Ascesa a Mount Zero. Dal 15 settembre al 17 ottobre 2020 l’artista israeliano Oren Eliav occupa gli spazi di Building con una mostra immersiva, concepita appositamente per gli spazi della galleria milanese.
È una coreografia di dipinti quella che si dispiega per i quattro piani di Building, connessi tra loro dal filo conduttore di una narrazione che ha i toni del mito. Le opere di Oren Eliav, classe 1975, sono una riflessione sul rapporto tra vedere e credere, in cui la conoscenza culturale e l’atto fisico di osservare corrono paralleli nella mente dello spettatore.
Mount Zero è una mostra che nasce dopo una genesi di due anni durante i quali l’artista ha abbandonato ogni altro progetto. Una concentrazione di idee che appare evidente vedendo come ogni elemento si connette con gli altri a creare un unico grande organismo. Questo nonostante il fatto che la concezione e l’allestimento siano avvenuti a distanza (causa Corona Virus).
Quattro i capitoli in cui il percorso di Eliav si dipana. Si parte al piano terreno con Foot to the Mountain, primo passo verso la cima. Sulle pareti compaiono una vasta valle e dei pendii, tre variazioni di una stessa immagine composte da strisce verticali tra cui riusciamo a intuire una prima presenza umana. L’opera che da il titolo alla prima sezione è quella in cui uno zero ingloba al suo interno una montagna appiattita, la vetta da raggiungere.
Salendo al primo piano (Crossing) l’elemento umano inizia a farsi più presente. Compaiono i piedi di due personaggi che torneranno poi al piano superiore. Salendo le scale, dal giorno si passa alla notte di Crossing at Night. Le tende abbassate e i blu dei quadri creano un’atmosfera sospesa, dove tutto ruota intorno alla grande tela al cui centro campeggiano le due figure accennate al piano di sotto. Attraverso il filtro di un tappeto messicano, ci appaiono due uomini, uno sulle spalle dell’altro, un atto di compassione reso come una sorta di allucinazione.
L’ultimo piano rappresenta il “momento orizzontale e neutrale di cessazione”, in cui cime e gole si stabilizzano sullo stesso piano, congiungendosi fino ad azzerarsi. Equalizer è il punto in cui la storia raggiunge un punto di arrivo che forse è in realtà una nuova partenza.
L’ascesa metafisica che avviene nella galleria è un’analisi sullo scorrere del tempo, un tempo sospeso che si muove tramite manipolazioni visive, riflessi, interruzioni, cambi di prospettiva. Un tempo in cui non mancano i riferimenti alla storia dell’arte, dalle grottesche scene di uomini e architetture agli sfondi ispirati ai “tappeti Lotto”, dal nome dell’artista che li ha resi celebri.
Informazioni utili
Oren Eliav. Mount Zero
15 settembre – 17 ottobre 2020
Building, via Monte di Pietà 23, Milano