di te all’improvviso, senza motivo

Per Federico Fellini il mondo è pieno di segni invisibili da cogliere, decifrare. Anche Nino Rota è un appassionato di spiritismo, comunica con l’Aldilà e possiede una collezione di tremila libro sull’argomento. Fellini forse, oltre che per il suo talento di musicista, lo ama anche per questo suo lato spirituale. Fellini pieno di dubbi, sogni che non sa decifrare, premonizioni che non sempre riesce a mettere a fuoco, si rivolge a maghi, fattucchiere e spiritisti, per lui sempre più importante diventa la figura di Gustavo Rol, il sensitivo torinese.

Una notte, in preda alla superstizione, con il terrore di un malocchio da scacciare, Fellini scappa dai suoi uffici in via della Croce per trasferirsi in via PO, costringendo gli autotrasportatori a seguire un itinerario di luoghi magici (le sette chiese) per scongiurare la fattura che lo sta perseguitando.

Da un set all’altro (da Giulietta degli Spiriti al Saryricon) Marina Ceratto ci accompagna tra le pagine della lunga amicizia che l’ha legata al regista: è lei la cartomante di Fellini, mandata a lezione da Vittoria Toesca ogni giorno legge i tarocchi al Maestro, fino a quando la loro amicizia si incrina. È un racconto appassionato quello in cui ci trascina l’autrice, profondo e frivolo allo stesso tempo, pieno di contrasti, proprio come il protagonista che descrive, che tutti ha amato e che tutti hanno amato, inafferrabile, affascinante, sfuggente, seducente e bugiardo impenitente.

La cartomante di Fellini ha il carattere di un romanzo catartico, come una lettera d’amore mai spedita, 471 pagine di ricordi, un torrente di immagini vibranti e vitali: le domeniche a Fregene, l’amore con Giulietta Masina e quello per Anna Giovannini (la misteriosa amante), i film realizzati e quelli rimasti incompiuti, l’angoscia e i demoni che lo hanno tormentato: “Una volta, molto tempo dopo, mi confidò pero che era stata sempre e solo la vita a tirarlo fuori dai guai, mai l’analisi”.

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