A oltre cinque mesi dall’inizio della pandemia di Covid 19 è tempo di fare un bilancio su come è andato questo particolare primo semestre 2020 (esteso in realtà alla fine di luglio).
I mesi passati sono stati un “unicum” nel mercato dell’arte. Con una crisi sanitaria ed economica che ha inondato tutto il sistema. Dopo un primo momento di incertezza e di sospensione delle attività, molte case d’asta hanno trovato il modo di reinventarsi online e di fare, nonostante tutto, fatturato. Molte anche grazie alla clientela estera, che ha continuato ad acquistare.
Abbiamo contattato le maggiori realtà in Italia e la sorpresa è che per molte il fatturato non è diminuito rispetto allo stesso periodo del 2019 o se è calato non lo ha fatto in maniera drastica.
Il primo semestre 2020 di Cambi ha realizzato 11.550.477 euro e ha visto risultati delle aste soddisfacenti, in molti casi addirittura migliori rispetto all’anno precedente.
I dipartimenti di Design e Arti decorative del XX Secolo hanno da soli realizzato 3.164.894 euro attraendo soprattutto clienti dall’estero e confermando quindi l’ottimo stato di salute del settore. Anche l’Arte Moderna e Contemporanea ha registrato buoni risultati vendendo nel solo primo semestre 1.893.116 euro. Le arti antiche (dipinti e scultura antica, libri, argenti…), settore che negli ultimi anni aveva sofferto maggiormente la crisi sistemica del mercato, ha invece ottenuto buoni risultati grazie ad un ampio ventaglio di aste, registrando un giro di affari complessivo di 4.850.000 euro.
Il numero di opere affidate alla vendita ha registrato numeri sostanzialmente in linea al primo semestre 2019 (-2,5%), anche se distribuito in maniera meno omogenea. Il picco degli affidamenti infatti è stato il mese di giugno, una volta usciti dal lockdown e ripresa la regolare attività. Anche se in periodo di lockdown è aumentato il volume dei collezionisti italiani, i collezionisti stranieri continuano a generare una fetta molto importante del volume del giro di affari. Al primo posto gli Stati Uniti, seguiti da Regno Unito, Francia e Germania.
I top price del primo semestre
Top lot assoluto sono stati i Diciannove tomi dell’opera incisa di Giovanni Battista Piranesi, contenenti un migliaio di acqueforti, della seconda metà del secolo XVIII. Venduto all’estero per 200.000 euro. Secondo posto per il dipinto di Richard Lin The long and the Short venduto per 194.000 euro. Terzo posto per una tela di Gioacchino Assereto venduta per 123 mila euro.
Piranesi, Giovanni Battista ( Mogliano Veneto, 1720 – Venezia, 1778)
Diciannove tomi dell’opera incisa, contenenti un migliaio di acqueforti.
Seconda metà del secolo XVIII.
Stima 100.000 – 150.000
Venduto a 200.000 euro
Richard Lin (1933-2011)
The Long and the short, 1966-1968
olio su tela e alluminio, cm 76×101,5
firmato, intitolato e datato al retro
Etichetta al retro della Galleria d’Arte Marlborough, Roma
Stima 70.000 – 100.000 euro
Venduto a 194.000 euro
Gioacchino Assereto (Genova 1600-1649)
Sacrificio di Isacco
olio su tela, cm 146×111 entro cornice sagomata in legno dorato
Stima 40.000 – 50.000 euro
Venduto a 123.000 euro
BBPR
Lampadario a plafoniera mod 2045/p in alluminio laccato e vetro.
Prod. Arteluce, Italia, 1962
cm 90×23
Stima 20.000 – 30.000 euro
Venduto a 62.400 euro
Portantina da parata, dorata e dipinta,
Sicilia XVIII secolo
Stima 8.000 – 12.000 euro
Venduto a 40.000 euro
Simon Troger (1683-1768). Baviera, metà del XVIII secolo
La famiglia del pescatore. Avorio, essenze lignee e vetro.
Stima 25.000 – 30.000 €
Venduto a 37.500 €