L’archeologa Renee Friedman ha rinvenuto le strane sepolture a Hierakonpolis, Egitto. Animali selvatici venivano curati ed esposti, come in uno zoo
Era la capitale religiosa e politica dell’Alto Egitto alla fine dell’era preistorica, tra il 3200 a.C. e il 2686 a.C., ma il primo insediamento di questa città dimenticata potrebbe risalire alla tarda cultura di Badari, più di 6.000 anni fa. Le sue prime rovine furono scavate verso la fine del XIX secolo dagli archeologi inglesi James Quibell e Frederick W. Green, che teorizzarono che la città avesse almeno 5.000 e forse fino a 10.000 abitanti al suo apice. Ora Hierakonpolis potrebbe però passare alla storia per un’altra, specifica ragione: cioè per essere stata sede del più antico zoo del mondo.
Dal 2001 l’area è stata riesaminata dall’archeologa Renee Friedman, le cui ricerche hanno rivelato che questa vasta area, di circa tre miglia quadrate, nascondeva sotto la sabbia anche una serie di bizzarre sepolture. “Abbiamo trovato questo cimitero e abbiamo iniziato a scavarlo”, ha dichiarato la studiosa a express.co.uk, “e sono emerse sepolture umane, ma anche resti di animali molto strani: abbiamo impiegato un po’ di tempo per capire cosa fossero. Ci siamo resi conto che non era normale trovare in una tomba sette babbuini, un gatto selvatico e un ippopotamo sepolti insieme agli umani”.
E infatti dalle sepolture sono emersi sempre più animali: ippopotami, antilopi, elefanti, babbuini, leopardi, coccodrilli, gatti selvatici. Le Friedman è giunta alla conclusione che l’antica civiltà abbia catturati, curati e messi in mostra questi animali esotici. “Sebbene tutti questi animali siano stati ovviamente sepolti, abbiamo visto che avevano subito ferite che sono state guarite. E potevano essere curate solo con l’intervento umano”.
Secondo la studiosa tenere gli animali in cattività era dimostrazione di potere per gli antichi egizi. ”Uccidere gli animali era facile, riportarli in vita era molto più difficile: così i regnanti mostravano di avere il controllo su di loro“.