Le “Croci di Sant’Andrea”, appendici dei francobolli di Lombardo Veneto (due tratti incrociati per evitare il riutilizzo del rimanente della carta utilizzata per stamparli), continuano ad aver buon mercato.
In effetti alla vendita Corinphila di Zurigo, assicura Walter Brühlmann, i lotti riguardanti questi particolari francobolli sono stati contesi. Merito anche della qualità, garantita da quel grande e raffinato collezionista che è stato Haub Erivan. Dalla sua raccolta provenivano altri preziosi lotti battuti in precedenza.
La lettera impostata affrancata con una striscia di tre del 5 centesimi giallo con corredo di Croce di Sant’Andrea, imbucata a Padova il 17 aprile 1852 passata a suon di rilanci da 100.000 a 150.000 franchi svizzeri. Una somma importante, anche se lontana anni luce da strampalate stime riportate da qualche catalogo-prezziario.
Sulla stima la lettera da Brescia a Verolanova del 13 febbraio 1853 ed affrancata con il 15 centesimi con Croce di Sant’Andrea è riuscita a guadagnare 10.000 franchi, passando così da 20.000 a 30.000 franchi. Diecimila franchi tondi la cifra spuntata da una striscia di tre, prelevata dal plico che aveva affrancato, del 15 centesimi con Croce di Sant’Andrea in basso e timbrata a Padova il 9 gennaio 1854. Non ha invece entusiasmato molto il 30c con Croce di Sant’Andrea timbrato Badia 2 luglio 1850. E’ andata via a 27.000 franchi, tremila al di sotto della stima.
Piuttosto contesi, anche altri lotti lombardo-veneti. Come la busta da Venezia a Milano con due esemplari da 15 centesimi e tre da 5 centesimi. Dalla vendita del plico, gli esperti della casa d’aste Corinphila contavano di incassare 2.000 franchi, invece il pezzo martello è salito fino a 4.400 franchi.
Combattuti anche altri due lotti, dall’apparenza modesta. Una letterina da Lecco a Vercelli, gradevolmente decorata ed affrancata, il 26 settembre, per 15 centesimi e un plico da Padova a Torino con su 5 esemplari da 15 centesimi, del 2 marzo, nell’ordine proposte a 500 e a 750 franchi. Anche in questi due casi le palette sono rimaste alzate a lungo, fino ai realizzi di 2.700 nel primo caso e di 3.800 franchi nelle seconda.
Tutto sommato tranquillo il cambio di proprietà della lettera del 15 giugno 1858, da Milano ad Artogne affrancata con due esemplari di Lombardo Veneto, che si è accasata in cambio di 5.500 franchi elvetici. La particolarità del reperto sta nel fatto che i due esemplari da 15 centesimi provenivano da una produzione fraudolenta effettuata a Milano. La criminale iniziativa impensierì molto le autorità postali tuttavia, nonostante le ricerche, il falsario non venne mai identificato.