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Calpestare l’arte. La storia “selvaggia” di Land Art al Furlo

Land Art al Furlo 2020 Land Art al Furlo 2020
Land Art al Furlo 2020
Land Art al Furlo 2020

Nella Riserva naturale della Gola del Furlo, nelle Marche, da 11 anni si tiene l’evento che ha ormai creato un parco di sculture e installazioni. “Tra wilderness e sfida al sistema costituito”

Questa è la storia di un’Utopia Concreta, di un sogno avverato”. Bastano poche parole, ad Andreina De Tomassi e Antonio Sorace, per introdurre con efficacia l’identità profonda di Land Art al Furlo, evento artistico annuale che da 11 anni si tiene nella Riserva naturale della Gola del Furlo, nelle Marche. Loro sono gli ideatori del progetto, e ne sono anche i promotori e i finanziatori: e tratteggiano i termini della loro creatura nel catalogo che lo scorso anno ha celebrato il decennale.

 

Land Art al Furlo 2020
Land Art al Furlo 2020

Un Luogo del Contemporaneo dove poter chiamare gli artisti a dialogare con il Paesaggio. Sculture, opere materiche, ma anche performance, video, mostre”, puntualizzano. “Arte indipendente, una riserva indiana di creatività, fuori dagli schemi, una ‘buona pratica’ seminativa. E il seme non poteva che germinare dentro la generazione del ’68, tra wilderness e sfida al sistema costituito, nutrito dal sogno di stare insieme, godere dell’arte, del paesaggio, magari con una buona musica”. Ora i termini sono un po’ più chiari: dare spazio a espressioni creative in linea con il loro progetto “panico”, di comunione e armonia degli elementi, prescindendo dalle liturgie del sistema ufficiale, dai nomi “di cassetta”, dai riconoscimenti del mercato.

 

Land Art al Furlo 2020
Land Art al Furlo 2020

Dove si realizza tutto questo?Lasciato il caos romano, agli inizi degli anni Novanta, e poi, col trasloco definitivo, alle soglie del Duemila, siamo approdati, anzi, tornati, nella provincia di Pesaro-Urbino a pochi passi dal mare di Fano“, raccontano sempre loro. Che in breve “misero su un luminosissimo loft con vista sulla Gola del Furlo, vicino ad Acqualagna. E cominciarono a socializzare: a presentare video artistici, come quelli di Sukran Moral, serate musicali, reading poetici”. Nel 2003 “visitarono (e poi comprarono) un casone nel borgo di Sant’Anna del Furlo, proprio sotto la Diga. Da lì prende le mosse la Casa degli Artisti, un’associazione culturale filantropica” che ancora oggi è il fulcro di Land Art al Furlo, con il grande parco-giardino che circonda la casa.

 

Land Art al Furlo
Land Art al Furlo

E come si realizza? Con una normale call, con la quale invitano – assieme ad un curatore – gli artisti a proporre progetti in dialogo con la natura. Ai vincitori offrono sostegno per la produzione dell’opera, ospitalità, comunicazione. E in questi 11 anni i sentieri, i boschi, le radure di questo angolo verde si sono popolate di sculture e installazioni. Che in molti casi la natura si è fatte proprie, riappropriandosi dei suoi spazi. La parola d’ordine nella visita è “sorpresa”, alimentata da una voluta disorganicità, all’insegna della citata “wilderness”.

Arrivare a Sant’Anna – noi ci siamo stati nei giorni scorsi, alla presentazione della XI edizione – significa vedere messe in pratica queste premesse teoretiche: totale libertà di movimento, assoluta assenza di ruoli o di gerarchie. Significa incontrare lo scultore intento ad affettare l’anguria per il buffet, o la curatrice correre a preparare una camera per un ospite inatteso. Ma significa anche respirare una – ormai rara – aria di schiettezza, di sincerità, di purezza.

 

Land Art al Furlo 2020
Land Art al Furlo 2020

L’edizione 2020, visitabile fino al 6 settembre, inaugura la novità del Cammino dell’Arte: tante piccole piattaforme, di 1 metro per 2 metri. Depositate lungo un sentiero preesistente, tra querce, frassini, acacie, ginestre. “Tappeti” da percorrere a piedi nudi, “tessere” dipinte, graffiate, mosaicate. Il primo passo di un walking in progress che durerà qualche anno e che porterà 100 artisti a creare una pavimentazione ad anello in un’opera collettiva. I primi artisti impegnati, selezionati dal curatore Andrea Baffoni, sono Niccolò Amadori, Silvia Cassetta, Silvia Colizzi, Arnhild Kart, Marco Gabriel Perli, Elvio Moretti, Mario Naccarato, Massimiliano Orlandoni, Michele Picone, Sisto Righi, Roberto Sportellini, Antonio Sorace.

Ci sono poi altri 3 artisti che punteggiano il cammino con delle opere in verticale: Giulio Valerio Cerbella, Pippo Cosenza, Yvonne Ekman. All’interno della Casa degli Artisti, la Galleria Elettra ospita tre mostre personali di Aurelio Giampaoli, Dino Mogianesi e Silvia Paoletti. “Chiediamo di calpestarla, l’arte”, suggerisce il presidente della Casa degli Artisti, Antonio Sorace. “Non per distruggerla, ma per costruire un’appartenenza e invitare alla riflessione”.

www.landartalfurlo.it

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