Era finito in magazzino il dipinto su piccola scala della collezione dell’Ashmolean Museum di Oxford, in Inghilterra, perchè ritenuto a lungo un falso. Ma oggi è stato autenticato come un lavoro dello studio di Rembrandt van Rijn.
Sono ancora necessarie ulteriori ricerche per determinare se l’opera, intitolata “Head of a Bearded Man” (ca. 1630), sia stata creata dallo stesso maestro olandese.
Il legame dell’opera con lo studio di Rembrandt è stato scoperto dall’esperto di dendrocronologia (sistema di datazione a scala fluttuante, basato sul conteggio degli anelli di accrescimento annuale degli alberi) Peter Klein grazie allo studio del legno della tela. L’esperto ha abbinato il suo pannello di legno a quello del dipinto di “Andromeda Chained to the Rocks” (circa 1630, Mauritshuis, The Hague) di Rembrandt e al “Portrait of Rembrandt’s Mother” di Jan Lievens, un collaboratore dell’artista, entrambi creati intorno al 1630 nella città olandese di Leida. Questo colloca la tela nello studio del pittore.
L’Ashmolean ha acquisito “Head of a Bearded Man” -ritenendolo un vero Rembrandt- nel 1951 grazie a una donazione. Nel 1982, il Rembrandt Research Project ha ritenuto il lavoro una copia successiva. Il dipinto è rimasto così nel magazzino del museo fino a quando An Van Camp, curatrice del museo dell’arte nordeuropea, ha iniziato a lavorare alla mostra “Young Rembrandt”, che mette in luce i primi dipinti e disegni dell’artista.
Questa settimana, “Head of a Bearded Man” sarà integrato nella mostra “Young Rembrandt”, che ha riaperto al pubblico il 10 agosto e che è stata prorogata fino al 1 novembre.